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Nasce L’Atlante i4.0 per le imprese, ma nel Sud Lombardia è un deserto: la denuncia di Degli Angeli

Un andamento ottimale, soprattutto per le imprese a carattere manifatturiero e artigianale, dovrebbe prevedere un equo investimento nella tecnologia digitale. Lo impongono i tempi. Lo impone il mercato, sempre più competitivo e orientato all’innovazione.

“In un mercato mondiale sempre più teso ad essere “smart”, il vuoto innovativo che ancora c’è nel Sud della Lombardia, soprattutto in diverse province come quella di Cremona, è davvero preoccupante”. Sono le parole di Marco Degli Angeli, consigliere del M5S di regione Lombardia con deleghe all’innovazione. Sono parole, le sue, che fanno un certo effetto, proprio nel giorno in cui viene lanciata la piattaforma di “l’Atlante i4.0 per le imprese”, un portale nazionale pensato per facilitare l’incontro tra la domanda e l’offerta di figure altamente specializzate nelle tecnologie avanzate.

Quando in Italia il tessuto economico si sviluppa attraverso oltre 4 milioni di attività, in Lombardia sono presenti circa 241 mila imprese artigiane sul totale nazionale di 1,4 milioni (dato aggiornato al 31/12/2019 da Unioncamere Lombardia). Dati alla mano, è facile intuire come il tessuto dell’artigianato caratterizzi e contraddistingua il made in Italy. “Il progetto lanciato da Unioncamere e dal Ministero dello Sviluppo Economico è un grande passo in avanti. Dalla mappa dinamica del sito è infatti possibile consultare 600 strutture italiane che offrono servizi e tecnologie per l’innovazione e la digitalizzazione delle imprese, ma – chiarisce Degli Angeli – i numeri sono ancora pochi soprattutto in tutta la zona Sud della Lombardia dove il lodigiano, il cremasco e il cremonese, il casalasco e il basso mantovano si trovano in una situazione di difficoltà, resa ben evidente proprio dalla mappa di Atlante i4.0. È necessario che regione Lombardia, che vanta di detenere il primato dell’innovazione, si metta a tavolino e inizi ad investire in modo davvero funzionale sulle autostrade per il digitale. Solo così facendo il progetto in questione potrà svilupparsi in modo ottimale e costituire una vera opportunità di crescita e di sviluppo per le tante imprese che operano nella nostra zona che a questo punto saranno anche in grado di dare un ampio supporto alla rete delle Pmi e degli artigiani, che sentono ancora di più questo gap”.

Un andamento ottimale, soprattutto per le imprese a carattere manifatturiero e artigianale, dovrebbe prevedere un equo investimento nella tecnologia digitale. Lo impongono i tempi. Lo impone il mercato, sempre più competitivo e orientato all’innovazione. “Ma non è così – specifica Degli Angeli – e vedere aziende che operano in un territorio come la Lombardia, locomotiva del Paese, senza lo sviluppo omogeneo di adeguati incubatori, PID (punti impresa digitale) e centri di trasferimento tecnologico ha davvero dell’incredibile, soprattutto se consideriamo l’esistenza di tante aziende altamente qualitative e all’avanguardia, che hanno già fatto passi importanti verso lo sviluppo informatico e tecnologico. A maggior ragione – conclude Degli Angeli –  per rendere ancora più uniforme e forte la presenza dell’innovazione, avere questi aggregatori di innovazione  sviluppati in modo capillare e omogeneo su tutto il territorio diventa di un fattore di primaria importanza e necessità”.

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