Cronaca

RSA Grassi, critiche ingiuste. Il CdA: "Dobbiamo far quadrare i bilanci"

La Fondazione potrà rendere esecutivo l’aumento delle rette in tempi più lunghi e con modalità diverse qualora il Comune aiuti annualmente la Fondazione

VIADANA – Nell’occhio del ciclone per l’aumento – piuttosto considerevole – delle rette per gli ospiti della RSA, oggetto di aspre critiche e di richieste di tornare sui propri passi il CdA della Fondazione Carlo Louisa Grassi prova a spiegare le proprie ragioni. Che sono ragioni di bilancio.

Se i comuni e le attività godono di una qualche forma di sostegno da parte dello stato, così non è per le RSA, e far quadrare il bilancio in maniera ortodossa è diventato un – quasi – miracolo.

Il CdA non ha risposto alle critiche ma non per indifferenza, ma proprio perdare una risposta unitaria e ponderata. Con un lungo documento la presidentessa della Fondazione Silvia Angelicchio prova a dare le proprie motivazioni.

“Desideriamo precisare che il silenzio mantenuto dal Consiglio di amministrazione, fino ad ora, rispondeva ad un’esigenza di salvaguardia del profilo istituzionale nell’unico ed esclusivo interesse della Fondazione e dei suoi ospiti; tuttavia, stanti le numerose dichiarazioni apparse sulla stampa e le legittime richieste di chiarimenti, non ci vogliamo esimere dal rendere conto della scelta di aumentare le rette di degenza.

Abbiamo letto, con grande stupore, che l’aumento sarebbe stato ‘un fulmine a ciel sereno’; in realtà già a febbraio 2020 la Fondazione ha rivolto all’amministrazione, anche a mezzo stampa, richieste di aiuto economico che le consentissero di poter sopravvivere.

Per inquadrare correttamente la situazione, va ricordato che, l’attuale consiglio di amministrazione è succeduto al precedente alla fine del maggio 2019; dall’esame dei documenti contabili disponibili è emerso che il risultato in quasi pareggio del bilancio 2018 era stato ottenuto attraverso una non ortodossa politica di stabilizzazione dell’utile netto facendo leva su una contabilizzazione solo parziale di una posta straordinaria.

Inoltre, oltre al risultato d’esercizio negativo, sono state riscontrate alcune scelte gestionali non condivisibili (l’abbandono di crediti della Fondazione derivanti da rette di degenza non pagate per il considerevole importo di circa € 86.000,00, un numero elevato di dipendenti (93 unità) in forza, l’assunzione alle proprie dipendenze del Responsabile sanitario con un costo annuo di circa € 100.000,00, scelta gestionale non preceduta da una analisi della sostenibilità della spesa).

Da giugno a dicembre 2019 l’attuale Consiglio di Amministrazione ha attuato una politica di consolidamento e fidelizzazione del personale dipendente e in breve tempo ha migliorato la qualità del servizio assistenziale all’interno della struttura.

A gennaio 2020 il responsabile sanitario ha maturato la decisione di dimettersi, nel febbraio 2020 è esplosa l’epidemia Covid 19 che, oltre al dramma umano, ha generato perdite economiche senza precedenti perchè, dal 9/3/2020 sono stati vietati i nuovi ingressi con una drastica riduzione delle entrate ed un aumento straordinario dei costi per l’acquisto dei presidi e del materiale sanitario, mentre l’attività del Centro Diurno e l’attività domiciliare sono state sospese.

Si è concretizzata una diminuzione dei ricavi caratteristici di circa € 620.000,00 non controbilanciata da una diminuzione dei costi.

Tutti gli strumenti possibili al fine di salvaguardare la situazione economica e patrimoniale dell’Istituto sono stati attuati attraverso una oculata politica di revisione dei costi: si è preferito affidare l’incarico di responsabile sanitario ad un medico geriatra che opera in rapporto libero professionale e che, insieme agli altri medici esterni, ha riportato la struttura ad alti livelli di qualità e di competenza, con consistente risparmio di costi; è stato azzerato il turnover del personale, rinunciando a sostituire chi si è dimesso e chi è andato in pensione e quindi attuando una più attenta politica delle risorse umane residue con un considerevole risparmio di risorse in termini retributivi e contributivi, la RSA si è adeguata (finalmente) al quadro contrattualistico nazionale ed applicherà per le future assunzioni il CCNL Uneba (in sostituzione del Contratto Enti Locali); infine è stata posta in essere una opportuna iniziativa per recuperare le rette insolute.

Ci feriscono e troviamo ingiuste le critiche che alcuni familiari rivolgono alla Fondazione sulla qualità dei servizi offerti; infatti sino ad oggi non sono state registrate contestazioni o segnalazioni di disservizi (ad eccezione del servizio di lavanderia – attivo solo dal mese di novembre 2020 – su cui già stiamo intervenendo).

Anzi, i parenti degli ospiti ci ringraziano per la qualità del servizio e sui necrologi la Fondazione Grassi viene sempre ringraziata per l’assistenza e le amorevoli cure prestate al compianto parente che è stato nostro ospite.

Ci dispiace anche che non siano stati compresi ed apprezzati i nostri sforzi per realizzare la stanza degli abbracci, che rientra nel progetto di sostegno che la Fondazione intende perseguire per scalfire il senso di solitudine dei nostri anziani lontani dalle loro famiglie, garantendo loro la miglior qualità di vita possibile ripristinando la socialità; tanto più che la RSA Grassi ha già provveduto a vaccinare gli ospiti ed il personale assistenziale e sanitario.

E’ nostra preoccupazione regolamentare le riunioni periodiche con le rappresentanze dei parenti ovvero disciplinare la nomina di un rappresentante dei famigliari che possa fungere da tramite tra i parenti dell’ospite ed il Consiglio di amministrazione, consentendoci di intervenire tempestivamente quando si presentano problematiche oggettive nel servizio.

Al contrario di quanto qualcuno ha affermato, vorremmo precisare che le tariffe della nostra Fondazione non sono fuori mercato; le Rsa territorialmente vicine e confinanti con Viadana non possono essere prese a paragone in quanto gestiscono strutture più piccole, il costo del personale è inferiore per numero di personale, perchè applicano da tempo il CCNL Uneba, perchè il numero degli ospiti è inferiore, perchè non hanno l’assistenza infermieristica h24, perchè i servizi offerti sono spesso gestiti da ditte/cooperative esterne ed alcuni servizi compresi nella nostra retta sono invece extra retta nelle altre strutture.

La pandemia ha sconvolto non solo le vite di tutti ma anche i bilanci della Fondazione. Pertanto, il Consiglio di Amministrazione, che non può nemmeno beneficiare dei finanziamenti garantiti dallo Stato per la pandemia Covid 19, ha dovuto, suo malgrado, aumentare le rette di degenza che sono in linea con le strutture equiparabili alla Grassi in termini di servizi offerti, numero di utenti, numero di dipendenti, dimensioni e costi.

Troviamo ingiusto l’accanimento nei confronti di un consiglio di amministrazione che, in pochi mesi ha invece dimostrato coesione, condivisione ed efficienza e che ha cercato di porre rimedio e recuperare una situazione negativa, aggravata dalla pandemia.

In occasione dell’incontro di pochi giorni fa con il Sindaco Cavatorta e l’assessore ai servizi sociali Tripodo, la Fondazione ha precisato che in termini di provvidenza economica la nostra RSA sta al Comune come il Comune sta allo Stato.

La Fondazione potrà rendere esecutivo l’aumento delle rette in tempi più lunghi e con modalità diverse qualora il Comune aiuti annualmente la Fondazione.

La decisione tanto sofferta quanto ponderata, rappresenta per noi l’unica via per tutelare la Fondazione.

Allo stato attuale, dunque, non posso che ribadire l’accorato appello che, già più volte dall’inizio dell’emergenza sanitaria, il Consiglio di Amministrazione ha rivolto all’amministrazione ed al nostro Sindaco perché intervenga con opportuni contributi economici a favore della Fondazione e/o a favore degli utenti, così come hanno fatto, in cospicua misura, altri comuni anche della Provincia di Mantova.

Diversamente non potremo modificare la misura dell’aumento.

Rinnoviamo la richiesta di aiuto economico al nostro Sindaco ed agli amministratori ai quali chiediamo di sostenere anche una campagna informativa finalizzata alla donazione del 5 per mille a favore della Fondazione e chiediamo che, nei fondi previsti dal Decreto Rilancio, il Comune preveda un contributo straordinario specifico per la nostra Fondazione.

Sarebbe anche auspicabile un’azione comune concertativa tra le associazioni, i sindacati dei pensionati ed i comitati dei parenti degli ospiti per fare insieme le dovute pressioni e chiedere alle istituzioni deputate che vengano stanziati i fondi per le RSA in maniera sufficiente a far fronte a questa complessa situazione”.

redazione@oglioponews.it

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