Piloni (PD): "ATS Valpadana, mancano 86 medici di famiglia: più borse di studio"
Più volte abbiamo chiesto di aumentare il numero delle Borse a loro destinate dalla Regione. Qualcosa abbiamo ottenuto, ma non è stato fatto abbastanza
A che punto sono le procedure per il reclutamento del personale sanitario previsto dalla legge 77/2020, quante e quali ATS e ASST hanno già predisposto o stanno predisponendo le procedure in oggetto e quali stanno già assumendo personale, attingendo da precedenti graduatorie? È il quesito contenuto nell’interrogazione che questa mattina i consiglieri del gruppo regionale del Pd hanno presentato all’assessore Gallera, durante il question time dell’aula consiliare.
“Nell’Ats Valpadana la mancanza di medici di famiglia, già da tempo emergenza, si aggrava ancora di più – spiega il consigliere Matteo Piloni che ha firmato il documento e che illustra la situazione nella sua provincia – Al primo settembre scorso i medici in servizio erano 499, a mancare all’appello erano ben 86. Nella sola provincia di Cremona ne mancano 37 – spiega Piloni – La pandemia da coronavirus ha evidenziato le carenze, purtroppo note da anni, della medicina territoriale e l’Ats Valpadana, nonostante i lunghi mesi di emergenza, registra ancora una carenza importante: nel cremasco mancano 19 medici, 12 nel cremonese, 4 nelle terre di mezzo e 2 nel casalasco. I pochi medici di famiglia presenti devono già assistere fino a 1500 pazienti, senza poter contare su alcun sostegno dell’Ats”.
“Noi denunciamo da anni la mancanza di medici di famiglia – commenta Piloni -. Più volte abbiamo chiesto di aumentare il numero delle Borse a loro destinate dalla Regione. Qualcosa abbiamo ottenuto, ma non è stato fatto abbastanza. Ora più che mai, è necessario stanziare risorse per dare incentivi ai neolaureati, affinché si specializzino in medicina generale e destinare loro spazi per aprire nuovi ambulatori. Questa soluzione va nella direzione di attivare anche in Lombardia strutture analoghe alle Case della Salute, presidi che riuniscono ambulatori di medicina generale e specialistici indispensabili a garantire la presa in carico a casa dei pazienti”.
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