Cronaca

GestoZero: mostra nelle province più colpite dal Covid A Cr al Museo del Violino

Gli artisti cremonesi che parteciperanno a questo progetto sono: Ettore Favini, Aldo Spoldi (Crema), Filippo Centenari, Vincenzo Marsiglia (Soncino), Duccio Guarneri. Con le l0ro immagini, insieme ai colleghi bresciani e bergamaschi, racconteranno, con uno scatto che rappresenta le loro mani nell’atto di iniziare una nuova opera, un nuovo inizio.

Una mostra che unisce tre tra le province maggiormente colpite dal Coronavirus, una sorta di fil Rouge che racconta un anno terribile e difficile da lasciarsi alle spalle: questa la realtà del progetto ‘GestoZero’, un’esposizione che unirà Cremona, Brescia e Bergamo, per riflettere “sulla necessità dell’arte e sul suo valore di rigenerazione”. Come annuncia il quotidiano BresciaOggi, l’esposizione si aprirà a Brescia, presso Santa Giulia, per poi spostarsi al Museo del Violino di Cremona, e approdare infine a Bergamo. Il progetto, nato da un’idea di Maurizio Donzelli e curato da Ilaria Bignotti, Matteo Galbiati e Acme Art Lab, presenta una selezione di artisti visivi contemporanei nati o residenti da tempo in queste città.

Gesto zero, perché con 0 inizia il prefisso telefonico dei tre territori: “durante i periodi di isolamento e attesa, paura e morte, l’unico modo di comunicare tra le persone, è stato infatti il mezzo telefonico, la virtualità dei contatti e l’incontro in rete” spiegano gli organizzatori. “Ma simbolicamente i prefissi dichiarano che il progetto è una chiamata a raccolta degli artisti e più ampiamente una rinascita per l’arte contemporanea italiana”. Gli artisti cremonesi che parteciperanno a questo progetto sono: Ettore Favini, Aldo Spoldi (Crema), Filippo Centenari, Vincenzo Marsiglia (Soncino), Duccio Guarneri. Con le l0ro immagini, insieme ai colleghi bresciani e bergamaschi, racconteranno, con uno scatto che rappresenta le loro mani nell’atto di iniziare una nuova opera, un nuovo inizio. Ma la mostra è iniziata già online: le foto vengono infatti raccolte su Istagramg, nella pagina dedicata alla mostra.

“Zero è allusione a un momento epocale che ha inevitabilmente cambiato il nostro modo di rapportarci alle persone, agli spazi, al tempo” scrivono i promotori. “Zero è il momento di attesa e concentrazione massima che precede la creazione dell’opera, la tabula rasa che l’artista, in questi lunghi mesi, ha dovuto fare di sé e del proprio spazio di lavoro, delle proprie relazioni con le persone e con le cose, con i materiali della propria indagine artistica fisica e concettuale. Zero è il gesto nuovo, o forse già noto, che in ogni caso ri-parte e ri-pensa il mondo”.

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