Economia

Supercashback, micropagamenti ai distributori, Confcommercio MN: "Serve un correttivo"

“Serve una misura correttiva che impedisca questo tipo di comportamenti – aggiunge Frasson – che snaturano la finalità dello strumento a danno di chi opera correttamente

Il super cash back non deve trasformarsi in slot machine: lo afferma la presidente di Figisc-Confcommercio Mantova Franca Frasson. Il riferimento è al fenomeno sempre più diffuso delle operazioni multiple negli impianti di carburante per aumentare il numero di transazioni e salire nella graduatoria che al 30 giugno premierà i primi 100mila utilizzatori della classifica nazionale con 1.500,00 euro di rimborso aggiuntivo (super cashback), oltre al 10% stabilito per il normale cashback.

“Ho visto automobilisti effettuare cinque-dieci operazioni da 15-20 centesimi o poco più nell’arco di una manciata di minuti” spiega Frasson. “questo si traduce in un costo aggiuntivo, in termini di commissioni e costi bancari, per i gestori degli impianti stradali e fa passare un messaggio diseducativo: quello che i furbetti hanno più possibilità di essere premiati. Inoltre gli erogatori si usurano prima e richiedono maggior manutenzione, oltre ai costi aggiuntivi dell’elettricità a carico dell’imprenditori perché ogni qualvolta si attiva la pompa c’è un picco di consumo”.

Alcuni istituti bancari non fanno pagare le commissioni sotto i 10,00 euro di spesa, altri adottano una tariffa ridotta sotto i 30,00 euro, altri ancora non applicano agevolazioni per le imprese commerciali, che quindi soffrono di più i micro pagamenti.

“Serve una misura correttiva che impedisca questo tipo di comportamenti – aggiunge Frasson – che snaturano la finalità dello strumento a danno di chi opera correttamente. Nell’interesse generale dei consumatori chiederemo una modifica del regolamento per garantire l’equità dello strumento. Ricordiamo che il condivisibile obbiettivo del cash back e del super cash back deve rimanere quello di incentivare l’uso della moneta elettronica e non certo quello di avviare competizioni che nulla hanno a che fare con gli scopi dell’iniziativa, e, per quanto riguarda nello specifico la nostra categoria, è inammissibile dover sopportare ulteriori costi in una situazione di grave sofferenza del settore”.

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