Politica

I sindaci scrivono a Speranza e Fontana: "Cremona non è zona rossa"

I dati della provincia di Cremona sono "Al di sotto della media lombarda". Così scrivono i sindaci, di comune accordo

In foto, da sinistra, Gianluca Galimberti, sindaco di Cremona, Stefania Bonaldi, sindaco di Crema, Filippo Bongiovanni, sindaco di Casalmaggiore e Mirko Signoroni, presidente della provincia di Cremona

Un comunicato congiunto. Sotto forma di lettera per chiedere al ministro della Salute Roberto Speranza e al governatore Lombardo Attilio Fontana di non considerare Cremona alla stregua dei comuni lombardi maggiormente colpiti dalla pandemia. Una lettera supportata dai numeri che fanno della provincia cremonese, considerata nella sua interezza, fuori dalla zona rossa nella quale verrà collocata tutta la regione.

I dati della provincia di Cremona sono “Al di sotto della media lombarda”. Così scrivono i sindaci, di comune accordo: “Forse proprio perché eravamo stati fra i primi ed i più colpiti dell’ondata primaverile, ora il virus da noi colpisce meno e la situazione appare più sotto controllo. L’incidenza dei nuovi contagi colloca la provincia di Cremona al di sotto della media regionale e ancor più di quei dei territori che presentano valori superiori a 200 casi ogni 100.000 abitanti”.

Un’occhio di riguardo? No, la giusta considerazione per situazioni nettamente diversificate. Quello sotto è il testo della lettera inviata.



LETTERA CONGIUNTA SINDACI CREMONA – CREMA – CASALMAGGIORE – PRESIDENTE PROVINCIA

Al Ministro della Salute
Al Presidente della Regione Lombardia

Sappiamo che i dati epidemiologici lombardi nel loro insieme non sono incoraggianti e per le prossime ore si prospettano scenari ancora una volta cupi per i nostri cittadini, stretti nella morsa di una emergenza, che come voi sapete bene, non è più solo sanitaria ma tocca anche le dimensioni economiche e sociali delle famiglie e delle comunità.

La Lombardia, Regione di oltre 10 milioni di abitanti, un sesto del Paese, presenta però anche un quadro epidemiologico al momento molto diversificato, con situazioni provinciali di grande sofferenza ed altre, come la provincia di Cremona, con indici di contagiosità al di sotto della media lombarda.

Forse proprio perché eravamo stati fra i primi ed i più colpiti dell’ondata primaverile, ora il virus da noi colpisce meno e la situazione appare più sotto controllo.

L’incidenza dei nuovi contagi colloca la provincia di Cremona al di sotto della media regionale e ancor più di quei dei territori che presentano valori superiori a 200 casi ogni 100.000 abitanti.

Questo ci conforta nel chiedere che si possa ipotizzare, per la Lombardia, un trattamento differenziato per province, sulla scorta appunto dei dati epidemiologici raccolti.

Vero che nel primo lockdown si erano fermati anche i territori lombardi meno coinvolti, rispetto a Cremona, Lodi e Bergamo, ma è vero anche che dopo undici mesi di regime emergenziale e di provvedimenti restrittivi, immaginare una applicazione delle regole più aderente alle realtà territoriali ci pare doverosa.

Anche per andare incontro a tutte quelle attività economiche che stanno realmente toccando il fondo e che non chiedono aiuti e sussidi, conosciamo bene l’orgoglio e l’operosità dei lombardi, chiedono solo di lavorare.

Anche per la scuola, caro Ministro e caro Presidente, la nostra Provincia, sotto il coordinamento del tavolo prefettizio, era pronta a riprendere la didattica in presenza al 50% dallo scorso 11 gennaio.

Ciò premesso, Gentili Sig. Ministro e Sig. Presidente, siamo a chiederVi di valutare, per la provincia di Cremona, l’applicazione di quanto previsto dall’art. 2 comma 2 nonché dall’art. 3 che prevede testualmente:

“Con ordinanza del Ministro della salute adottata ai sensi del comma 1, d’intesa con il Presidente della Regione interessata, può essere prevista, in relazione a specifiche parti del territorio regionale, in ragione dell’andamento del rischio epidemiologico, l’esenzione dell’applicazione delle misure di cui al comma 4”.

Anche nel testo del nuovo DPCM è chiaramente ribadito che la decisione spetta al Ministro della Salute d’intesa con il Presidente della Regione, cui chiediamo un dirimente, prioritario consenso, in ragione anche del parere che potrà ricevere dal CTS regionale.

Facciamo nostre, signor Ministro e Signor Presidente, le istanze dei nostri concittadini e concittadini e delle categorie più vessate, siamo reduci in queste ore da incontri in cui abbiamo ad esempio ascoltato le ragioni di baristi e ristoranti, ma poi ci sono il mondo dello sport, le palestre, una infinità di attività commerciali e artigianali delle nostre città in ginocchio.

E, ancora una volta, i giovani e la scuola, che hanno già pagato prezzi altissimi.

Attendiamo un vostro riscontro, riponendo fiducia nella vostra attenzione e nella sensibilità con cui vorrete considerare i nostri argomenti e le nostre istanze e vi salutiamo cordialmente.

Il Presidente della Provincia – Mirko Paolo Signoroni
Il Sindaco di Cremona – Gianluca Galimberti
Il Sindaco di Crema – Stefania Bonaldi
Il Sindaco di Casalmaggiore – Filippo Bongiovanni




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