Covid: nel comprensorio scesi da 100 a 14 i casi settimanali. L'Emilia rende obbligatori i test nei macelli
E la Lombardia? Detto del buon lavoro sul viadanese, che include anche lo screening a tappeto della popolazione da parte di ATS Valpadana nei comuni di Casalmaggiore e Viadana, al momento non è prevista una prassi di questo tipo.
La certezza che la situazione sia migliorata nel comprensorio Oglio Po si identifica in due numeri: 100 e 14. Cento erano stati i casi settimanali rilevati nei comuni del Casalasco Viadanese (per un totale di 32 comuni canalizzati) nella settimana dal 5 al 12 luglio, ossia la settimana dei focolai. Quattordici, invece, sempre stando alla fonte delle Prefetture di Cremona e di Mantova, sono stati i casi positivi registrati nella settimana che si è chiusa ieri, dunque dal 13 al 19 luglio. Qualche caso in più per la Regione (34 per la precisione, comunque in netto calo rispetto ai 92 dei sette giorni precedenti), ma va detto che la mancanza di un aggiornamento quotidiano sui singoli comuni rende più complesso trovare un numero “certo” nell’analisi legata ai numeri regionali.
Sono in ogni caso dati che confermano che sui focolai apertisi nei macelli del viadanese si è lavorato bene, bloccando sul nascere l’epidemia e riuscendo a non fare circolare il virus. Anche per questo l’Emilia Romagna sembra avere preso esempio: i lavoratori legati all’industria di lavorazione della carne e più in generale a chi ha a che fare con la cosiddetta catena del freddo sono infatti sottoposti a test sierologici a tappeto, proprio per circoscrivere eventuali casi di contagio e non consentire ai positivi, anche se asintomatici, di andare al lavoro col rischio di passare il virus ai colleghi.
E la Lombardia? Detto del buon lavoro sul viadanese, che include anche lo screening a tappeto della popolazione da parte di ATS Valpadana nei comuni di Casalmaggiore e Viadana, al momento non è prevista una prassi di questo tipo. Certo i macelli e le industrie della catena del freddo rimangono osservate speciali, ma non si parla di test obbligatori per i lavoratori. Va anche detto che i grandi macelli del cremonese, ad esempio, non hanno portato casi positivi e dunque la situazione viadanese e mantovana appare abbastanza isolata oltre che anomala, rappresentando di fatto la vera eccezione. In sostanza un modus operandi diverso, da regione a regione, tanto che basta spostarsi lungo i ponti che uniscono la provincia di Cremona a Parma o a Piacenza o quella di Mantova a Reggio Emilia per avere un trattamento differente. Siamo ormai abituati, in una gestione della crisi che a volte appare quasi federale, ossia dove ogni regione è quasi uno stato a sé.
LA TABELLA SETTIMANALE DEI CONTAGI NEL COMPRENSORIO OGLIO PO
G.G.