Ambiente

Cane o lupo, di certo un fossile Dagli spiaggioni di San Daniele un'altra testimonianza del passato

Proprio la presenza dell’animale selvatico nelle zone di pianura, o meglio il suo ritorno è stata al centro di uno studio scientifico dello stesso Persico, culminato nella pubblicazione “Il lupo del Po” lo scorso anno. Un saggio scientifico ma estremamente divulgativo, che aiuta a conoscere questa specie. GUARDA IL VIDEO

Pubblicato da Davide Persico su Martedì 29 settembre 2020

E’ molto probabilmente il cranio di un cane o di lupo ormai fossilizzato, quello ritrovato su uno spiaggione del Po dal sindaco e paleobiologo Davide Persico, protagonista di un breve video postato sulla sua pagina Facebook. Il reperto sarà denunciato alle autorità competenti e portato nel museo Paleontologico del paese rivierasco, in attesa di essere sottoposto agli esami specifici per ricostruirne la datazione. “Di certo è un reperto antico – spiega Davide Persico – verrà fatto il Dna e la datazione radiometrica al carbonio 14, solo in questo modo si saprà a quando risale. Il fatto che sia fossilizzato presuppone un prolungato tempo di permanenza nei sedimenti del Po”. Nel museo c’è già un cranio di lupo datato all’anno 1000. Un cane invece risale al 1400.

Secondo Persico, non è una novità e non deve destare timori la presenza sporadica di questo predatore, anche ai giorni nostri, nella zona golenale. Questo il suo commento di un paio di anni fa, quando ne vennero avvistate tracce nel fango e un agricoltore postò un filmato nel quale si intravedeva la presenza del carnivoro:  “La presenza di lupi sembra confermata sia dal filmato che dalle numerose tracce e impronte raccolte in golena. Ho raccolto diversi dati che confermerebbero appunto la presenza dei lupi in golena. Presenza che è già comunque assodata da diversi anni”. Aggiungendo poi: “Non c’è alcun pericolo nel frequentare la golena perchè sono animali molto schivi, evitano accuratamente il contatto con l’uomo e, come si è potuto confermare con il filmato e con le impronte raccolte, questi animali hanno anche figliato: il fatto che in questi ultimi anni non si siano registrati episodi di attacchi ad allevamenti, pollai o cose del genere in tutta questa zona significa che questi animali hanno un sostentamento naturale più che sufficiente per poter produrre prole”.

Proprio la presenza dell’animale selvatico nelle zone di pianura, o meglio il suo ritorno è stata al centro di uno studio scientifico dello stesso Persico, culminato nella pubblicazione “Il lupo del Po” lo scorso anno. Un saggio scientifico ma estremamente divulgativo, che aiuta a conoscere questa specie, la sua storia, le sue abitudini e la sua presenza nella pianura cremonese e parmense a ridosso del Po. Attraverso 48 tavole fotografiche, sono evidenziate le prove della presenza del lupo, alcuni esemplari, le tracce, gli indizi e le sue prede, oltre a paesaggi golenali e avifauna selvatica.

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