Stanza del Sale, Marisa Sarzi Puttini: "Al danno economico durissimo resistere"
Purtroppo le restrizioni legate al Covid hanno creato un doppio danno: all’attività di Marisa, costretta a tenere chiuso o ad aprire a singhiozzo proprio nei mesi invernali quando è più necessario ricorrere a questo tipo di cura, e ai suoi clienti

VICOBELLIGNANO – Il 6 ottobre 2012 Marisa Sarzi Puttini inaugurava a Vicobellignano ‘Il Sale della Vita’, una grotta di sale dove potersi sottoporre all’Haloterapia, nome derivante dal greco che significa terapia del sale. L’halo-trattamento si basa sui benefici derivanti dalla somministrazione per via inalatoria di cloruro di sodio micronizzato cioè di sale di roccia purissimo.
E’ un rimedio naturale conosciuto da secoli per i suoi effetti sui problemi del sistema respiratorio e della pelle; la bibliografia medico scientifica attribuisce a una seduta di 30 minuti la stessa valenza di 3 giorni in riva al mare. I monaci nel medioevo portavano i malati nelle caverne di sale e lasciavano che ne respirassero le particelle generate dalla rottura delle stalattiti.
Nel XIX secolo questo trattamento ebbe un picco di popolarità osservando che i minatori delle grotte di sale in Polonia presentavano una drastica riduzione, rispetto alla popolazione in generale, delle patologie polmonari. I primi studi scientifici sul microclima delle grotte di sale risalgono al 1843 ad opera di uno scienziato polacco.
A seguito di queste prime valutazioni l’haloterapia ha avuto una diffusione via via più consistente sino ad accreditarsi come terapia medica ufficialmente riconosciuta in numerosi paesi dell’est Europa e impiegata per la cura di bronchiti croniche, tosse, raffreddore, influenza, sinusite, rinite, allergie respiratorie, tonsilliti, faringiti, infezioni virali ricorrenti, eczema, psoriasi e rafforzamento del sistema immunitario.
Ad oggi sono in corso sperimentazioni per accreditarsi nell’ambito di tutti i paesi della CEE.
E’ per puro caso che Marisa viene a conoscenza di una Stanza del Sale operante in Cremona e se ne innamora immediatamente. Da tempo desiderosa di aprire una propria attività, studia, si documenta e inaugura ‘Il Sale della Vita’ mettendoci tutto l’impegno e l’amore possibili.
La sua stanza del sale è un accogliente rifugio per la salute e il relax, mura e pavimenti ricoperti da sale purissimo le danno l’aspetto di un igloo, all’interno poltrone bianche, cromoterapia e TV.
Essendo molto frequentata dai bambini, in quanto aiuta ad espellere il muco evitando che si depositi in bronchi e polmoni, fino a qualche mese fa era dotata anche di giocattoli per far sì che i più piccoli trascorressero la mezz’ora necessaria ad una seduta, giocando.
Purtroppo le restrizioni legate al Covid hanno creato un doppio danno: all’attività di Marisa, costretta a tenere chiuso o ad aprire a singhiozzo proprio nei mesi invernali quando è più necessario ricorrere a questo tipo di cura, e ai suoi clienti.
Il trattamento infatti necessita di continuità, di un percorso di sedute che non devono assolutamente essere interrotte altrimenti se ne perdono i benefici. Questo è in assoluto l’aspetto più triste per Marisa, non potere più assicurare ai clienti un servizio completo per la loro salute, non poter più proporre un pacchetto perché non si sa cosa accade la settimana dopo.
“Quando vidi la Stanza del Sale a Cremona mi dissi: ho trovato il mio mestiere! Ci ho messo tutto l’impegno e la passione possibili e ci ho lavorato tanto e adesso, proprio mentre la mia attività cominciava ad essere capita, il Covid mi ha tolto energie e speranza. Non è stato un problema per me dovere igienizzare tra una seduta e l’altra, lo facevo anche prima perché questo lavoro lo richiede e io sono pure maniaca dell’igiene; non è stato un problema diminuire il numero di persone a seduta, ora entrano non più di tre persone, di solito bambini e un adulto appartenenti allo stesso nucleo famigliare o un anziano; non è stato un problema togliere i giochi, tenere sempre la mascherina, provare la temperatura e igienizzare le mani, questo è un luogo perennemente disinfettato e disinfettante a sua volta in maniera naturale. Ho scelto un settore rivolto alla salute delle persone quindi il mio più grande dispiacere è che i miei clienti non possano più curarsi e beneficiare, in modo continuativo, di questo trattamento naturale che va a completamento di quello farmacologico e che porta ottimi benefici. A questo si aggiunge il danno economico al quale è durissimo resistere, se sono ancora qui è per i miei clienti e per questa stanza che vivo come una creazione; appoggiata fin dall’inizio da mio marito e dalla mia famiglia ho deciso di resistere, voglio crederci ancora”.
La voce è un po’ rotta in gola e gli occhi sono lucidi ma si riprende immediatamente e mi mostra gli oggetti che vende a corredo: lampade di sale rosa dell’Himalaya, complemento d’arredo bello, d’atmosfera e salutare allo stesso tempo e tanti altri oggetti ornamentali o da regalo tra cui alcune novità in arrivo che pare saranno novità a tutti gli effetti.
Storie al tempo del Covid che commuovono per la forza, la tenacia e la resilienza concentrate in una giovane donna minuta, aggraziata, gentile ma leonessa nel voler salvare la sua creatura, come lei la definisce, per altro unica a Casalmaggiore. Determinata nel volere sentirsi dire ancora “è anche grazie alla stanza del sale se il mio bambino si ammala di meno” oppure “per fortuna che c’è questo posto, non avrei mai trovato il modo e il tempo per andare spesso al mare” e ancora “ il mio bambino è piccolo per riuscire a soffiare il naso da solo ma con questo trattamento espelle tutto il muco”.
Storie che ci abitano accanto e che ci toccano, storie di chi, oltre a sognare, ha costruito e continua a costruire mura e fossati per difendersi dalla distruzione, storie come quella di Marisa il cui lavoro è al servizio della salute delle persone e, seppur affaticata e delusa, non vuole mollare.
Non sembra un paradosso che la stanza del sale, che alza le difese immunitarie, protegge polmoni e bronchi ed è un disinfettante naturale non sia considerata un aiuto per combattere il Covid?
Giovanna Anversa