Salute

"Oglio Po, così non va". Numerosi disagi nella struttura ospedaliera. Barili e Piccinelli chiedono interventi

Il dopo covid - spiega Piccinelli - sta creando disagi agli utenti del nostro ospedale e qualche disservizio. Comprendiamo che la ripartenza è rallentata dalle procedure che si sono rese necessarie e anche da indicazioni regionali. Tuttavia riteniamo che alcune cose debbano essere migliorate

VICOMOSCANO – Ospedale, così non va. A farsi portavoce del crescente disagio della struttura ospedaliera Oglio Po Annamaria Piccinelli ( consigliere di minoranza CNC) e Gloria Barili, referente per il Comitato difesa e rilancio Oglio Po.

“Il dopo covid – spiega Piccinelli – sta creando disagi agli utenti del nostro ospedale e qualche disservizio. Comprendiamo che la ripartenza è rallentata dalle procedure che si sono rese necessarie e anche da indicazioni regionali. Tuttavia riteniamo che alcune cose debbano essere migliorate. Sono i cittadini ci hanno contattate per segnalazioni”.

Una testimonianza diretta anche di Gloria Barili referente del Comitato per la difesa e il rilancio dell’Ospedale Oglio Po. “E’ inaccettabile che i parenti che accompagnano i loro cari al pronto soccorso debbano attender fuori, al caldo e in piedi. Chi accompagna il paziente rimane in attesa anche per ore ed è impensabile che torni a casa, perché deve rimanere a disposizione dei medici, soprattutto quando i pazienti sono anziani o hanno difficoltà a spiegarsi perché stanno male. Inoltre è normale volere attendere per sapere come sta il proprio familiare e qual sarà il decorso del ricovero. Ho provato di persona, alcune settimane fa, cosa significhi aspettare fuori in piedi per oltre 5 ore, garantisco che è molto dura; mentre la scorsa settimana ho assistito ad una scena che suppongo sia ormai la quotidianità : un paio di signore in attesa , non più giovanissime, sedersi stremate sulle sedie a rotelle esterna in uso al pronto soccorso. I parenti hanno il diritto di essere aggiornati costantemente e in tempo reale, ecco perché non possono aspettare da casa, bisogna trovare o creare un ambiente consono. Perché non pensare di installare un gazebo, una larga tettoia o una pensilina, insomma uno spazio dedicato ai familiari in attesa, con sedie a debita distanza, che garantisca ombra e riparo dalle intemperie, sul lato sinistro del pronto soccorso c’è lo spazio, in altri ospedali lombardi soluzioni simili sono già state adottate. In alternativa, adibire a piccola sala d’attesa il corridoio interno che si trova a destra dell’entrata del p.s. visto che attualmente poche persone vi transitano essendo chiuso lo sportello ritiro cartelle cliniche. Comprendiamo le difficoltà, le nostre sono solo proposte, compete alla direzione trovare una rapida soluzione e possibilmente che possa essere adattabile anche alla stagione invernale, visto che le normative Covid 19 dureranno ancora per mesi”.

Riprende Annamaria Piccinelli:  “L’altro disagio che segnaliamo è quello delle lunghe file per fare i tamponi, anche un’ora in piedi per persone che, se sono lì, è perché evidentemente non stanno bene e tutto questo sperando che non piova. Stando alle segnalazioni pare che Ats inserisca appuntamenti non coordinati con l’effettiva attività del laboratorio quindi facciamo un appello affinché questa mancanza di coordinamento venga risolta. In ogni caso è opportuno mettere sedie impilabili e uno spruzzino per igienizzarle da parte degli utenti stessi. Naturalmente tutto questo sarebbe evitabile se Ats avesse un ambiente adeguato e non la costruzione di piazza Garibaldi costata più di un milione e non usufruibile per spazi troppo ridotti in cui non si possono fare né prelievi né altre analisi, tutte dirottare in ospedale (in una situazione difficile, ci manca va pure questa assurdità incredibile). Infine continuiamo a segnalare che è tutt’ora impossibile eseguire molti esami o ci sono lunghe attese e quindi bisogna rivolgersi a strutture private. Ricordiamo che Oglio Po è ospedale Covid free quindi deve avere una via preferenziale nel ripristino di tutti i servizi non Covid”.

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