Decessi, nel cremonese picchi tra marzo e aprile, ora situazione di normalità: il report Istat
In alcuni Comuni, tuttavia, i numeri più alti si sono registrati ad aprile: è il caso, ad esempio, di Quintano, dove l’incremento dei decessi è stato del 1400%, così come San Martino del Lago (+1400%) e Scandolara Ravara (+1.025%). A Solarolo Rainerio, Pescarolo ed Uniti il peggio è arrivato invece a maggio, quando si sono registrari incrementi del +900%.
Una curva di incrementi che ha avuto il proprio picco tra marzo e aprile, per poi tornare a scendere: questo l’andamento dei decessi (per svariate cause) nel territorio cremonese tra gennaio e agosto, come evidenzia un report dell’Istat diffuso oggi. Un documento che mostra come, se, nel primo bimestre del 2020 si registra una diminuzione della mortalità rispetto al 2015-2019, a partire dal mese di marzo si ha una netta inversione di tendenza, a seguito della diffusione dell’epidemia di Covid-19. Segue un decremento tra maggio e giugno per arrivare poi alla normalità tra luglio e agosto.
Per quanto riguarda i comuni del nostro territorio, Cremona ha avuto il suo picco a marzo, quando ha registrato il +409% dei decessi, mentre a Crema si è spinto fino al +542%. Ma quello è stato il mese nero per la maggior parte dei Comuni, con Torlino Vimercati che ha registrato addirittura il +1900%, Cappella Cantone +1400% e Stagno Lombardo +1067%. In alcuni Comuni, tuttavia, i numeri più alti si sono registrati ad aprile: è il caso, ad esempio, di Quintano, dove l’incremento dei decessi è stato del 1400%, così come San Martino del Lago (+1400%) e Scandolara Ravara (+1.025%). A Solarolo Rainerio, Pescarolo ed Uniti il peggio è arrivato invece a maggio, quando si sono registrari incrementi del +900%. A giugno ha sofferto maggiormente Paderno Ponchielli, con un aumento delle vittime del 650% rispetto al periodo precedente. A Olmeneta, Campagnola Cremasca, Bordolano e Moscazzano il numero più alto di vittime si è invece registrato a luglio (con rispettivamente +1400, +900 e +400%). Ad agosto la situazione è risultata piuttosto tranquilla in quasi i tutti i comuni, con in molti casi un calo del numero delle vittime rispetto al periodo precedente, tranne a Pieranica, dove si è invece rilevato un +900%.
IN ITALIA – A livello territoriale è il Nord l’area in cui si registra l’inversione di tendenza più marcata, in particolare in Lombardia si passa da una diminuzione dei decessi del 5,8% del bimestre gennaio-febbraio 2020 -rispetto al 2015-2019- ad un aumento del 191,2% nel mese di marzo, seguita dall’Emilia–Romagna con un aumento del 69,1%, e dal Trentino Alto-Adige (62,2). Nel mese di aprile si iniziano ad osservare alcuni importanti cambiamenti nello scenario precedentemente descritto. Si registra infatti, pur in un contesto ancora drammatico, una riduzione dell’eccesso di mortalità totale rispetto allo stesso periodo del 2015-2019, proprio in alcune aree che per prime sono state colpite più duramente dall’epidemia di Covid-19.
A livello nazionale i decessi totali scendono dagli oltre 85 mila di marzo ai 72 mila di aprile e la variazione passa da un aumento medio del 47,2% di marzo (27 mila e 500 decessi in più rispetto alla media 2015-2019) al 39,2% di aprile (20 mila decessi in più). La diminuzione più importante in termini di decessi e di variazione percentuale si osserva in Lombardia: i morti per il totale delle cause diminuiscono da 25 mila e 500 di marzo a 17 mila di aprile 2020 e l’eccesso di decessi rispetto alla media degli stessi mesi del periodo 2015-2019 scende da 191,2% a 117,1%. Nel mese di maggio, a livello medio nazionale, i decessi totali risultano ancora lievemente superiori alla media dello stesso mese del periodo 2015-2019 (quasi 52 mila nel 2020, +2,1%). Solo in 3 regioni la differenza percentuale è di circa il 10%, il primato spetta ancora alla Lombardia, in cui si osserva anche nel mese di maggio l’eccesso di decessi più marcato (12,2%).
Nei mesi di giugno e luglio si registra al contrario a livello nazionale un calo del numero dei decessi rispetto alla media 2015/2019 (rispettivamente dell’1,5% e del 3%). Nello stesso periodo, la variazione è negativa per tutte le ripartizioni. Nel mese di luglio, per la prima volta dall’inizio della pandemia, anche la Lombardia (-4,9%) fa osservare un numero di decessi inferiore rispetto allo stesso mese della media 2015-2019 registra un valore negativo della variazione rispetto al quinquennio precedente.
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