Sfrattato dopo avere pulito gratis la stazione per 30 anni Torchio: "Da RFI scelte incomprensibili"
La stessa cosa accadrà nelle stazioni cremonesi di Torre dè Picenardi e Pieve San Giacomo, e in generale in tutta Italia: contratto non rinnovato e fine dei giochi per i presidi considerati minori, anche se qualcuno si è rivolto a un avvocato.
BOZZOLO – E’ stato custode – dopo essere stato anche ferroviere – della stazione di Bozzolo, andando però ben oltre le sue mansioni: dopo trent’anni di impegno Gabriele De Carli di Bozzolo dovrà però fare le valigie e lasciare, a fine 2020, l’appartamento che occupa nei pressi della stazione ferroviaria. Si svuotano così sempre di più questi luoghi che, specie nei centri medio-piccoli, come era avvenuto ad esempio a Casalmaggiore con la chiusura del bar, perdono oltre ai servizi anche presidi di sicurezza sul posto. La stessa cosa accadrà nelle stazioni cremonesi di Torre dè Picenardi e Pieve San Giacomo, e in generale in tutta Italia: contratto non rinnovato e fine dei giochi per i presidi considerati minori, anche se qualcuno si è rivolto a un avvocato.
A prendere la parola, sulla storia di De Carli, innamorato del suo lavoro e di quella stazione, tanto da andare oltre il semplice impiego di custode, come detto, dato che teneva pulita gratuitamente la stazione, è il sindaco bozzolese Giuseppe Torchio, che non può accettare il pesante depauperamento: “La casa del custode nelle stazioni ferroviarie, quelle dei Carabinieri e di mille servizi ed edifici pubblici e non, sono sempre state considerate come elementi di sicurezza della struttura che, abitata, evitava il degrado dell’abbandono. Sembrava una concezione chiara nelle stesse valutazioni dei politici. Non così per RFI che, senza alcuna notizia agli amministratori locali, ha deciso di sloggiare gli inquilini delle stazioni ferroviarie. La cosa porterà all’abbandono degli immobili conseguente alla fuoruscita degli inquilini: una scelta duramente pagata dai territori interessati”.
“Si pensi a quanto avvenuto – ricorda poi Torchio – nelle stazioni non presidiate di San Michele in Bosco (Marcaria) o di San Giovanni in Croce, con gravissime preoccupazioni da parte dell’utenza. Che senso ha avere portato nelle nostre stazioni le fermate dei diretti da e per Milano, se poi saranno defenestrati i ferrovieri che garantiscono la manutenzione delle aree, il riscaldamento, l’occhio di riguardo che risolve tante situazioni? Anche Governo e Regione intervengano. Se si pensa che ai tempi del mio impegno in Anci avevamo sottoscritto un accordo che doveva riportare alla presenza di associazioni di volontariato, onlus e fondazioni nelle stazioni ferroviarie dismesse, per evitarne il degrado risulta ancor più incomprensibile questa decisione”.
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