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San Giovanni, il divorzio da Palvareta: "Potere decisionale al 25% ma per noi più spese ed esigenze"

La delibera porta così al recesso dal 1° gennaio 2021 da tutte le convenzioni in essere con Palvareta Nova, ma San Giovanni chiede anche il reintegro presso il comune del personale trasferito a suo tempo dal comune all’Unione, valutando al massimo il ricorso a nuove forme di collaborazione con altri comuni, da realizzare però tramite semplici convenzioni.

SAN GIOVANNI IN CROCE – Non vi erano dubbi sull’uscita del comune di San Giovanni in Croce dall’Unione Palvareta Nova – composta con la nuova formula nel 2010, dopo la prima bozze del 2001, assieme ai comuni di Solarolo Rainerio, Voltido e San Martino del Lago – ma il consiglio comunale di lunedì sera, se non altro, è servito a comprendere i motivi della decisione dell’amministrazione guidata da Pierguido Asinari. Anzitutto il punto è passato, nel consesso convocato via Skype, con gli 8 voti a favore della maggioranza e l’astensione dell’unico consigliere di minoranza, Christian Soldi, il quale ha specificato di non avere elementi sufficienti per giudicare la scelta.

Dal 1° gennaio 2021 San Giovanni correrà da solo, e la data è importante perché, essendo trascorsi dieci anni dalla fondazione dell’Unione, lo Statuto non prevede alcuna sanzione per il recesso, ha evidenziato Asinari. Già, ma le motivazioni della scelta quali sono? San Giovanni contribuisce alle spese dell’Unione Palvareta per il 49%, con Solarolo Rainerio al 27%, San Martino del Lago al 13% e Voltido all’11%, tuttavia il potere decisionale dei quattro comuni è sempre rimasti del 25% ciascuno. Gli ultimi anni hanno visto crescere le difficoltà gestionali, finanziarie e organizzative “determinando un ambiente di lavoro ostile con tanti dipendenti che si sono dimessi oppure hanno chiesto il trasferimento presso altri enti” ha rimarcato Asinari.

“Inoltre – ha detto sempre Asinari – le prestazioni offerte si sono impoverite, e infatti il comune di San Giovanni ha spesso dovuto attingere alle proprie casse, così come si è impoverita la progettualità, mentre San Giovanni ha avuto un’espansione, anche demografica e residenziale, che porta ora ad avere esigenze maggiori rispetto al 2010. Il sindaco ha difeso l’Unione nel suo percorso dalla nascita da oggi, ma ha spiegato che era il momento di dire basta, sostenuto in questo dal consigliere Giovanni Zardi, dal vicesindaco Erica Maglia e dall’assessore Fabrizio Galli. La delibera porta così al recesso dal 1° gennaio 2021 da tutte le convenzioni in essere con Palvareta Nova, ma San Giovanni chiede anche il reintegro presso il comune del personale trasferito a suo tempo dal comune all’Unione, valutando al massimo il ricorso a nuove forme di collaborazione con altri comuni, da realizzare però tramite semplici convenzioni, senza andare oltre.

Giovanni Gardani

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