Treni, stamattina ancora caos. Da Bozzolo sale la protesta. Torchio: "Uno schifo"
La gente continua a pagare i disagi di una situazione al limite della vivibilità. Milano è lontana. Un centinaio di chilometri in linea d'aria. Migliaia di migliaia di chilometri dai problemi reali dei cittadini di queste terre

BOZZOLO – Una situazione al limite della decenza, e forse anche oltre. Intollerabile ormai, ammesso che della stessa possa interessare a qualcuno. Stamattina un altro – l’ennesimo – blocco della linea Cremona Mantova. “Una littorina dei tempi del duce che ha preso fuoco” racconta un sarcastico Giuseppe Torchio. Al di là del sarcasmo facile (alcuni pezzi del materiale viaggiante della linea non sono dei tempi del duce ma abbastanza vecchi per far parte – in un paese normale – di qualche museo della rotaia) la situazione è seria. Studenti che restano a piedi, lavoratori che rischiano il loro posto di lavoro, gente in file interminabili ai passaggi a livello.
“Non solo i capoluoghi di provincia a sud – scrive il primo cittadino di Bozzolo – Cremona e Mantova sono collegati a Milano con un solo binario, come ha affermato ieri la ministra Demicheli nominando un commissario alla realizzazione del raddoppio, ma queste linee funzionano da cani come stamattina a Bozzolo dove le sbarre sono rimaste chiuse per oltre mezz’ora. Uno schifo che non di risolve con la telefonata al numero di servizio e manda centinaia di persone, che stanno andando al lavoro, in grave e reiterato disagio”.
Questa mattina, bloccato nell’attesa della riapertura del passaggio a livello anche un pullman carico di studenti che hanno dovuto attendere che si risolvessero i problemi prima di poter ripartire. L’autista era particolarmente arrabbiato. Sino a che sono studenti la questione è seria, ma ci si può mettere una pezza. Più difficile farlo quando in gioco è il posto di lavoro: “Per chi va a lavorare – spiega A.S. – è un forte disagio. Perchè se io arrivo in ritardo una volta tollerano, due ti tolgono mezz’ora di paga senza aver commesso colpa”.
La colpa, invero c’è: è vivere nel sud della Lombardia dove “Ci sono quattro province con linee ferroviarie a binario unico e nessuno ha mai fatto nulla, tanto che un ministro ha dovuto intervenire direttamente con un proprio commissario” ci dice Torchio. Un sud Lombardia dove non si riesce a garantire un servizio essenziale come quello dei trasporti.
Tanti i problemi legati alla ferrovia. E i genitori non ce la fanno più. Il servizio lo pagano (e profumatamente). Un servizio, denunciano, scadente. “Sono appena iniziate le scuole – dice D.V. – e sono già due volte che il treno si ferma e i ragazzi fanno tardi a scuola. Ma la manutenzione la fanno? Paghiamo l’abbonamento per cosa?”. La figlia è sul treno delle 7 per Cremona che viaggia con oltre un’ora di ritardo. E ancora: “Stamattina – scrive G.B. – i ragazzi sono arrivati a Mantova mezz’ora dopo. Alle 8 in stazione, quindi almeno 20 minuti dopo a scuola”. E ancora: “Cominciamo bene – scrive C.Z. – ritardi su ritardi e ho dovuto portare mio figlio in macchina a Mantova ma è possibile!”.
Una litania infinita che nessuno ascolterà. “Ho sentito anche gli altri sindaci – chiude il primo cittadino di Bozzolo – e sono anche loro arrabbiati”. Nessuno li ascolta più. Nessuno forse li ha mai ascoltati anche se continuano, sino all’esasperazione, a denunciare. La gente continua a pagare i disagi di una situazione al limite della vivibilità. Milano è lontana. Un centinaio di chilometri in linea d’aria. Migliaia di migliaia di chilometri dai problemi reali dei cittadini di queste terre.
N.C.