Salute

Da CPS a Centro Diurno: per il territorio viadanese una sorta di resa

Non possono essere la stessa cosa, e la soluzione che la Regione prospetta al difensore regionale su proposta di ATS Valpadana è quella più immediata, a minor sforzo

VIADANA – Da CPS a Centro Diurno. Anche la Regione approfondirà la possibilità della trasformazione del servizio (20 ore settimanali, un solo psichiatra) in centro diurno. Da una struttura medico-valutativa a un’altra riabilitativa. Non possono essere la stessa cosa, e la soluzione che la Regione prospetta al difensore regionale su proposta di ATS Valpadana è quella più immediata, a minor sforzo.

Non si ritiene per nulla soddisfatto Stefano Lazzarini, rappresentante della Fials – CONFSAL, che aveva già sottolineato in maniera fortemente negativa questo tipo di opzione che di fatto non risolve i problemi di un servizio sul territorio, in un’area, quella della malattia mentale, estremamente delicata.

“La soluzione proposta di trasformare il CPS di Viadana in Centro Diurno Psichiatrico – aveva sottolineato Lazzarini –  da parte di Asst di Mantova è inaccettabile ed equivale a smantellare l’attività propria dello stesso CPS. Anche le giustificazioni addotte da Asst di Mantova in ordine alle carenze dello stesso CPS sono generiche, inconsistenti e quindi prive di valore.

Il Centro Psico Sociale (CPS) è un presidio socio-sanitario territoriale in cui si realizza la presa in carico delle persone con problemi di salute mentale. Il CPS garantisce la presenza, in orari diurni, di personale medico ed infermieristico per la pronta accoglienza della domanda di cura o di consulenza da qualsiasi cittadino. L’accesso al CPS può avvenire anche senza l’impegnativa del medico.

Si rivolgono al CPS non solo persone con disturbi psichici, ma anche familiari, parenti e istituzioni.

Le principali aree di intervento sono la diagnosi, la cura e la riabilitazione di disturbi mentali (schizofrenia, disturbi della personalità, disturbi della condotta alimentare, paranoia, etc.). Infermieri, assistenti sociali e medici psichiatri organizzano anche visite domiciliari per una valutazione delle condizioni psichiche, per la somministrazione dei farmaci e per un supporto ai familiari e per attività riabilitative.

Il CPS inoltre propone interventi riabilitativi residenziali e/o semiresidenziali da effettuarsi presso altre strutture tra i quali i Centri Diurni. Il Centro Diurno è perciò una struttura semiresidenziale con funzioni terapeutiche, riabilitative ed educativo – occupazionali rivolta ai cittadini che presentano disabilità correlate alla malattia mentale.

Si rivolge ai cittadini adulti con patologia psichiatrica che sono stati valutati e presi in carico dal CPS e per i quali appare opportuno un percorso terapeutico -riabilitativo di gruppo che abbia una forte valenza educativa e socializzante. L’azione terapeutica mira al recupero,al mantenimento e miglioramento delle competenze psicomotorie, relazionali,prassi che e ad un rinforzo dell’autonomia personale per arrivare all’integrazione o re-integrazione nel proprio ambiente sociale e lavorativo.

All’interno del Centro Diurno normalmente sono in funzione gruppi di: Lettura giornali; Cartonaggio; Attività psicomotoria; Canto corale; Bricolage e Decoupage; Lavorazione del legno; Pittura.

Sono quindi lapalissiane ed enormi le differenze esistenti tra un CPS ed un Centro Diurno Psichiatrico. Equivale dismettere una buona vettura per utilizzare un monopattino.

E’ evidente che lo smantellamento progressivo delle risorse, soprattutto,del CPS di Viadana ha fondato la soluzione della sua trasformazione in Centro Diurno facendo, purtroppo, di necessità virtù allo scopo di coprirsi le spalle per le risorse che non si vogliono mettere a disposizione.

Una soluzione incomprensibile tenendo in debita considerazione le centinaia di utenti del CPS che nel caso di trasformazione del CPS in Centro Diurno dovranno riferirsi ad altri CPS ed iniziare nuove trafile”.

Stefano Lazzarini peraltro sottolinea un altro grosso limite territoriale: “Tra l’altro non è nemmeno stata esperita una ricognizione sulle possibilità di movimento dell’utenza; infatti non ci sono mezzi di trasporto Pubblico per l’accesso alle attività di un eventuale centro diurno nel territorio dei 10 comuni”.

N.C.

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