Golena, Sante Gerelli: "Serve tutela, quelle terre hanno fatto la nostra storia"
Quest’anno è il 70 della grande alluvione del 1951 , momento importante per valorizzare la nostra golena, ma soprattutto per farne conoscere la storia, la vita degli abitanti di quel lembo di terra
GUSSOLA – Ha letto con interesse l’articolo che parlava della golena di Martignana e più in generale dell’impoverimento degli spazi ‘tra argine e acqua’. Sante Gerelli ha voluto scrivere una propria testimonianza.
“Ho letto – scrive Gerelli – con interesse e coinvolgimento l’articolo apparso su Oglio Po news in questi giorni. Uno scritto che ripercorre tra ricordi andati la vita della golena relativa al comune di Martignana Po.
Mi ha colpito la similitudine tra la golena di Gussola e quella descritta.
Un ambiente che deve essere tutelato dalle varie speculazioni, un pezzo di territorio dei nostri comuni che per tanti anni ha fatto la storia dei nostri paesi, sia sotto l’aspetto ambientale ma soprattutto occupazionale, tante erano le cascine sparse ma abitate da nuclei familiari che lavoravano la terra, in quasi ogni cascina vi era una stalla con notevoli quote di bestiame.
L’ambiente era caratterizzato da budri, fossati di dimensioni non indifferenti, di canali e soprattutto di lanche, ad esempio la lanca di Gussola che lambisce l’argine maestro e il lancone del fiume Po.
La facevano da padrone ambientale i percorsi che erano adombrati da filari di vari tipi di piante, in pratica un monumento alla natura.
Purtroppo quando leggo che le arature dei campi sono sempre più in prossimità delle strade, faccio presente che la STRADA ALZAIA , una strada demaniale che doveva tenere in collegamento i vari territori Golenali Casalaschi, a Gussola non esiste più, questa strada è stata letteralmente arata.
Per non parlare dei percorsi sugli argini interni alla golena di Gussola, questi sono tutti transennati con delle sbarre.
E questo dimostra la non volontà di rendere fruibile questi pezzi importanti di territorio della nostra Golena. Ci sono svariati documenti che parlano anche della fruizione di questi spazi, ma questo non si avvera, non bastano gli studi dettagliati del PLISS, del SITO NATURA 2000, del MAB UNESCO, tutti documenti con un valore ambientale inestimabile, i quali descrivono i comportamenti per difendere il nostro territorio, documenti inascoltati e inapplicati.
A Gussola sono stati costruiti due pilasti (su questa costruzione non riesco ad avere una risposta sulle mie continue richieste) con annesso il cancello, e sui due lati sono stati costruiti dei manufatti in calcestruzzo e mattoni con reti di ferro annesse che vanno a lambire le acque della lanca. Questa costruzione impedisce o limita l’accesso all’OASI COMUNITARIA (situata in Golena).
Su queste costruzioni laterali vi è una ordinanza di demolizione ma che non è mai stata praticata.
Quando si parla di ambiente bisogna tenere presente tutte le necessità dei cittadini che lo dovrebbero vivere, ma tra cancelli , segnali di divieto d’accesso ecc. tutto diventa più difficile.
L’articolo a cui ho fatto riferimento parla molto delle cascine che ormai in gran parte sono scomparse.
So che nell’ultima mia tornata amministrativa come minoranza avevamo contestato l’inizio di demolizione della cascina “al BASON”, una cascina con un discreto valore ambientale e strutturale.
In questi giorni ho appreso che vi è una sentenza che ha visto confermare e ordinare il ripristino dei fabbricati con gli stessi materiali, cosa impossibile visto che i materiali non ci sono più, e all’ora la normativa prevede l’occupazione pubblica del suolo dove insiste l’area diventando di proprietà del Comune.
Confido che questo passaggio venga fatto perché il comune avrebbe uno spazio importante in Golena che ne permetterebbe l’accesso , ma soprattutto potrebbe diventare un parco ecologico dove i giovani e non giovani possano conoscere direttamente l’ambiente della nostra Golena.
Quest’anno è il 70 della grande alluvione del 1951 , momento importante per valorizzare la nostra golena, ma soprattutto per farne conoscere la storia, la vita degli abitanti di quel lembo di terra, ma soprattutto il ruolo che dovrebbe avere la difesa dell’ambiente per la nostra salvezza , ma soprattutto per la salvezza dell’ambiente che dobbiamo lasciare come testimone ai nostri figli e ai nostri nipoti.
Gussola e Torricella del Pizzo si sono date un nome impegnativo Terrae Fluminis, peccato che non abbia prevalso la volontà amministrativa che anziche due comuni ce ne fosse un terzo, Martignana Po”.
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