Palazzetto, Persona Ambiente: "SI allo sport, SI all’ambiente, NO al consumo di suolo"
Perché, allora, prevedere tale struttura su un terreno vulnerabile, a ridosso dell’argine, difficilmente raggiungibile dalla viabilità ordinaria e non su un terreno già antropizzato o area industriale dismessa?
CASALMAGGIORE – “SI allo sport, SI all’ambiente, NO al consumo di suolo”. Con questo titolo è stato diffuso nella serata di ieri il documento del gruppo ‘Persona Ambiente’ relativo alla realizzazione del Palazzetto dello sport a fianco della struttura scolastica Marconi in Baslenga. L’associazione dice no ad un ulteriore consumo di suolo, e al contempo chiede che si valutino soluzioni alternative. L’occasione è anche buona per fare alcune domande alle forze politiche.
“In questi giorni abbiamo appreso dalla stampa e dai social media la volontà dell’amministrazione comunale di realizzare un palazzetto dello sport da 1200 posti più parcheggi e strade di accesso a fianco delle scuole elementari.
Premesso che a Casalmaggiore attualmente vi è carenza di strutture al servizio delle società sportive dall’altra c’è la consapevolezza condivisa di salvaguardare gli spazi verdi rimasti, in particolare quelli nelle immediate vicinanze delle scuole.
Siamo sicuri che la soluzione debba essere un palazzetto da 1200 posti e non sia più razionale e funzionale un campo da gioco omologato CONI per un numero ridotto di spettatori? Quali sono le reali esigenze delle società sportive?
Un’opera con importo lavori stimato di circa 3,5 MIO di cui circa il 50% finanziato è un’occasione per poter realizzare a Casalmaggiore un edificio al servizio della collettività avendo attenzione al consumo di suolo, dando dimostrazione che sport ed ambiente possono coesistere, attuando quello che l’Europa ci invita a fare: attuare un Green New Deal, riducendo la nostra impronta ecologica.
Perché, allora, prevedere tale struttura su un terreno vulnerabile, a ridosso dell’argine, difficilmente raggiungibile dalla viabilità ordinaria e non su un terreno già antropizzato o area industriale dismessa?
E’ possibile ipotizzare un serio intervento di riqualificazione dell’attuale area di sedime della palestra comunale Baslenga?
Sarebbe l’occasione per:
• Ridurre drasticamente il consumo di suolo, preservando l’area verde come parco o palestra a cielo aperto per i bambini (Il covid ci dovrebbe avere insegnato qualcosa in tal senso) dando dimostrazione di dare concretezza alle azioni contro il surriscaldamento climatico, capaci di innovazione, in grado di anticipare appieno gli indirizzi Green che l’Europa e le giovani generazioni ci chiedono.
• Progettare un intervento organico di riqualificazione generale di tutta l’area di accesso agli attuali impianti sportivi.
• Riqualificare energeticamente un edificio ormai obsoleto, rendendolo nZEB (near Zero Energy Building), ma anche adeguarlo sismicamente.
• Ridurre fino al 90% gli attuali costi di gestione della palestra che in caso contrario si andrebbero a sommare alla nuova.
• Gli incentivi statali del Conto Termico potrebbero garantire un ulteriore finanziamento a fondo perduto stimabile in poco meno di 500 mila euro. Questo garantirebbe una riduzione del costo generale dell’opera del 15%.
• Considerato che la realizzazione potrebbe avvenire su un’area attualmente edificata, questo incrementerebbe il risparmio per la rete di sottoservizi ed opere di urbanizzazione.
Ulteriori domande sorgono spontanee:
• Da quanto tempo nel palazzo municipale si è a conoscenza di tale progetto e chi l’ha visto?
• Maggioranza e minoranza ne hanno mai parlato nel dibattito politico, consiglio comunale, incontri pubblici?
• Cosa ne pensano le attuali forze politiche che hanno avuto la delega dagli elettori?
• Quale idea di sviluppo hanno?
Riteniamo che questa possa essere un’occasione unica per essere aperti al confronto e attuare un percorso partecipato di progettazione, che tenga in considerazione tutte le esigenze e criticità.
Occorre dar vita in Casalmaggiore a un laboratorio permanente delle idee, con professionisti del settore, esperti del mondo universitario, associazioni, comitati di cittadini, mondo dell’impresa, aperto alla ricerca, all’innovazione, capace di svecchiare non solo le scelte amministrative in corso ma di riportare la città e il Casalasco al centro di un territorio correttamente valorizzato, pensato tra 10, 20, 30 anni, costruendo oggi le basi per una progettualità capace di futuro.
Chiediamo una soluzione attenta alla riduzione del consumo di suolo ed un’opera che veramente serva alla collettività e non insegua il bando o finanziamento di turno senza una visione di lungo periodo, lasciando ai posteri i costi di gestione di un palazzetto con tribune vuote e un ambiente più povero”.
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