Chiesa

'Madonna dei poveri', una struttura polivalente a Cremona grazie al progetto della Tenda di Cristo

L’ospitalità potrebbe giungere fino a 12 posti complessivi. Spazi rinnovati, ma pur sempre molto antichi, carichi di storia e di storie. Grazie alla partecipazione al Bando “Housing Sociale per persone fragili”, in data 19 dicembre 2019, il Consiglio di Amministrazione della Fondazione Cariplo ha deliberato di concedere un contributo di Euro 231mila.

Via Bonomelli 20. E’ questo l’indirizzo del vecchio convento che mantenendo la propria “vocazione al bene” darà alla luce nel cuore pulsante della città, una struttura polivalente ribattezzata dal Fondatore “Madonna dei Poveri”. L’ospitalità potrebbe giungere fino a 12 posti complessivi. Spazi rinnovati, ma pur sempre molto antichi, carichi di storia e di storie.  Grazie alla partecipazione al Bando “Housing Sociale per persone fragili”, in data 19 dicembre 2019, il Consiglio di Amministrazione della Fondazione Cariplo ha deliberato di concedere un contributo di Euro 231mila per il progetto “Madonna dei poveri” che permette di coprire il 50% dei costi di ristrutturazione dell’area adibita all’housing sociale e l’avvio dell’attività di gestione della Comunità. La chiesa di Sant’Eligio in via Bonomelli, infatti, nel 2017, è stata sottratta all’abbandono ed è diventata, insieme all’ex convento adiacente, un nuovo progetto dell’Associazione La Tenda di Cristo. Presente un punto di raccolta di oggetti ed indumenti usati e prossimamente, residenza per singoli e nuclei famigliari indigenti, grazie al progetto di Housing Sociale che l’associazione sta portando avanti.

Non si conosce molto dell’evoluzione nei secoli di questo convento, che comprende la chiesa attigua dedicata a S. Eligio e data la sua origine all’anno 1620. Fu sede di una delle più antiche e potenti corporazioni cittadine, quella degli orefici, e tornerà a vivere grazie ai poveri, realizzando una vera e propria nemesi storica. Da anni l’edificio – stretto tra un elegante palazzo ottocentesco ed una casa antica più modesta, fu del tutto abbandonato, vittima delle traversie storiche vissute dal “sindacato” di questi gloriosi artigiani, riconosciuti come categoria autonoma già negli statuti del 1388.  L’accesso ai quattro appartamenti destinati all’abitare solidale sarà indipendente, garantendo la privacy degli ospiti, ma permettendo contemporaneamente la cura dei legami di comunità con gli altri residenti, i volontari e gli operatori.  Il complesso è inserito in un tessuto urbano estremamente ricco di proposte: la Comunità Santa Rosa, il Focolare Grassi, Civico 81, il Poliambulatorio Cremona Welfare ed il punto prelievi ASST di Cremona (Ospedale di Cremona).

Sopra la Chiesa prenderà vita un ampio salone affrescato, destinato alle attività polifunzionali come l’accoglienza di gruppi, incontri formativi e conferenze. Tra l’area destinata al co-housing e quella sacra, verrà allestito un locale adibito a “portineria sociale” con attigui servizi igienici accessibili alla cittadinanza ed ai turisti intenzionati a visitare il complesso.  La vita comunitaria, animata dalla presenza di volontari e da un custode dell’Associazione presente 24 ore su 24, sarà scandita da attività organizzate dall’équipe, realizzabili nella sala polivalente, in quella delle conferenze e, nei mesi meno freddi, anche nel caratteristico cortile. Momenti di incontro con gli amici scout e i volontari delle parrocchie, proiezione di filmati, cafè concert, giochi, attività ludiche e laboratoriali.

Il progetto intende “contribuire a dare nuove risposte alle situazioni di precarietà abitativa nell’ambito territoriale cremonese” La città è stata protagonista in questi ultimi anni di progettualità e servizi innovativi (“Chez soi” e “Condominio Solidale”), progettualità che hanno visto la collaborazione tra il Comune di Cremona e realtà del Terzo Settore. I bisogni espressi dal territorio devono necessariamente trovare una risposta adeguata alla complessità del momento, fronteggiabile unicamente con l’attivazione di un “sistema casa temporaneo”, capace di “creare sinergie, strategie e opportunità volte a ridisegnare il sistema di accoglienza e di aiuto a livello cittadino”.  La struttura ‘Madonna dei Poveri’ vuole essere, dunque, spazio generatore di relazioni, luogo fisico e metaforico ove la vita dei suoi abitanti – desideri, bisogni e competenze di ciascuno – possono emergere per creare appartenenze sociali e pratiche di prossimità. Questa metodologia di intervento “conferma il DNA insito nell’agire delle varie comunità dell’Associazione già dal lontano 1985, espressione del carisma fondativo”.

“Ho pensato ad una tenda biblica che si erga nel deserto delle povertà –  don Frncesco Zambotti, fondatore delle tende di Cristo nel suo testo ‘Deserto di solitudini’ del 2004 – accogliendo i poveri, camminando con loro verso la libertà interiore fino a raggiungere la Palestina, il Cristo… La Tenda sarà una casa facile da spostare, simbolo della provvisorietà della vita, come una tenda di pastori (Is 38,12)”. La sfida iniziale è “rimasta immutata: un metodo di formazione, una pedagogia di recupero delle prospettive di vita e di un orizzonte per il futuro, un viaggio di liberazione dal dolore assoluto, la possibilità di rinascere attraverso il valore dell’essenziale, delle piccole cose che esaltano la bellezza dell’animo umano. Una caring e curing consolidate dalla dimensione della ‘prossimità’”.

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