Po Grande, a Guastalla si chiede di valorizzare i capanni in golena (che nel casalasco abbattono)
Il sindaco di Guastalla Camilla Verona ha parlato di valorizzazione dei “capanni aperti” che si trovano in golena (e sulla sponda cremonese fatti demolire perché abusivi...), per aprirli ai visitatori e combattere il fenomeno del bracconaggio
CASALMAGGIORE – Il Po Grande, inteso come riserva della biosfera che dallo scorso anno si avvale del marchio Unesco, sta cercando di muovere i primi passi. L’impressione è di essere al bivio tra l’inizio di una grande avventura e l’esordio di una delle tante occasioni celebrate e poi abbandonate dal territorio in passato per inerzia, indifferenza e campanilismi vari.
L’Autorità di Bacino, nella figura del Segretario Generale Meuccio Berselli, si sta dando da fare per coinvolgere il più possibile i diversi operatori ed enti, e per questo sta coordinando una serie di incontri. Il primo ciclo aveva visto la partecipazione dei sindaci, ora è la volta di tutti i portatori di interesse pubblici e privati. L’obiettivo è quello di presentare l’iniziativa con le opportunità che si accompagnano e registrare proposte, idee, segnalazioni, ostacoli da parte di chi opera nel territorio.
Un territorio che come noto va dal Pavese fino alla provincia di Rovigo: per questo gli incontri in queste fasi sono sempre tre: uno nel Cremonese-Piacentino, uno tra l’Oglio Po e il Parmense-Reggiano, uno nel Basso Mantovano e Rodigino.
Il primo gruppo si è ritrovato martedì a Cremona, il secondo giovedì a Guastalla, il terzo lo farà martedì prossimo a Poggio Rusco.
A Guastalla erano convocati 28 sindaci, oltre ai dirigenti di Consorzi di Bonifica, Gal, Iat, enti e istituzioni varie e musei (davvero tanti) che insistono sul territorio.
La spinta deriva dalla convinzione che l’opportunità sia unica per valorizzare le tante bellezze architettoniche e paesaggistiche di un’area che rappresenta anche un motore economico e sociale di grande rilievo per il nostro Paese. Un territorio, quello del Po Grande, di quasi 3mila km quadrati, che insiste su 3 regioni, 8 province e 85 comuni. Si spera insomma che il marchio Unesco smuova le coscienze e attivi un circuito di idee che possa fare da volano ad un territorio sonnacchioso.
La maggior parte dei comuni cremonesi (da San Daniele fino a Casalmaggiore) sono stati invitati all’incontro di Guastalla, presso l’ex chiesa di San Francesco. Il dottor Berselli ha detto che è il momento di accelerare in questa importante sfida con una visione globale. Il Mab Grande Po è uno dei 701 a livello mondiale, 19 in Italia dei quali 5 sull’asse del Po. Siamo nella fase 1, nella quale vanno condivise linee di indirizzo e piano di azione, e ha preannunciato altri incontri allargati per settembre, dopo che nei primi coi sindaci si sono analizzati il capitale fisico, naturale e umano. E’ emersa una scarsa consapevolezza del patrimonio ambientale, e la necessità di lavorare assieme oltre i confini burocratici. Tra le risorse a disposizione, una ricca offerta enogastronomica e un forte associazionismo. La sfida sarà dunque quella di unire le sponde con una promozione di rete, una mappatura di punti di sosta e ristoro anche in considerazione della ciclabile VenTo, la diversificazione dell’offerta turistica, l’innovazione della tradizione e il miglioramento della comunicazione.
Il sindaco di Guastalla Camilla Verona ha parlato di valorizzazione dei “capanni aperti” che si trovano in golena (e sulla sponda cremonese fatti demolire perché abusivi…), per aprirli ai visitatori e combattere il fenomeno del bracconaggio.
Il sindaco di Sorbolo Mezzani Nicola Cesari ha presentato il logo della Food Valley Bike e ha parlato della navetta che sabato ha portato i parmensi via Po al mercato di Casalmaggiore. Il responsabile dei tre musei di Boretto ha lamentato l’incapacità di trasmettere ai giovani il valore di abitare il Po, e l’importanza di aprirsi alle scuole, mentre l’assessore all’Agricoltura di Gualtieri Marcello Stecco ha sottolineato il problema degli spandimenti sui terreni e il sindaco di Brescello Elena Benassi ha chiesto che si realizzi una rete con i privati e rimarcato la necessità di valorizzare quei piccoli gioielli che sono le ex cave.
L’assessore di Guastalla Ivano Pavesi ha chiesto particolare attenzione sulla fruizione e conservazione delle golene. Poi tanti altri interventi (di altri amministratori come il vicesindaco di Motteggiana Mario Zanelli, del presidente del Consorzio di Bonifica Terre dei Gonzaga in Destra Po, del responsabile del Museo della Civiltà Contadina di Zibello, del direttore di Destinazione Emilia Pierangelo Romersi), tra cui quelli di alcuni attori casalaschi: il direttore del Gal Terre del Po Fabio Araldi ha chiesto di affrontare il tema turismo in termini professionali, sottolineando i progetti che il suo Gal sta sostenendo, il presidente dell’Interflumina Carlo Stassano ha chiesto agli interlocutori un’unione vera perché «il Po unisce» e ha illustrato i progetti allo studio di cascina Sereni, il presidente del museo di strumenti musicali meccanici Amarcord di Torricella del Pizzo Ernestino Marchetti ha ricordato come serva far tesoro dei tanti progetti naufragati in passato per non ripetere gli errori fatti.
Oltre che da loro, il Casalasco era rappresentato anche dal Consorzio di Bonifica Navarolo. Nessun sindaco, assessore o consigliere comunale presente invece dei 9 comuni invitati: una assenza che non è passata inosservata.
V.R.