Cronaca

La Sagra di Fossa fa il sold out in sicurezza: cultura e storia locale come pilastri del successo

Perché una comunità ludica non nasce per caso: ha bisogno di una storia, di una tradizione e perché assieme alla ruota, anzi la roda, che gira e da il nome, appunto, al gioco di Fossacaprara Sburla la Roda, ruota anche una comunità.

FOSSACAPRARA – Sagra culturale la è sempre stata, quella di Fossa. Ma quest’anno, forse, più del solito. Certo sono mancati i giochi, ma non sono mancati altri ingredienti essenziali: la buona cucina, di sicuro, con il tutto esaurito che probabilmente sarebbe arrivato anche senza l’obbligo del distanziamento e dunque la riduzione dei posti a sedere, con prenotazione obbligatoria; ma soprattutto le persone, appunto, e i momenti in cui, per riprendere il titolo dell’iniziativa, “la capra ha raccontato”.

Perché una comunità ludica non nasce per caso: ha bisogno di una storia, di una tradizione e perché assieme alla ruota, anzi la roda, che gira e dà il nome, appunto, al gioco di Fossacaprara “Sburla la Roda”, ruota anche una comunità. Non ci sono stati il palio né il campionato italiano: il Covid non ha reso possibile lo step in più in questo 2020. Ma questo è stato comunque un aiuto per fermarsi: non in senso letterale, perché il ventennale della sagra, con l’Associazione Oltrefossa sempre in prima linea, si è regolarmente tenuto, ma in senso figurato. Fermarsi attorno a un tavolo, ascoltare storie, sentire la propria, di storia, raccontata da chi l’ha studiata e approfondita. Con qualche momento comico come quello del finto chef Javon Da la Campaigne, al secolo Matteo Uccellini.

I saluti di Pienza, Mede e Schieti hanno rinsaldato vecchi gemellaggi, quelli – sempre mediante video – da Bordeaux ne hanno creato uno nuovo, dal sapore internazionale. L’ultimo giorno poi è stato dedicato al prof. Mario Federici, scomparso di recente, ricordato con una sedia vuota durante il concerto. “I Federici di Fossacaprara” è anche il titolo del catalogo della mostra del 2012 di Valter Rosa, ricordata con una riflessione di Mauro Ferrari sul genio artigiano a partire da Stradivari, gli approfondimenti di Alberto Dalla Turca e la presentazione di alcuni brani con strumenti realizzati da Federici, brani che lo stesso liutaio amava spesso suonare. Infine Maria Caruso, coordinatrice e gestore del museo della musica del castello di Noceto, ha spiegato il progetto in corso: la pubblicazione di un libro, un docufilm e l’organizzazione a Fossacaprara di un concerto annuale di musica antica con maestri e musicisti da tutta Italia. Mario Federici peraltro è stato uno dei pochissimi liutai a tenere viva in Italia la viola da gamba, strumento barocco non sempre valorizzato.

Un progetto che ha ottenuto il supporto dell’associazione Oltrefossa, che da sempre reinveste i proventi della sagra in cultura, a partire dalla pubblicazione sugli scavi archeologici del villaggio del Medio Bronzo di Fossacaprara, passando al restauro dell’affresco dell’Annunciazione, il più antico conservato in Diocesi di Cremona, e ancora ai libri su racconti e proverbi e, perché no?, adesso alla musica. Cultura e voglia di stare insieme, dunque, pur senza giocare per quest’anno, in una festa capace di creare relazioni e legami, semplice ma mai banale: una certezza in questo tempo difficile post Covid.

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