Cronaca

Oglio Po, posti Covid in crescita? Dagli attuali 40 a 60-80 nell'emergenza?

Al momento manca l’ufficialità di questa mossa, che però - se l’ondata non dovesse scemare in fretta (come detto il freno c’è stato, ma è prematuro e scorretto parlare di emergenza superata) - potrebbe concretizzarsi nei giorni a venire. 

VICOMOSCANO (CASALMAGGIORE) – Da Covid free – perché questa era stata la promessa a inizio estate – a venti posti letto. Da venti posti letto a quaranta, perché questo è il numero attuale di ricoverati all’ospedale Oglio Po di Vicomoscano. Un ampliamento passato quasi sotto silenzio, anche se ufficializzato nell’aggiornamento che l’ASST di Cremona pubblica una volta a settimana sui nuovi ricoverati colpiti dal Coronavirus tra il Maggiore di Cremona e appunto l’ospedale di Vicomoscano.

L’ultima nota, si ricorderà, parla appunto di 40 ricoverati in Oglio Po, di cui 4 in Terapia Intensiva. Ma ci sono voci interne all’ospedale che, a causa della seconda ondata che sembra in frenata, ma ogni giorno porta comunque numeri importanti – specie dalle province lombarde più a ovest, come Milano, Varese e Monza Brianza – già parlano di una moltiplicazione di questi posti letto riservati al Covid anche nel nosocomio di Vicomoscano. Rispetto alla prima ondata, quando il virus colse impreparati un po’ tutti, con una rincorsa alla normalità minata alle fondamenta dal carattere emergenziale (e spesso tragico) della situazione, gli ospedali sono riusciti a organizzarsi molto meglio: ora la zona Covid è ben divisa – anche nei percorsi di accesso – dalle altre zone operative, tanto è vero che le varie linee di assistenza, come ha precisato ASST, sono tutte funzionanti. Zona pulita e zona sporca, insomma.

Tuttavia la sensazione diffusa, alimentata come detto da alcune voci di corridoio, è quella di un aumento della capienza dell’ospedale Oglio Po a 60 posti Covid, con la prospettiva di arrivare a 80 nel caso di massima emergenza. Posti letto da ricavare in fretta, per venire in soccorso sì di malati di altre province, ma anche delle province che l’Oglio Po da sempre serve, ossia Cremona e Mantova. Al momento manca l’ufficialità di questa mossa, che però – se l’ondata non dovesse scemare in fretta (come detto il freno c’è stato, ma è prematuro e scorretto parlare di emergenza superata) – potrebbe concretizzarsi nei giorni a venire.

G.G.

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