Cronaca

Vent'anni fa i giorni della paura: quando il Po raggiunse il suo massimo storico nel comprensorio

E in tutto questo pure la ferita di Sommo con Porto, frazione di San Daniele, e della parte verso la golena di Torricella del Pizzo e Martignana di Po, che andarono quasi completamente sott’acqua. Danni per milioni di euro, che poi il Pirellone ha richiesto per buona parte dopo diversi anni, dando vita a una battaglia legale. GUARDA IL SERVIZIO TG DI CREMONA 1

Era vent’anni fa, era in questi giorni: prima arrivò in Piemonte, poi toccò anche la nostra Lombardia. Una piena non passa in un giorno solo, e quella impiegò (e impegnò) volontari, Protezione Civile e ovviamente il mondo politico (e non solo) per una settimana almeno. Nel Monferrato la ricordano come un piena disastrosa, quella dell’ottobre 2000, ma anche nelle nostre campagne e nelle nostre golene lasciò strascichi pesanti.

Dapprima i numeri, per capire che siamo davvero dinnanzi alla piena storica, ossia la maggiore di sempre, del Grande Fiume: a Cremona il Po misurava 6.15, a Casalmaggiore 8.01, misure mai più raggiunte. Vero è che nel 1951 si tremò di più, ma all’epoca – quella in cui venivano portati i sacchi di sabbia dai singoli cittadini e quando l’abate Marini di Casalmaggiore andò in processione verso il fiume per calmare le acque, ispirando probabilmente anche la celebre scena del film su don Camillo del 1952 – gli argini erano più bassi. Solo al ponte della Becca, confluenza Po-Ticino, vicino a Pavia, il fiume ha superato il livello del 2000 in una circostanza diversa, quella del 1926, quando toccò 7.88 metri (7.81 invece nel 2000).

Furono giorno di trepidazione, che ripercorriamo con qualche video, in particolare su sponda mantovano, ritrovato su YouTube grazie al lavoro di qualche documentarista dell’epoca (in primis Sabrina Casari, che ha girato le immagini a Suzzara), e con le fotografie della Protezione Civile Oglio Po, che ha sede a Viadana, ma in quei giorni, fino al 18 ottobre quando la piena finalmente passò, era impegnata su tutto il territorio comprensoriale al pari di tanti altri gruppi. Una illustrazione rende bene l’idea del momento, così come impressionano le immagini dell’Arena di Viadana e dello stadio “Bertolani”.

Qualcuno, come Davide Montanari, su Facebook ricorda: “In quei giorni nacque l’esigenza della Protezione Civile a Viadana, in modo strutturato. Dopo serate passate negli uffici della delegazione comunale di San Matteo con l’amico Marzani a telefonare in tutte le case per cercare volontari per le ronde sugli argini, ad organizzare i ristori, i turni i collegamenti. Tanta gente si è resa disponibile, tante famiglie anche per confezionare dei panini o a distribuire delle bevande calde. È stato un periodo di forte paura, ma di grande solidarietà”.

E in tutto questo non si può dimenticare la ferita di Sommo con Porto, frazione di San Daniele, e della parte verso la golena di Torricella del Pizzo e Martignana di Po, che andarono quasi completamente sott’acqua. Danni per milioni di euro, che poi il Pirellone ha richiesto per buona parte dopo diversi anni, dando vita a una battaglia legale e ad una vicenda tuttora poco chiara.

G.G.

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