Economia

Sedie innovative per le scuole, C2Group: 'Ecco perchè non parteciperemo al bando'

“Il lavoro che porto avanti – spiega Ghidini – è con le scuole e non si è mai trattato di sola commercializzazione. La mia azienda ha affiancato le scuole più innovative che cercavano soluzioni adatte a una nuova didattica”.

C2 Group, l’azienda cremonese balzata alla ribalta per le soluzioni tecnologiche innovative nella didattica e soprattutto per la sedia ‘Node’ portata ad esempio dalla ministra Azzolina, non parteciperà al bando indetto dal Ministero dell’Istruzione per la fornitura, entro il 31 agosto di 3 milioni di banchi alle scuole italiane. E’ lo stesso titolare dell’azienda, Stefano Ghidini, a spiegarne i motivi in un’intervista al Corriere della Sera.

“Il lavoro che porto avanti – spiega Ghidini – è con le scuole e non si è mai trattato di sola commercializzazione. La mia azienda ha affiancato le scuole più innovative che cercavano soluzioni adatte a una nuova didattica”. Se la foto presentata dalla ministra abbia fatto pubblicità all’azienda? “Purtroppo no – è la risposta – anzi ha determinato una banalizzazione del nostro lavoro. Sia inteso, sono molto felice che il ministro abbia riconosciuto il valore di un prodotto che abbiamo cominciato ad importare e commercializzare molti anni fa, ma vogliamo salvaguardare la serenità dell’azienda e delle persone che ci lavorano”.

“Lei conosce la ministra?”, viene chiesto a Ghidini: “Non ho mai avuto il piacere, anche se non nascondo  che mi farebbe piacere poter condividere quanto di bello abbiamo fatto in 10 anni nelle scuole; mi piacerebbe non essere visto come ‘l’uomo delle sedie’, ma di un gruppo di persone che, oltre a fornire in 3 mesi decine di migliaia di dispositivi per la DaD e aver realizzato contenuti didattici gratuiti visionati da oltre 100.000 insegnanti e studenti, continua a ricercare soluzioni testandole con gli insegnanti di tutta Italia”. La decisione di non partecipare al bando è legata anche all’impossibilità di soddisfare le esigenze delle scuole entro la data stabilita del 31 agosto: “Purtroppo entro la scadenza del bando si potrebbe soddisfare l’esigenza di qualche regione e non di tutta l’Italia, e questo è uno dei tanti motivi che ci porta a desistere in quanto crediamo nelle pari opportunità. I banchi sono così importanti per la ripresa della scuola? Da quanto appare dalla richiesta delle scuole italiane sembrerebbe di si; sinceramente mi sembra che la scelta della ‘seduta innovativa’ sia stata presa con un po’ troppa leggerezza da parte di molte scuole; deve essere condivisa con gli insegnanti e non può essere imposta dall’alto perché innovativa e colorata. La presenza di queste comporta un desiderio di rimodulazione dello spazio e della didattica ed un attivatore del desiderio di cambiare”.

“Non parteciperò se non cambieranno le condizioni, pur essendo parzialmente in grado, perché ritengo che sia sbagliato fornire queste soluzioni in un modo massivo e semplicemente per risolvere l’emergenza. Siamo certi che altri operatori potranno rispondere alle richieste del ministero, ma è fondamentale porre l’attenzione sulla qualità del prodotto scelto”. Sta dicendo che la gara rischia di non fornire i banchi giusti alle scuole?, è la domanda conclusiva dell’intervista:  “Si, le specifiche sono veramente generiche e le caratteristiche premianti indicate in gara vanificano il significato di questo prodotto; ad esempio le ruote bloccabili renderebbero questo strumento pericoloso in quanto tenderebbe a sbilanciarsi; stesso problema la regolazione dell’altezza che sposta il baricentro. Non si parla di antipanico (la possibilità di uscire velocemente dalla sedia) e tante altre caratteristiche che hanno reso il prodotto che offriamo unico e copiato in tutto il mondo. Oltre tutto chiedono nel bando di allegare una dichiarazione da parte di alcune scuole che certificano di utilizzarle e che rispondono ai requisiti: dichiarazione molto difficile da rilasciare per prodotti non originali non ancora commercializzati in Italia”.

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