Cronaca

Piadena, il Comitato per il No al Deposito risponde alla ditta Storti Trasporti Pesanti

In conclusione, non è questione di “definire una volta per tutte quali saranno le opere compensative”, ma di valutare una volta per tutte i rischi e l’opportunità del progetto

PIADENA DRIZZONA – Risponde alla ditta Storti Trasporti Pesanti Enrico Cardesi, presidente per il Comitato dei Cittadini per la revoca del Deposito Rifiuti pericolosi e lo fa con un comunicato. E’ una risposta per punti alle osservazioni della ditta.

Riguardo al comunicato – scrive Cardesi – della ditta Trasporti Pesanti s.r.l. si precisa quanto segue:

  • Le iniziative finora intraprese dai cittadini e dall’Amministrazione di Piadena Drizzona non sembrano configurare un accanimento mediatico nei riguardi dell’azienda Trasporti Pesanti, bensì la difesa da un’iniziativa non condivisibile nei confronti del paese, senza alcuna volontà provocatoria e tantomeno diffamatoria;
  • Considerata l’esistenza di precise Direttive Europee in merito alla classificazione di sostanze pericolose e/o ecotossiche non crediamo che la ditta abbia titolo per discriminare la pericolosità dei materiali in oggetto;
  • Non crediamo che i cittadini di Piadena Drizzona siano in alcun modo responsabili delle interlocuzioni ed eventuali accordi, tuttora mai esplicitati, che la ditta Trasporti Pesanti afferma di aver intrapreso da tempo con l’Amministrazione Comunale, né degli eventuali abusi edilizi di cui viene affermato il valore solo formale;
  • I cittadini di Piadena Drizzona hanno già da tempo ricevuto da ditte private, insediatesi nel paese, varie promesse di valorizzazione produttiva mai pienamente mantenute, essendo infine prevalso l’esclusivo profitto aziendale rispetto al degrado del territorio.

Non sappiamo a quanto ammonti la ricchezza dei cittadini piadenesi, ma siamo consapevoli dei rischi e del degrado ambientale, economico (svalutazione abitativa), sociale e sanitario (soprattutto a carico dei bambini e delle persone alloggiate nelle immediate vicinanze) che graverebbe ulteriormente sul paese, considerata l’ubicazione del deposito e dei binari di stazionamento nel pieno centro abitato.

Quanto alle prescrizioni dell’Amministrazione Provinciale, il cui adempimento comporterebbe per la ditta un investimento di 300.000 euro, esse non hanno nulla a che vedere con la sicurezza da noi invocata, consistendo nella piantumazione di siepi di essenze autoctone e piante d’alto fusto (naturalmente sotto la supervisione di un agronomo!) e collocazione di fonti luminose esterne conformi alla normativa vigente.

In conclusione, non è questione di “definire una volta per tutte quali saranno le opere compensative”, ma di valutare una volta per tutte i rischi e l’opportunità del progetto“.

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