AVIS Lombardia, 1000 sacche di plasma raccolte in sei mesi: "Servono altre donazioni"
A 6 mesi dall’avvio del progetto plasma iperimmune, Avis Regionale Lombardia ha fatto il punto portando la testimonianza delle sezioni provinciali di tre delle città più colpite
“La raccolta del plasma iperimmune nelle unità locali di Avis procede e stiamo avendo un’ottima risposta dai nostri donatori. Il ruolo di Avis è fondamentale non solo per la raccolta in sé del plasma ma anche per la ricerca scientifica e lo studio di Covid-19” ha affermato Oscar Bianchi – Presidente Avis Regionale Lombardia, che questa mattina ha incontrato la stampa con il Dott. Giuseppe Cambiè – Direttore Sanitario Avis Regionale Lombardia, la Dott.ssa Barbara Giussani – Direttore Sanitario Avis Provinciale Bergamo, la Dott.ssa Germana Zana – Direttore Sanitario Avis Provinciale Brescia e il Dott. Riccardo Merli – Direttore Sanitario Avis Comunale Cremona.
A 6 mesi dall’avvio del progetto plasma iperimmune, Avis Regionale Lombardia ha fatto il punto portando la testimonianza delle sezioni provinciali di tre delle città più colpite dalla prima ondata della pandemia: Bergamo, Brescia e Cremona.
“I donatori Avis aderenti al progetto donano una volta al mese, in questo modo possiamo studiare e analizzare la durata degli anticorpi nell’organismo e fornire ai ricercatori dati sempre aggiornati. Il ruolo degli ospedali è fondamentale per trattare e immunizzare il plasma e usarlo nei pazienti che ne hanno la necessità; spetta invece ad Avis chiamare a raccolta i donatori e tutti coloro che sono stati colpiti dal virus per aiutare chi ora è in prima linea a sconfiggere questo nemico, ancora troppo sconosciuto” ha sottolineato Oscar Bianchi, Presidente di Avis Regionale Lombardia.
Una battaglia che è possibile vincere solo insieme, in stretta collaborazione tra Avis e Ospedali, a cui spetta ritipizzare il plasma raccolto, come spiega il Giuseppe Cambiè, Direttore Sanitario Avis Regionale Lombardia: “Le unità di raccolta proseguono nell’impegno di fornire agli ospedali il plasma raccolto dai donatori che ha le giuste caratteristiche per essere somministrato ai pazienti affetti da Coronavirus. Abbiamo avuto una raccolta che va di pari passo all’andamento del contagio: dopo aver avuto dai donatori una risposta molto positiva all’avvio del progetto, nei mesi successivi, nel periodo estivo, la ricerca degli anticorpi ha avuto una minore percentuale di successo, in linea con la diminuzione dei contagi e con la minor circolazione del virus. Ora, la diffusione del virus è aumentata in modo preoccupante, causando un incremento del numero dei contagi. Di conseguenza ci aspettiamo una nuova risposta. Il nostro modello può essere uno strumento importante per affrontare le conseguenze di una nuova ondata”.
Tra le città più colpite nella prima ondata, Bergamo, Brescia e Cremona hanno aderito convintamente alla raccolta del plasma iperimmune.
“Anche il territorio di Brescia ha aderito al progetto regionale per la raccolta del plasma iperimmune, rivolgendosi ai donatori periodici di plasmaferesi. Ha aderito circa il 35% dei donatori e di questi il 2,5% aveva il titolo anticorpale idoneo per partecipare al progetto. Nella Provincia di Brescia la raccolta di plasma è in carico alle strutture ospedaliere, quindi l’organizzazione del progetto del plasma iperimmune si è basata sulla sinergia con i SIMT”, racconta la Dott.ssa Germana Zana, Direttore Sanitario Avis Provinciale Brescia.
“Nelle unità di raccolta della provincia di Bergamo il progetto è attivo da agosto” spiega la Dott.ssa Barbara Giussani, Direttore Sanitario Avis Provinciale Bergamo. “Nei primi 3 mesi dall’avvio del progetto sono stati reclutati nella Udr Bergamo all’atto di una presentazione per aferesi oltre 1400 donatori già periodici di plasma,tra questi il 22% sono risultati avere anticorpi , tra gli immunizzati il 40% ha un titolo anticorpale elevato considerato iperimmune e sono stati quindi considerati idonei per il dono di questo prezioso emocomponente ed hanno già donato più’ volte”.
Nel territorio di Cremona, circa il 15% dei donatori abituali di plasma ha sviluppato gli anticorpi anti Covid-19 e quindi ha potuto donare il plasma iperimmune. Ciò dimostra che “l’incidenza del Covid continua a essere alta in uno dei territori già tra i più colpiti della prima ondata. La richiesta negli ospedali locali è in continua crescita così come la necessità di reperire una maggiore disponibilità di plasma iperimmune. Siamo quindi al lavoro per lanciare una nuova campagna di reclutamento tra i donatori guariti” afferma il Dott. Riccardo Merli, Direttore Sanitario Avis Comunale Cremona.
LA DONAZIONE
L’adesione al progetto verrà proposta ai donatori abituali di plasma che si presentano nel proprio centro trasfusionale con appuntamento per aferesi, previa informativa da parte del medico e richiesta di sottoscrizione del consenso informato. Il donatore verrà sottoposto, contestualmente alla plasmaferesi, a prelievo per ricerca degli anticorpi anti SARS–CoV–2 e tampone naso–faringeo. Se i dati evidenzieranno anticorpi a titolo significativo e il tampone risulterà negativo, al donatore verrà chiesto di rendersi disponibile per effettuare almeno una donazione di plasma iperimmune il prima possibile e comunque dopo almeno 14 giorni dalla donazione già effettuata, e una successiva a distanza di almeno 14 giorni.
“Il ruolo di Avis nella raccolta di sangue ed emocomponenti è di primaria importanza: grazie all’impegno delle sedi Avis raggiungiamo il 48% delle unità raccolte. Ora siamo impegnati in questo importante progetto che in parte mi ricorda le primissime donazioni di sangue, braccio a braccio, in cui si raccoglieva il sangue in base alla domanda. Con il plasma iperimmune curiamo e sconfiggiamo, braccio a braccio, il Covid. Stiamo tornando al futuro” conclude Oscar Bianchi.
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