Ambiente

Andrea Assoni: "Il Palazzetto, figlio di una vecchia logica politica"

Non si tratta di fare polemica, Sig. sindaco, si tratta di discuterne con un buon numero di cittadini i quali di queste vecchie logiche non ne possono più e iniziano a pensare in modo diverso

CASALMAGGIORE – Un intervento puntuale quello di Andrea Assoni. Da uomo di sport ha scelto di schierarsi per il no al Palazzetto in area scuola Marconi. E lo stesso coglie l’occasione per rispondere al sindaco.

“Sul Palazzetto dello Sport che verrà costruito a Casalmaggiore proprio nell’area più bella e suggestiva del paese distruggendola per sempre – scrive – oltre al fatto che con la falda a un metro di profondità, proprio in quel punto, ci sarà da ridere assai per erigere la struttura ed appare fantascientifico restare nei 3 milioni e 350 mila euro previsti, saranno ben di più, il Sindaco, fautore del progetto, ha detto una cosa centratissima: è la fine di un percorso durato 20 anni.

Ed è esattamente così, è esattamente un percorso figlio di una vecchia logica che dagli anni ’60 in poi in Italia ha visto il cemento, l’asfalto e il consumo indiscriminato di suolo come il principale volano delle crescita economica e sociale, rispetto ai quali tutto il resto veniva posto in secondo piano.

C’è tutta questa vecchia cultura, che era condivisa da ogni schieramento politico, ancora molto radicata nel nostro paese. Si è sedimentata nei decenni e oggi perpetua se stessa non essendo addestrata a fare altro. Le attuali classi dirigenti, ma in realtà l’insieme della classe politica si è formata in quel solco.

In realtà, Signor Sindaco, sono ben più di vent’anni che va avanti questo percorso. E oramai è sotto gli occhi di tutti quali scempi abbia prodotto e quanto sia costato al nostro Paese. Quante e quali deturpazioni del paesaggio, quanti costi economici e sociali, quante opportunità mancate siano derivati da questa vecchia logica, ben superiori ai vantaggi paventati.

Sarà questa precisa logica, questo modo di ragionare, il futuro? No, evidentemente non lo sarà, non solo perché non possiamo più permettercelo, ma anche perché si stanno consolidando altre sensibilità, altri modi di rapportarsi all’ambiente e alla città.

Il sindaco di Casalmaggiore ha detto anche che non entra in polemica con chi si oppone a quel progetto di Palazzetto perché costoro non rappresentano nessuno.

In effetti non fanno riferimento ad alcuna forza politica, dopotutto sono solo un migliaio di cittadini in un paese di 15.000 abitanti, è solo società civile. Non si tratta di fare polemica, Sig. sindaco, si tratta di discuterne con un buon numero di cittadini i quali di queste vecchie logiche non ne possono più e iniziano a pensare in modo diverso.

Ed è proprio qui che la metafora sportiva calza perfettamente. Ogni sport, nessuno escluso, ha avuto almeno una squadra o un personaggio che realizzando cicli storici hanno cambiato il modo di interpretare quel gioco e quello sport, però, al solito, ne ricordiamo solo i successi.

Non ricordiamo mai le sconfitte iniziali, dolorose ma necessarie per far metabolizzare, mettere a punto e rendere efficiente il nuovo modo di giocare che subentrerà al precedente e che è inevitabilmente anche un nuovo modo di pensare.

Vecchie logiche sedimentate in decenni non si cambiano dall’oggi al domani, anche se la loro spinta è già esaurita vanno avanti d’inerzia. Addestrarsi oggi a pensare in modo diverso non è affatto una garanzia di successo immediato nel superare queste vecchie logiche ma è una premessa fondamentale, necessaria, perché possa affermarsi domani una nuova, vitale, idea di città, economia, ambiente, uomo.

In ambito sportivo, esattamente come in ambito civile (ma è mai esistito un confine tra i due ambiti?) è la migliore eredità che possiamo lasciare ai bambini di oggi e a quelli che verranno.

Se quei mille cittadini non rappresentano nessuno, allora quando i rappresentanti di quel vecchio modo di pensare verranno superati potranno sempre rispondere come fece Polifemo: Chi ti ha soppiantato? Nessuno”.

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