Ambiente

Bodrio Oasi 'Le Margherite', San Daniele presenta un progetto di ripristino e rilancio

"Se riusciremo ad ottenere il finanziamento renderemo questa piccola perla padana un sogno naturalistico. Forza e avanti tutta!" scrive il sindaco Davide Persico

SAN DANIELE PO – Un progetto di tutela ambientale per un piccolo pezzo di terra (un bodrio in questo caso) in cui preservare la biodiversità. L’Amministrazione di San Daniele Po guidata dal sindaco Davide Persico ha presentato un progetto di ripristino e rilancio dell’Oasi ‘Le Margherite’.

“Habitat management a sostegno di anfibi e rettili, Rana latastei ed Emys orbicularis, del Bodrio Oasi ‘Le Margherite’ di San Daniele Po (CR)”, questa la denominazione del progetto.

Un progetto interessante proprio perché si occupa di tutela di due speci messe a dura prova dalla dissennata gestione delle aree umide.

Foto: Luca Visentini

RANA LATASTEI

La Rana di Lataste (Rana latastei) – scrive Paolo Roccaforte nella rivista della natura LINK – appartiene al gruppo delle cosiddette rane rosse, caratterizzate da dimensioni medio-grandi, toni dorsali bruno-ocra, una tipica macchia temporale-timpanica scura e abitudini per lo più forestali.

L’ambiente elettivo di questa specie è il Querceto misto di pianura con prevalenza di Farnia e Carpino bianco, con ricco sottobosco ed elevato grado di umidità a livello del substrato; la specie è effettivamente presente nelle poche stazioni relitte di questo ambiente forestale o in habitat sostitutivi ricreanti, almeno in parte, i caratteri del bosco planiziale, come antichi parchi di ville venete, aree rurali dotate di ripe boscate, ambienti alberati, quali i boschetti e le siepi strutturate che permangono nella fascia delle risorgive. È quindi considerata specie indicatrice di buone condizioni ambientali di quel tipo di habitat.

La deposizione delle uova, da 90 a 900 circa, riunite in un’unica masserella sferica, avviene in piccole pozze, stagni o scoline già verso la fine di febbraio e l’inizio di marzo, sempre in contesto forestale; la metamorfosi delle larve avviene dopo due o tre mesi, dopo i quali le piccole rane abbandonano l’acqua. La Rana di Lataste è una  specie che conduce vita prevalentemente terricola trascorrendo i periodi sfavorevoli sottoterra; usa rifugiarsi sotto gli accumuli di vegetali deperienti e in vari rifugi sotterranei, entro i quali seguita a nutrirsi; lo svernamento ha luogo da novembre a febbraio-marzo. La dieta degli adulti è prevalentemente insettivora, mentre le larve sono onnivore.

Legata originariamente ai boschi umidi di latifoglie della Pianura Padano-Veneta, la specie ha subito una drastica diminuzione e poiché la Pianura Padano-Veneta e friulana costituiscono la quasi totalità dell’areale, è stata riconosciuta da tempo come minacciata di estinzione.

Il taglio indiscriminato dei boschetti e delle siepi nelle campagne, l’uso massiccio di prodotti chimici in agricoltura, la bonifica di aree palustri, la sistemazione idraulica e la chiusura delle polle di risorgiva, le deleterie pratiche di rimozione e sfalcio della vegetazione acquatica e riparia e di ripulitura delle sponde e dei fondali, sono tutti interventi che danneggiano questa specie.

EMYS ORBICULARIS

La testuggine palustre europea Emys orbicularis (Linneo, 1758) – come riporta il sito lifeemys LINK – appartiene alla famiglia Emydidae, costituita da testuggini semiacquatiche e terrestri presenti in tutti i continenti, tranne che in Australia ed in Antartide. Questa famiglia, ampiamente distribuita con diversi generi in America, aveva, come unico rappresentante in Europa, la specie Emys orbicularis fino al 2005, quando un’indagine genetica ha differenziato le popolazioni siciliane ascrivendole ad una specie nuova per la scienza, Emys trinacris Fritz et al., 2005.

Emys orbicularis è la testuggine che raggiunge le latitudini più elevate e che occupa uno degli areali di distribuzione più ampio. Questo rettile è infatti diffuso in Europa ed in buona parte del Medio Oriente sino alle regioni circostanti il Mar Caspio, il Lago di Aral ed il Kazakhistan. Altre zone di minore diffusione sono situate nell’Africa maghrebina: Marocco nord-occidentale, Algeria e Tunisia.

Si tratta di una testuggine di taglia media, il cui carapace (porzione dorsale dello scudo) può eccezionalmente raggiungere i 30 cm di lunghezza nelle popolazioni dell’Europa centrale; esso si presenta piuttosto appiattito, se confrontato con quello delle testuggini terrestri, e particolarmente liscio. La colorazione è abbastanza variabile: dal nero al bruno-rossiccio fino al giallo-verdognolo; in numerose popolazioni è presente una caratteristica punteggiatura giallastra, evidente soprattutto lungo le placche marginali. Il piastrone (porzione ventrale dello scudo) è solitamente giallino, con macchie scure più o meno diffuse. Il capo, ovoidale e massiccio, presenta poche e larghe squame di colore scuro, molto spesso punteggiate di giallo. Gli arti sono piuttosto corti e presentano dita ben distinte, munite di unghie visibili ed acuminate, congiunte da una robusta membrana natatoria, più sviluppata in quelli posteriori.

maschi differiscono dalle femmine per le minori dimensioni, il piastrone decisamente concavo e la coda più lunga e spessa.

La testuggine palustre europea è una specie molto legata all’ambiente acquatico e frequenta gli ambienti terrestri solamente per la nidificazione o per compiere brevi migrazioni, a causa del prosciugamento dei corpi idrici. Gli ambienti utilizzati sono i più svariati: canali, stagni permanenti o temporanei, laghi, estuari, fiumi, torrenti, torbiere ed anche zone con acque salmastre, ma generalmente predilige acque ferme o a lento corso situate in aree pianeggianti.

Il periodo di attività è compreso tra le prime giornate tiepide di marzo e aprile, fino alla fine di ottobre. Nelle annate particolarmente temperate in certe località meridionali la testuggine palustre europea resta più o meno attiva tutto l’anno, ma di regola, quando la temperatura è inferiore ai 10°C, entra in fase di quiescenza affondandosi nel fango o interrandosi presso le rive.

Durante il periodo di attività le testuggini trascorrono molte ore della giornata riscaldandosi al sole sulle rive, su isolotti, su cumuli di materiale galleggiante o su tronchi rivieraschi o sporgenti dall’acqua. I giovani sono prevalentemente carnivori e si cibano di adulti e larve di insetti, girini e chiocciole acquatiche, mentre gli adulti integrano la loro dieta con notevoli quantità di materiale vegetale.

L’accoppiamento avviene, nella maggior parte dei casi, in acqua tra marzo ed aprile e non è raro che una femmina possa accoppiarsi con più maschi nella stessa stagione. Le deposizioni di uova – fino ad un massimo di tre per femmina per anno – hanno luogo tra la seconda metà di maggio e la prima metà di luglio ed avvengono a terra in un luogo ben esposto a sud, di solito scelto dopo diverse ispezioni effettuate dalla femmina nei giorni antecedenti. La femmina scava una buca profonda tra gli 8 ed i 10 cm con le zampe posteriori, senza mai voltarsi per guardare la propria opera; il numero delle uova deposte varia in base al peso ed alle dimensioni dell’animale, ma è compreso fra 3 e 16 nella quasi totalità dei casi. Il sesso degli embrioni dipende dalla temperatura d’incubazione delle uova: temperature elevate, mediamente intorno a 30 °C, producono prevalentemente femmine, mentre al di sotto di 25°C sono prodotti quasi esclusivamente maschi. La schiusa avviene in occasione dei violenti acquazzoni di fine estate e autunnali, oppure nella primavera successiva.

La specie è molto longeva: è stato riportato il caso di un esemplare ospitato in un giardino della Francia meridionale vissuto in cattività oltre 120 anni.

Emys orbicularis rappresenta una specie protetta nella maggior parte delle nazioni in cui è presente. Il commercio è vietato in base alle Convenzione di Berna del 1979 (protezione della fauna europea). La specie è inoltre tutelata dalla Direttiva Comunitaria 92/43 detta “Direttiva Habitat” e recepita dall’Italia con D.P.R. n. 357 del 1997, successivamente modificato dal D.P.R. n. 120 del 2003. In Liguria la testuggine palustre è tutelata dalla L.R. n. 4 del 22 gennaio 1992, specifica per la tutela della fauna minore rivolta, in particolare, verso anfibi e rettili.

SAN DANIELE PO

“Stiamo partecipando ad un bando di finanziamento per ripristinare e rilanciare la nostra Oasi le Margherite. Se riusciremo ad ottenere il finanziamento renderemo questa piccola perla padana un sogno naturalistico. Forza e avanti tutta!” scrive Davide Persico che prosegue nella politica fortemente ambientalista che lo caratterizza.

Il progetto, come dicevamo all’inizio è “Habitat management a sostegno di anfibi e rettili, Rana latastei ed Emys orbicularis, del Bodrio Oasi “Le Margherite” di San Daniele Po (CR)”. La Fonte finanziamento è il “PROGRAMMA REGIONALE PER INTERVENTI TERRITORIALI A SALVAGUARDIA DELLA BIODIVERSITÀ – LIFE GESTIRE 2020” di cui alla D.d.S. 9 ottobre 2020 – n. 11951 DG Ambiente e clima di Regione Lombardia, costituito da nove linee di intervento per l’assegnazione di contributi regionali e comunitari. Attuazione degli interventi previsti nelle 41 schede delle aree prioritarie di intervento (API) approvate con d.g.r 2423/2019.

N.C.

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