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Fiasconaro e Zolezzi (M5S): “Poco chiaro il rapporto tra pubblico e privato”

Nei giorni scorsi, l’Assessore al Welfare Giulio Gallera, è stato audito in Commissione regionale Sanità sull’emergenza Covid in Lombardia. Durante l’audizione l’Assessore è stato interpellato anche sulla gestione della pandemia nel mantovano.

Recentemente si è appreso dalla stampa locale che sarebbero 450 i pazienti dell’Asst di Mantova, in attesa di operazione chirurgica o prestazione urgente con codice di priorità, di cui più di duecento sono gli interventi di natura oncologica. Questo spiegherebbe l’accordo che l’ospedale Carlo Poma ha stipulato con le strutture private del territorio, al fine di garantire il regolare svolgimento della filiera chirurgica, oltre a quella di emergenza.

Nei giorni scorsi, l’Assessore al Welfare Giulio Gallera, è stato audito in Commissione regionale Sanità sull’emergenza Covid in Lombardia. Durante l’audizione l’Assessore è stato interpellato anche sulla gestione della pandemia nel mantovano. “Durante l’audizione Gallera ha confermato che i tre presidi ospedalieri pubblici locali, Poma, Asola e Pieve di Coriano, sono di fatto esclusivamente operativi per pazienti con il virus. A quanto pare solo in poche altre province, oltre a quella di Mantova, tutto il comparto sanitario pubblico è stato adibito principalmente a presidio Covid”, afferma il Consigliere regionale M5S Andrea Fiasconaro. “L’Assessore, in seguito alle mie sollecitazioni, ha spiegato che era iniziata un’interlocuzione anche con i privati per gestire i casi Covid. Spiegazione che va a cozzare con la scelta fatta da Stradoni: cioè affidare ai privati i pazienti non-Covid”.

“Tuttavia, leggendo le notizie di questi ultimi giorni sembra che nel mantovano anche le strutture private abbiano messo a disposizione posti letto per ospitare malati Covid. A questo punto diventa sempre più difficile comprendere quale sia la ratio dietro l’organizzazione sanitaria. Anche se dalle ultime notizie il sistema pare essere principalmente misto, in provincia di Mantova, si poteva mantenere almeno un presidio pubblico destinato alla gestione dei pazienti “non-Covid”. Così da convogliare su quella struttura le urgenze e gli interventi che ora verranno convogliati sulle strutture private”, conclude Fiasconaro.

“Una contraddizione, questa, che si protrae dall’inizio della pandemia – afferma il parlamentare M5S Alberto Zolezzi -. In Lombardia la crisi continua a non essere affrontata paritariamente dal privato e dal pubblico. Lo sforzo continua a non essere equamente distribuito, mentre il carico dei costi che gravano sulla collettività risulta inevitabilmente pesante, ma ignoto nella sua entità”. “Ora più che mai – aggiunge Zolezzi – i presidi pubblici necessitano di essere sostenuti sul piano della gestione dei malati Covid. Per questa ragione auspico che il Poma riveda l’accordo fatto con le strutture private nell’ottica di una gestione più equa della pandemia per valorizzare le eccellenze professionali e la filiera diagnostica e tecnica pubblica”.

“Infine, auspico che questa seconda ondata sia l’occasione per introdurre la sterilizzazione in situ dei rifiuti sanitari a rischio infettivo. Considerando – conclude Zolezzi – che il massimo trattamento annuo di un impianto di sterilizzazione in situ, con brevetto italiano, corrisponde a 220 t annue, con due impianti modulati si potrebbero trattare anche i rifiuti a rischio infettivo prodotti dall’ospedale Carlo Poma di Mantova. Parliamo di un risparmio di oltre 450mila euro all’anno , stima incrementata Grazie ai dati acquisiti dalla commissione Ecomafie dai 300mila euro stimati inizialmente con questa metodica”.

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