Cronaca

Martignana Po, Cattivo non c'è più, è tornato a essere quiete, senza più paura

Cattivo non c'è più. Il suo spirito è tornato nei più profondi antri della golena in cui è nato. Adesso non ha più paura, non deve difendersi dalle fiere e neppure dalla ancor più pericolosa infinita stupidità degli uomini

MARTIGNANA PO – Cattivo non c’è più. Se l’è portato via la strada o meglio gli irresponsabili che ogni giorno la percorrono e pensano che 20 km di velocità in più (in un tratto il cui limite è i 50) possano fare la differenza. Lo aveva chiamato così Armando Bolsi, uno dei gattari di Martignana Po. La sua colonia (una delle più numerose del paese) sorge nell’ex deposito d’auto ACMA che si affaccia su via Bardellina, il tratto di provinciale che da una parte porta a Gussola e dall’altra ad Agoiolo e Casalmaggiore.

Cattivo era arrivato lì nel 2016. Era stato trovato in golena, nella parte più profonda, quella che guarda al fiume. Per un po’ lo aveva nutrito lì, perché non si faceva ne prendere ne avvicinare. Guardingo ed irrequieto come tutti i gatti che nascono laddove c’è pericolo. Era andato tutti i giorni a portargli comunque da mangiare e Cattivo era sopravvissuto anche alla piena, arrampicandosi su un albero.

Armando poi nel 2016 era stato ricoverato ma quel gatto lo preoccupava. Era stato il sindaco Alessandro Gozzi ad andarlo a ‘catturare’ con una gabbia trappola. Dopo la cattura lo aveva portato da Armando, al deposito e lì Cattivo si era subito fatto riconoscere. Il suo nome derivava proprio da un’indole poco incline agli altri animali e alle persone. Non era cattiveria (lo aveva chiamato così ma solo – come fanno talora i gattari – per sottolinearne un’indole senza per questo amarlo di meno) e lo sapeva bene anche Armando. Era spirito di autodifesa, del tutto comprensibile per chi la prima parte della propria vita l’aveva passata in mezzo ai pioppeti, giorno e notte esposto ai predatori, in costante tensione.

Era stato un lavoro lungo quello di Armando. “Era cambiato molto in questi anni – ci racconta – pur mantenendo il suo spirito”. Lo spirito: poche coccole, ogni tanto qualche tentativo di mordere, ma una vita più serena. Non usciva quasi mai da quel perimetro in cui forse aveva trovato un po’ di pace. E d’altronde di spazio, nell’ex deposito, ne aveva parecchio e parecchio ne aveva in casa e in prossimità della stessa abitazione di Armando che sorge all’interno.

Ieri mattina presto era uscito, quando il figlio dell’ex dipendente ACMA era andato a lavorare. In mattinata poi, tra i gattari era scattato l’allarme per un gatto investito sulla provinciale, tra la pizzeria e il bar. Un bianconero tigrato. Subito le gattare e i gattari dell’area (una delle colonie limitrofe è gestita dai 4Cats e un’altra poco distante da un privato) si era diffusa la notizia. Si era pensato ad uno dei gatti di colonia, a uno di quelli che difficilmente restano nello stesso luogo, difficilmente vivono stando fermi, difficilmente controlli.

Non si sapeva ancora di Cattivo. Non vedendolo rientrare Armando se ne è subito preoccupato. Non stava mai via a lungo e non saltava mai un pasto. Poi questa mattina l’amara scoperta. Il gatto era stato recuperato dai cantonieri ormai privo di vita. Pochi dubbi che fosse lui. Era stato castrato e nonostante tutto era voluto uscire dal cancello, portarsi in strada e lì ha trovato la morte.

I gatti sono così, e i gattari che seguono colonie lo sanno bene. Spesso fragili foglie di piante ostinate seppur esposte al vento. Spiriti liberi che non puoi fermare o limitare, a cui non puoi insegnar nulla se non il bene e la piccola quiete che possono trovare nel luogo in cui li accogli e dove, comunque sia, non si fermano mai abbastanza. Ce ne sono tanti, ed ogni tanto qualcuno su quelle strade sfida la vita e la perde. Ed ogni volta è un disagio, ed ogni volta è un dolore anche se in fondo sai che il destino è vivere e morire, è fatto del presente e dell’incognita futura.

Cattivo non c’è più. Il suo spirito è tornato nei più profondi spazi della golena in cui è nato. Adesso non ha più paura, non deve difendersi dalle fiere e neppure dalla ancor più pericolosa infinita stupidità degli uomini. Niente più fauci, nessuna paura. Nessuna scatola d’acciaio lo fermerà più: è tornato ad essere luce, e per sempre quiete profonda di golena.

Nazzareno Condina

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