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Annamaria Piccinelli (VeS): "Inciviltà e insicurezza, non si deve abbassare la guardia"

Personalmente capisco che non sia facile, ma è assolutamente vietato abbassare la guardia e lasciarsi prendere da un senso di impotenza. Bisogna mettere in campo tutte le soluzioni possibili, dalle più semplici a quelle strategiche

CASALMAGGIORE – Scelte strategiche per combattere il degrado e l’insicurezza dei cittadini: nessun fatalismo ma l’esigenza di affrontare con vigore i problemi. E’ Annamaria Piccinelli (Vivace e Sostenibile) a sottolineare quello che si può fare per contrastare il degrado della città e delle sue frazioni. Nulla è inarrestabile e nulla deve essere lasciato al pessimismo.

L’occasione per portare alla luce della ribalta i propri convincimenti è stata la discussione del bilancio in Consiglio Comunale. Ora è tempo di più pacate riflessioni. Questo l’intervento della Consigliera ambientalista.

“La cittadinanza lamenta atti di grande inciviltà lungo le strade. Gente che fa cacca e pipì in via delle Giuggiole e in via Centauro; il lato più nascosto della Torre Littoria trasformato praticamente un vespasiano e tutto imbrattato di scritte; i giardinetti di via Italia lasciati coperti da rifiuti e altro, dopo bivacchi; ultimamente addirittura falò in altri parchi; diversi e noti i punti in cui vengono abbandonati rifiuti o condomini in cui, invece di effettuare la regolare raccolta differenziata, si abbandonano sacchetti lungo la strada.

Durante l’ultimo consiglio sul bilancio non sono stati menzionati programmi di intervento in queste direzioni e anche le cifre scritte sulle previsioni di investimento per i prossimi tre anni sono molto chiare: non si prevedono dotazioni aggiuntive. Il sindaco alla mia domanda sulle telecamere, di cui si era molto parlato negli anni scorsi, ha risposto in modo scoraggiato e rassegnato dicendomi che in fondo non sono efficaci e che il Comune, contro questi atti, non può fare nulla perché non è un’agenzia educativa.

Personalmente capisco che non sia facile, ma è assolutamente vietato abbassare la guardia e lasciarsi prendere da un senso di impotenza. Bisogna mettere in campo tutte le soluzioni possibili, dalle più semplici a quelle strategiche.

Gli strumenti. Nei punti più sensibili, ad esempio, bisogna illuminare e si potrebbero mettere luci a sensore e intermittenti: il fatto di accendersi solo in caso di presenze e lampeggiando, sorprende, avvisa della presenza e fa effetto allarme. Poi le telecamere: poiché non si tratta di malviventi che si coprono il volto, ma di incivili o ubriachi, sarebbero facilmente individuabili con una buona dotazione di strumenti di videosorveglianza. La loro efficacia è stata dimostrata ad esempio nell’individuazione di quella banda di ragazzotti che ha agito all’Interflumina.

I servizi. Un altro fronte da considerare sarebbe quello della Vigilanza notturna privata. L’amministrazione ha già in atto un contratto di questo tipo, ma fa controllare solo i palazzi pubblici del capoluogo, mentre dovrebbero essere oggetto d’attenzione tutti i punti più colpiti, sia nel capoluogo che in frazione. E’ da sollecitare la Regione in merito alle GEV: da settembre 2019 siamo ad aspettare la convenzione con il Parco Oglio Sud per riattivarle.

Inoltre abbiamo i nuovi Volontari ausiliari della sicurezza in attesa del corso di formazione. Quando non impegnata in operazioni più urgenti, si potrebbe chiedere aiuto anche alla validissima Protezione civile. Andrebbe promosso il Controllo di vicinato: ci sono quartieri virtuosi, in cui è presente e a detta dei cittadini funziona.

Sono pratiche che andrebbero supportate ad esempio dotando i quartieri degli appositi cartelli convenzionali “zona controllo di vicinato” e promuovendone la diffusione. Inutile dire che i punti più colpiti devono essere frequentemente lavati e sanificati: il fatto che “tanto vengono sporcati ancora” non è una buona ragione per non intervenire, i cittadini hanno diritto di vivere nel decoro.

Poi ci sono le scelte strategiche. Un ambito particolarmente delicato è quello degli alloggi pubblici, in particolare andrebbe costantemente sollecitata la Regione per lo stato spesso indignitoso in cui versano le case dell’Aler. Fondamentale difendere e promuovere in tutti i modi le botteghe del centro che costituiscono un presidio urbanistico e sociale: sarebbe opportuno, ad esempio, pensare a un netto cambio di arredo urbano, ma anche in questo senso il bilancio non fa intravedere programmi progettuali.

Spero anche che abbia un seguito la mia proposta di fare dell’ex ospedale non solo un Presst funzionante, ma un polo di medicina territoriale: questo darebbe nuovo decoro e vitalità al quartiere di fine via Cairoli che, da quando è venuto meno l’ospedale, è scivolato in un progressivo abbandono e degrado.

Sicuramente non c’è spazio per la rassegnazione istituzionale anche perché non stiamo parlando di malavita organizzata, bensì di ragazzotti, ubriachi e situazioni di fragilità”.

redazione@oglioponews.it

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