Cronaca

Da San Daniele al mare. Lo scienziato e il pescatore, viaggio di studio e conoscenza

L'innamorato del fiume è Cristian Soldati, barcaiolo, pescatore, uno che la passione per il fiume e per le acque se la porta dentro da sempre e che il fiume lo conosce bene. Partiranno in barca a motore, armati di fotocamere, drone, taccuini e tanta voglia di capire e di conoscere

In foto Cristian Soldati e Davide Persico

SAN DANIELE PO – Lo scienziato con l’infinita passione per il fiume e le terre instabili che lo lambiscono e l’innamorato del fiume con una conoscenza infinita frutto dell’esperienza. Saranno in due, e il Po lo percorreranno in barca a motore, da Isola Pescaroli a Lido di Volano, dal cremonese al mare. Lo scienziato è Davide Persico, 47 anni, Laurea in Scienze Naturali (indirizzo Paleobiologico), Università degli Studi di Parma e professore del Dipartimento di Scienze Chimiche, della Vita e della Sostenibilità Ambientale dell’Università di Parma, autore o coautore di numerosi saggi e testi. Sindaco di San Daniele Po.

L’innamorato del fiume è Cristian Soldati, barcaiolo, pescatore, uno che la passione per il fiume e per le acque se la porta dentro da sempre e che il fiume lo conosce bene. Partiranno in barca a motore, armati di fotocamere, drone, taccuini e tanta voglia di capire e di conoscere. Li anima un sacro fuoco: quello della conoscenza.

“Duecentottanta chilometri da Isola Pescaroli al Mare Adriatico, per documentare attraverso immagini, filmati, scritti e oggetti raccolti, la transizione ambientale dal medio Fiume al mare, le aree naturalisticamente apprezzabili e gli effetti dell’impatto antropico”. Così ha annunciato l’iniziativa ‘Percorso di Fiume. Da Sanda al mare’ il primo cittadino di San Daniele.

“Il primo obiettivo – ci spiega Persico – è quello di mappare le ingerenze antropiche sul corso del fiume. Cave abbandonate, ma anche ferri, gru, barche. Tutti quei pessimi monumenti lasciati sul fiume dall’ingerenza umana. Ma non sarà l’unico obiettivo. Nel viaggio avremo modo di raccogliere dati sulla transizione della flora a mano a mano che ci si avvicina al mare, flora e fauna”.

Il professor Persico sta seguendo la tesi di una studentessa che sta lavorando, attraverso i pezzi conservati nei musei di Sant’Alberto e Ferrara delle antiche collezioni ornitologiche, ai cambiamenti nel corso del tempo. “In pochi sanno – prosegue Persico – che sul fiume avevamo specie legate a climi più rigidi. Sarebbe bello studiare quei cambiamenti legati al cambiamento climatico, monitorare la presenza delle specie attuali e annotare quelle che non ci sono più”. Sarà un lavoro intenso, fatto di osservazione e magari di ritrovamenti. “Lo scopo resta quello di raccontare aspetti scientifici complessi in modo divulgativo, di far conoscere il fiume a gente che magari ci abita vicino e non lo conosce nemmeno”.

Altro interesse, legato alla flora e alla fauna, è il capire a che punto del fiume specie marine si inseriscono nell’ambiente fluviale. “Non ho mai fatto questo tipo di viaggio, anche se porto spesso i miei studenti sul delta del Po che è una palestra di tassonomia straordinaria. Lo faccio perché il fiume è una risorsa straordinaria sottovalutata. Conosco studenti e ricercatori dell’area con i quali già collaboro e con i quali mi confronterò”.

La partenza, meteo, fiume e Covid permettendo, è fissata per questa primavera. Non c’è ancora una data precisa perché la programmazione è ancora in una fase iniziale e le incognite restano comunque tante. Ma il viaggio di ricerca si farà. Conoscendo un poco il professor Davide Persico non ci stupiremmo che poi, dal lavoro, non possa nascere una pubblicazione. Quella di Davide è una maniera – peraltro estremamente godibile – di conoscere il fiume, di approcciarlo in maniera seria e scientifica senza però che sia necessario essere scienziati. Una divulgazione alla Piero Angela, fatta di rigore ma pure di semplicità e concretezza.

Un obiettivo ambizioso ma poi neppure tanto per chi il fiume lo conosce e lo ama e soprattutto non ha mai smesso di viverlo.

Nazzareno Condina

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