Economia

Latte, Voltini per Coldiretti: “Sempre presenti ai tavoli per garantire il ritiro di tutto il prodotto”

“Non è stata Coldiretti a rompere la trattativa a maggio – precisa Voltini –. A differenza di tutti gli altri, ci siamo sempre seduti al tavolo, mettendoci la faccia. Di fronte alla deriva a cui si era giunti a metà 2020, con coraggio e buon senso ci siamo fatti carico di siglare un accordo in assenza del quale la situazione sarebbe stata ancora più penalizzante per gli allevatori”.

“Un’associazione di categoria che difende gli interessi delle imprese agricole associate è chiamata a entrare nel merito delle questioni per poi assumersi la responsabilità di fare scelte importanti, a volte anche difficili, con l’unico obiettivo di tutelare il lavoro e il reddito delle aziende che rappresenta. E questo è quello che abbiamo fatto anche nell’ultimo tavolo latte”. Così Paolo Voltini, presidente di Coldiretti Cremona e Lombardia, replica alle polemiche sollevate intorno all’ultimo accordo sul prezzo del latte alla stalla in Lombardia.

“Non è stata Coldiretti a rompere la trattativa a maggio – precisa Voltini –. A differenza di tutti gli altri, ci siamo sempre seduti al tavolo, mettendoci la faccia. Di fronte alla deriva a cui si era giunti a metà 2020, con coraggio e buon senso ci siamo fatti carico di siglare un accordo in assenza del quale la situazione sarebbe stata ancora più penalizzante per gli allevatori”. “E’ stato un confronto duro e serrato – continua Voltini –. In un momento come questo, in cui pesano le condizioni di mercato sfavorevoli e i consumi sono ancora in contrazione a causa della pandemia globale in atto, era importante garantire ai nostri associati e agli allevatori il ritiro del prodotto, e assicurare loro un prezzo  in linea con il mercato senza aggressioni speculative”.

“E’ chiaro che il comparto lattiero caseario continua a soffrire di criticità che vanno risolte, a cominciare dai 5,7 milioni di litri di latte straniero che ogni giorno attraversano le frontiere e invadono l’Italia con cisterne o cagliate congelate low cost di dubbia qualità. E anche su questo, Coldiretti è stata l’unica forza a voler mettere in trasparenza i dati delle importazioni per difendere il vero Made in Italy con l’intento di riappropriarsi di un ruolo determinante  all’interno della filiera. A fronte di una situazione così delicata – conclude Voltini –  per salvaguardare un comparto centrale del nostro agroalimentare servono scelte coraggiose e una visione di sistema di medio-lungo periodo, non certo polemiche sterili che volentieri lasciamo ad altri”.

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