Cronaca

'Crotti non ci rappresenta': documento di Finarvedi e Fondazione

“Egli – spiega nel dettaglio il comunicato della Fondazione – ha svolto incarichi di segreteria organizzativa dell’Associazione Onlus Uniti per Cremona per scelta unanime di tutti i componenti, nell’ambito del quale avrebbe dovuto sottoporre all’approvazione del Consiglio qualsiasi operazione di destinazione dei fondi raccolti”.

Dopo il comunicato di ieri relativo alla sospensione dagli  incarichi all’interno di Finarvedi per Renato Crotti, 53 anni, con Cristiano Bozzoli e Attilio Mazzetti al centro dell’indagine volta a far luce su presunti illeciti con i fondi dell’associazione nata per raccogliere fondi a sostegno della città durante l’emergenza pandemia, oggi arrivano ulteriori precisazioni: “Con riferimento alle notizie di stampa relative alle indagini della Procura della Repubblica di Cremona che hanno coinvolto il dott. Renato Crotti – si legge nella nota diffusa nel primo pomeriggio – il Consiglio della Fondazione Giovanni Arvedi e Luciana Buschini ribadisce, ad evitare qualsiasi equivoco, che il medesimo non era né il direttore della Fondazione, né “l’uomo di fiducia” di Finarvedi, della quale era solamente dipendente con incarichi di addetto alla comunicazione ed alle relazioni esterne in ambito locale”.

Secondo l’inchiesta i tre indagati si sarebbero appropriati illecitamente di una parte dei 4 milioni raccolti tra imprenditori e gente comune dalla onlus costituita nel marzo scorso proprio per raccogliere fondi da destinare alle strutture ospedaliere durante la pandemia. “Egli – spiega nel dettaglio il comunicato della Fondazione – ha svolto incarichi di segreteria organizzativa dell’Associazione Onlus Uniti per Cremona per scelta unanime di tutti i componenti, nell’ambito del quale avrebbe dovuto sottoporre all’approvazione del Consiglio qualsiasi operazione di destinazione dei fondi raccolti”.

Dopo le notizie pubblicate anche dalla stampa nazionale sulla vicenda, Fondazione e Finarvedi “si riservano di agire nei confronti di chiunque l’avesse danneggiata, direttamente o indirettamente, fermo restando ovviamente il diritto degli indagati a difendersi ed a non essere considerati colpevoli sino ad una sentenza definitiva di condanna. La nota della fondazione prosegue aggiungendo che Ugualmente ci si riserva ogni azione di tutela, anche risarcitoria, contro chiunque accostasse impropriamente la Fondazione Giovanni Arvedi e Luciana Buschini o Società del Gruppo Arvedi alle indagini in corso o ad attività degli indagati, pacificamente del tutto estranee alla Fondazione ed al Gruppo”.

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