Politica

Nuova palazzina di 4 piani a ridosso dell'argine, Annamaria Piccinelli dice no

La consigliera comunale: "Interventi disarmonici come il palazzetto e un condominio che si staglierà con i suoi 15 metri d’altezza, proprio a ridosso dell’argine maestro, sono il segno che non si dà il giusto valore a questo nostro patrimonio"

CASALMAGGIORE – No alla nuova palazzina che sorgerà in prossimità dell’area parcheggio dell’ospedale vecchio a ridosso dell’argine maestro. E’ l’ambientalista Annamaria Piccinelli (Vivace e Sostenibile) a schierarsi contro un progetto troppo impattante per l’area.

“Lungo l’argine – spiega – verrà costruito un condominio di 4 piani e secondo me è una scelta sbagliata. La nostra riviera andrebbe curata nei dettagli, nelle forme, nei colori, nelle altezze, nelle luci… e invece, affianco al parcheggio dell’ex ospedale, verrà costruito un massiccio corpo a sé stante, del tutto fuori contesto, per proporzioni e posizione.

L’assessore Leoni ha sostenuto in consiglio che “questa è un’opportunità per il territorio, per il patrimonio edilizio di Casalmaggiore perché il rischio è che questo patrimonio rimanga ancora per anni abbandonato e sempre più fatiscente”.

Il Piano del Governo del Territorio (Pgt) classifica questa zona come Centro storico in cui bisognerebbe mantenere gli involucri esistenti, ma in effetti dice anche che “in particolari situazioni (fatiscenza…), l’Amministrazione comunale può decidere di assoggettare l’area a un Piano di Recupero il quale consente di derogare alla regole.

Tuttavia ancora più avanti, sempre nel Pgt, all’art 13, comma 3, lettera e) bis, si dice che, nel Piano di Recupero, l’Amministrazione può prescrivere il mantenimento delle caratteristiche costruttive di contesto. Ora, se si osserva il contesto, si nota che la tipologia costruttiva è mediamente molto più bassa e gli edifici esistenti presentano un allineamento nettamente arretrato rispetto a via Giordano Bruno posta ai piedi dell’argine.

A questo punto entra in gioco il tipo di sensibilità dell’amministratore il quale deve, da un lato, risolvere il degrado e dunque allettare il costruttore, come si è fatto, con una variante al Pgt che consenta di uscire dagli involucri esistenti, ma dall’altro non dovrebbe, a mio avviso, concedere tutto ciò che è concedibile, bensì trovare un equilibrio con stili, altezze, allineamenti di contesto.

E qui si esce dal fatto urbanistico per porsi una domanda politica: quanto si crede nell’importanza, anche economica, della nostra riviera, del paesaggio, della bellezza? E sul piano procedurale non sarebbe stato più prudente sottoporre il progetto del condominio al Consiglio comunale e alla Commissione paesaggistica invece di decidere in giunta?

Io insisto nel sostenere che quella paesaggistica-rivierasca è una delle principali emergenze di Casalmaggiore: ad essa, assieme alla riqualificazione di piazze e vie adiacenti, è legato il nostro rilancio economico. Interventi disarmonici come il palazzetto e un condominio che si staglierà con i suoi 15 metri d’altezza, proprio a ridosso dell’argine maestro, sono il segno che non si dà il giusto valore a questo nostro patrimonio”.

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