Casalmaggiore dice no al razzismo: 80 persone al flash mob in piazza (in maggioranza giovani)
Il tutto si è svolto in assoluto ordine, sotto il controllo discreto di carabinieri e polizia municipale. Anche le distanze sono state - per quanto possibile - rispettate. GUARDA IL VIDEO
CASALMAGGIORE – Parole forti quelle uscite dall’animo di una ragazzina, Zineb Mouachi, figlia di immigrati. Figlia del mondo di cui tutti facciamo parte. E’ stata lei l’anima del flash mob che ieri sera ha animato per una mezz’ora piazza Garibaldi. Parole potenti che hanno risuonato in una piazza assolata e silente, quella del post covid, fatta ancora di mascherine e di guanti, di distanziamento sociale e di piccole paure quotidiane.
Parole forti, di fronte a un’ottantina di partecipanti, per la maggior parte giovani anche se non è mancata qualche eccezione. Tra i volti conosciuti, i consiglieri comunali Mario Daina e Pierluigi Pasotto, il professor Stefano Prandini, Lorenzo Lupoli, gli ex consiglieri comunali Ettore Gialdi e Lucio Vangi, le professoresse Ornella Anversa e Dina Rosa, il parroco di Bozzolo don Luigi Pisani, il presidente dell’Anpi di Casalmaggiore Giancarlo Roseghini.
Il flash mob è stato organizzato contro ogni forma di razzismo, prendendo spunto dai fatti di Minneapolis e dalla morte di George Floyd, ma le parole di Zineb hanno da subito chiarito come il problema non fosse solo quello. “Quando ci dite negro, ladro, zingaro, esprimete un pregiudizio, accusando gli altri di inferiorità, e questo significa discriminazione e non ci sta bene. Non siamo diversi: siamo giovani, siamo anziani, siamo persone, siamo lavoratori, siamo lavoratrici, siamo studenti. Madri, padri, figli. Partiamo dall’inclusione, in tutte le sue forme. Sapete, I can’t breathe, io non riesco a respirare, sono le ultime parole di George Floyd. Sapete che non si respira nemmeno in mare? Che non respirano i migranti che affogano ogni giorno nel mediterraneo? Non riescono a respirare neppure nei campi i migranti che vengono sfruttati ogni giorno e disumanizzati. Non sono solo braccia! Le loro vite contano! Il razzismo non ci fa respirare ed io, come questa piazza, voglio respirare”.
Poi tutti in ginocchio col pugno chiuso alzato in aria. 8.46″ di silenzio “Dedicati a George Floyd e a tutte le vittime del razzismo”.
Il tutto si è svolto in assoluto ordine, sotto il controllo discreto di carabinieri, in divisa e in borghese, e polizia municipale. Anche le distanze sono state – per quanto possibile – rispettate.
Molti i cartelli portati dai partecipanti, dal basta alla violenza al ricordo dei morti in mare, al razzismo come crimine. E molti i simboli, quel pugno chiuso teso al cielo, dei Black Lives Matter. A portarli soprattutto ragazzi. Quelli che non hanno come a volte capita in quelli più grandi di loro, come discriminante il colore della pelle.
Nazzareno Condina