Raddoppio Piadena-Codogno sparito nel piano Colao. La rabbia di Torchio, ma Colaninno: "Si fa"
"E pensare che Renzi, Gentiloni e Pizzetti avevano chiesto in tempi non sospetti un Commissario per accelerare l’opera. Adesso non ce ne sarà più bisogno, andremo in cavalleria come nel Far West" attacca il sindaco di Bozzolo. GUARDA IL VIDEO
BOZZOLO – Nel cosiddetto “piano Colao” non compare più il raddoppio della Mantova-Cremona-Milano. Cancellata, stralciata di netto. E anche se, come lo stesso dirigente d’azienda bresciano Vittorio Colao ha specificato, quelle proposte sono soltanto linee guida, dunque suggerimenti non vincolanti – perché il piano per il rilancio passa poi dal Governo che avrà l’ultima parola – questo è bastato per fare partire, proprio dal comprensorio Oglio Po, l’allarme. Va tuttavia segnalato anche che Matteo Colaninno di Italia Viva ha successivamente rassicurato sul tema: “Nulla è cambiato rispetto a quanto emerso nel corso dell’interrogazione parlamentare del 13 maggio scorso co-firmata dall’on. Luciano Pizzetti (Pd) e da me, e alla quale ha risposto il ministro Paola De Micheli — scrive Colaninno —. Il raddoppio ferroviario fa parte del programma regionale “mobilità e trasporti” della Regione Lombardia e dell’intesa tra la stessa Regione e Rfi sullo sviluppo del servizio regionale passeggeri e merci”.
Tornando alla polemica, a esporsi per primo è uno dei sindaci da sempre in prima linea nella questione raddoppio ferroviario, ossia quello di Bozzolo, Giuseppe Torchio. Il suo è un quadro più generale sul discorso infrastrutture del comprensorio, al solito carente e latitante. “Stavamo valutando le progettazione pervenuta da ItalFer per conto di Rete Ferroviaria Italiana in merito al raddoppio – spiega il primo cittadino bozzolese – e già avevamo notato incongruenze e sprechi. In particolare non è stata data attenzione alle possibili interferenze con la Cremona-Mantova su gomma, intesa come potenziamento della Statale 10 o come possibile autostrada regionale. Ma il vero problema è che alla fine il raddoppio della ferrovia, specie tra Piadena e Codogno, non è più considerato interessante. Questo è il regalo – una presa per i fondelli per noi amministratori locali dopo anni di promesse – a Codogno, prima zona rossa, e a due delle province più colpite dal virus come le nostre. E pensare che Renzi, Gentiloni e Pizzetti avevano chiesto in tempi non sospetti un Commissario per accelerare l’opera. Adesso non ce ne sarà più bisogno, andremo in cavalleria come nel Far West”.
Non è l’unica incongruenza. “L’austrada Cremona-Mantova della quale parla la Regione è pensata in vari blocchi: una parte assegnata a Stradivaria, una parte ad una concessionaria regionale non meglio specificata, mentre si parla già della ripartenza della TiBre. Insomma non esiste un quadro certo e, quel che è peggio, la mano destra ignora quello che combina la mano sinistra. Così è un grande pasticcio”. Infine la rassicurazione di Colaninno di Italia Viva, riportata in apertura. Basterà?
G.G.