Cultura

L'alluvione del 1951 e quel patto tra Sabbioneta e Casalmaggiore "immortalato" in una pergamena

Non la più portentosa di sempre in termini idrometrici, ma la più spaventosa, se teniamo conto che all’epoca l’argine maestro era più basso e dunque senza l’intervento di molti cittadini e volontari con i sacchi di sabbia, il fiume avrebbe straripato. GUARDA IL SERVIZIO TG DI CREMONA 1

SABBIONETA – Una pergamena, custodita nello studio del sindaco di Sabbioneta e all’epoca realizzata artisticamente dal compianto Luigi Tagliarini, conosciuto come L’Ateniese, ricorda un episodio che affonda nella notte dei tempi. O meglio nel novembre 1951, il mese che tutti ricordano, nel Nord Italia, come quello della grande alluvione del fiume Po. Non la più portentosa di sempre in termini idrometrici, ma la più spaventosa, se teniamo conto che all’epoca l’argine maestro era più basso e dunque senza l’intervento di molti cittadini e volontari con i sacchi di sabbia, il fiume avrebbe straripato.

Tutti ricordano le immagini del Polesine, il territorio più colpito in assoluto dai danni dell’alluvione, ma anche Casalmaggiore e il Casalasco vissero con trepidazione quelle ore: vi è un’immagine cinematografica, peraltro, quella di don Camillo che immerge il Crocefisso dentro le acque del Po, che ricorda al meglio quanto avvenuto anche nelle terre della nostra provincia, o a breve distanza da qui, ossia a Brescello, patria del parroco ideato dalla penne di Giovannino Guareschi.

Ma a ricordare quei momenti c’è anche quella targa, di riconoscenza, da parte del sindaco di Casalmaggiore alla cittadina di Sabbioneta: la data è quella del 14 novembre 1951, pochi giorni dopo la fine della grande paura. “Al comune di Sabbioneta – è scritto nella targa realizzata da Tagliarini, che peraltro ha unito idealmente con la sua arte le due cittadine, essendo nato a Villa Pasquali, frazione di Sabbioneta, nel 1920 ed avendo avuto per anni lo studio a Casalmaggiore – le Autorità e il Popolo di Casalmaggiore, memori e riconoscenti per il generoso soccorso che, contribuendo a domare la furia delle acque del Po, valse alla salvezza della loro Città”.

Giovanni Gardani

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