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Viadana, la faida interna alla Lega e l'infermiera-medico: "Con Salvini metterà la mascherina?"

“Dunque - spiega Fava - la Lega Nord non può non competere alle elezioni come vorrebbe il sedicente commissario federale. Non vogliono i voti della Lega Nord? Non è un problema. Ognuno potrà scegliere secondo coscienza. Liberi tutti per questa tornata. Ma non credo sia finita qui. Anzi”.

VIADANA – La faida interna alla Lega, o per meglio dire tra la Lega Salvini e la vecchia Lega Nord, continua a scaldare la campagna elettorale viadanese: con la scadenza del voto (20-21 settembre) che si avvicina e l’annuncio dell’arrivo di Matteo Salvini il 2 settembre proprio a Viadana, prima della tappa principale a Mantova, ecco che il conflitto nel centro-destra si fa serrato, incuriosendo senza dubbio gli altri contendenti in campo, ossia centro sinistra ufficiale con il Pd e le civiche a sostegno di Fabrizia Zaffanella, Viadana Democratica con Silvio Perteghella e Movimento 5 Stelle con Lorenzo Gardini.

Da un lato Nicola Cavatorta, espressione della giunta uscente, sostenuto in primis da Fratelli d’Italia e appunto dalla Lega, tenendo conto che Salvini già era sceso nel settembre 2019 a Viadana e ora tornerà, col voto nel mentre spostato a causa del Coronavirus; dall’altro Alessia Minotti, sostenuta da diverse civiche e soprattutto dall’anima della Lega Nord, minoritaria a livello nazionale ma ancora molto forte a Viadana, gravitante attorno alla figura di Gianni Fava. Proprio Fava aveva chiesto, assieme a Gianluca Pini per alcuni comuni della zona emiliana, la possibilità di utilizzare il precedente simbolo del Carroccio, quello originario con la scritta “Lega Nord” e l’indicazione “Padania”. Nulla da fare. “Dunque – spiega Fava – la Lega Nord non può non competere alle elezioni come vorrebbe il sedicente commissario federale. Non vogliono i voti della Lega Nord? Non è un problema. Ognuno potrà scegliere secondo coscienza. Liberi tutti per questa tornata. Ma non credo sia finita qui. Anzi”.

Intanto Nicola Cavatorta ha detto chiaramente di non rimpiangere la Lega al 4%, ossia la vecchia Lega Nord, aggiungendo un “benvenga Salvini” che la dice lunga sugli equilibri da tempo spezzati. E, si sa, spesso tra ex amici si crea più astio che tra nemici conclamati, specie in politica. Su questo filone si innesta un’ultima polemica, ripresa da Fava. Nella lista Lega di Cavatorta, infatti, c’è un’infermiera, Camelia Gaby Tiron, “una signora – scrive Fava sui social – che giocando sulle parole magicamente da infermiera con mansioni amministrative sembra essere diventata medico. E alla quale sarebbe stato promesso l’assessorato al Welfare in caso di vittoria”.

E nell’entourage di Fava, che nel mentre critica Claudio Bottari che si presenta come vice segretario (titolo, secondo Fava, non appropriato, essendo la Lega provinciale a Mantova commissariata), c’è chi rincara la dose sull’infermiera: “Da un lato un medico in prima linea, dall’altro il suo capitano, negazionista circa il virus, indaffarato a scagliarsi contro le mascherine, favorevole agli assembramenti. Mi chiedo se il 2 settembre quando salirà sul palco con Salvini gli ricorderà di indossare la mascherina nel rispetto non solo di chi è stato in prima linea ma anche di chi ha pagato con la vita questo flagello, oppure si genufletterà al suo capitano nel nome della candidatura”.

G.G.

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