Cronaca

Bacino del Po, è allarme ponti: 183 (su 255) con degrado strutturale. Urgente inserirli nel Recovery Fund

Da qui la richiesta al Governo di "iniziative volte a velocizzare la manutenzione e, ove necessario, la ricostruzione dei ponti sul bacino del fiume Po incrementando la dotazione finanziaria dei fondi previsti attraverso le risorse del Recovery fund. GUARDA IL SERVIZIO TG DI CREMONA 1

Allarme del Movimento 5 stelle sullo stato di degrado dei 255 ponti ubicati nel bacino del Po, su 23 dei quali (di cui quattro autostradali) transitano ogni giorno 400.000 veicoli con oltre 70.000 mezzi pesanti.

A chiedere al Governo interventi urgenti per la sicurezza dei manufatti è un’interrogazione presentata alla Camera, a prima firma del deputato Alberto Zolezzi, che riporta gli esiti degli ultimi monitoraggi effettuati sulle infrastrutture.

I risultati parlano di 183 ponti ammalorati con “degrado strutturale alto”, 42 con “limitazione di portata”, 5 con limitazione del traffico, 4 chiusi totalmente e altri interessati da lavori di manutenzione.

La situazione piu’ critica in provincia di Piacenza, dove i ponti con danni strutturali sono nove su 55. I pentastellati ricordano poi che nel 2018 è stato previsto un importante stanziamento pluriennale – fino al 2023 – di 250 milioni, per interventi di messa in sicurezza dei ponti e di eventuale loro sostituzione.

Ma, secondo gli interroganti, “emerge un quadro di gestione che non favorisce l’efficienza e la sicurezza dei trasporti ed il rispetto della concorrenza nelle gare di appalto”.

Da qui la richiesta al Governo di “iniziative volte a velocizzare la manutenzione e, ove necessario, la ricostruzione dei ponti sul bacino del fiume Po incrementando la dotazione finanziaria dei fondi previsti attraverso le risorse del Recovery fund” e a “monitorare il passaggio di gestione dei ponti ad Anas, velocizzando la procedura anche tramite il commissario”.

Nel frattempo il consigliere regionale del Pd Massimo Iotti segnala alla Giunta dell’Emilia-Romagna l’ennesima chiusura al traffico del ponte sull’Enza tra Sorbolo e Brescello in concomitanza dell’ultima piena del fiume. “Ormai – dice Iotti – ad ogni evento meteo che comporta pioggia e assenza di neve in media e alta quota, il ponte, uno dei pochi rimasti con più arcate in mattoni portanti risalente ai primi anni dopoguerra, viene chiuso con rilevanti problemi di viabilità stradale e ferroviaria”.

Eppure, “le segnalazioni riguardo la criticità del contesto idrogeologico e le situazioni di rischio si ripetono da decenni senza soluzione di continuità e in assenza di interventi decisivi e risolutivi sul manufatto del ponte e della sua viabilità di accesso, ne in termini di programmazione di interventi o di studi di fattibilità e men che meno di progetti”.

Le Province di Parma e Reggio Emilia, rileva poi Iotti, “non hanno mai inserito nelle priorità di intervento territoriale, da sottoporre alla Regione, la sistemazione del ponte che ormai non risponde più ai requisiti di sicurezza”.

Il consigliere democratico domanda quindi alla Regione cosa intenda fare per superare lo status quo e ritiene che le due Province, “titolari della gestione della viabilita’ stradale, debbano presentare un quadro dettagliato circa i motivi del mancato inserimento del ponte sull’Enza tra le priorita’ territoriali da risolvere e da finanziare con urgenza”.

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