CNC, agli amici del Po incontro con Pizzetti, Piloni e Azzali sui problemi casalaschi
La crisi è all'inizio, ma questo periodo andrebbe visto anche come opportunità, cosa che l'amministrazione non riesce a fare
CASALMAGGIORE – Un venerdì sera per parlare di futuro. Quello ipotetico e possibile. Quello della ricostruzione di un paese ‘schiacciato’ dall’emergenza, con vecchi e nuovi problemi. CNC si è presa l’impegno di presentare proposte e progetti, forte dell’aiuto di amicizie ‘importanti’, interlocutori in grado di segnalare possibilità, strade e perché no, finanziamenti alle proposte in campo.
Venerdì sera al ristorante degli Amici del Po, alla presenza dell’onorevole Luciano Pizzetti, del consigliere regionale Matteo Piloni e del vice presidente della Provincia di Cremona Rosolino Azzali, 25 tra consiglieri comunali e sostenitori si sono ritrovati per una riflessione sul presente e sul futuro. Tanti i temi in campo ed articolata la discussione.
“Pur essendo minoranza e nonostante un’incomunicabilità che c’è con l’attuale maggioranza – ha spiegato Mario Daina – non volevamo restare fermi. Abbiamo cercato e cercheremo anche in futuro di mettere in campo proposte partendo da problemi reali. Insieme a Pizzetti, Piloni e Azzali è iniziata una discussione dal basso sul futuro di Casalmaggiore. Abbiamo cominciato dal fare un quadro della situazione al contempo proponendo qualche iniziativa”.
“La crisi è all’inizio, ma questo periodo andrebbe visto anche come opportunità, cosa che l’amministrazione non riesce a fare”
Ma torniamo alle iniziative. La prima, la creazione di due fondi da 100 mila euro, partendo dal contributo di 948 mila euro giunto grazie al lavoro di Luciano Pizzetti a Roma, al comune di Casalmaggiore “Il modello potrebbe essere quello già rodato de ‘La Rete’, i due fondi dovrebbero essere dedicati uno alle attività produttive ed uno all’assistenza. Bisogna rispondere alla svelta a quelle che sono le esigenze più urgenti del territorio”.
Si è parlato anche del Centro per l’impiego. Il vice presidente della Provincia Rosolino Azzali ha detto che i fondi ci sono: “Con Azzali – conferma Daina – già da tempo abbiamo avviato un ragionamento sul centro per l’impiego. Quella che stiamo affrontando è una crisi diversa da tutte le altre: è crisi di domanda e di offerta in contemporanea. Non c’è solo un problema di disoccupazione. Tra tanti che hanno perso il lavoro, alcuni non lo cercheranno neppure più. Bisogna ripartire da un confronto con le imprese per cercare di capire quali sono i bisogni. E’ fondamentale che il Casalasco abbia un suo centro per l’impiego e che si creino le condizioni per un reale incontro tra bisogno dell’impresa e lavoratori. Le risorse ci sono: serve che l’amministrazione metta in campo la necessaria volontà politica per mantenerne le funzioni sul territorio”.
Il discorso è poi passato alla Formazione: “Santa Chiara deve essere un centro di formazione maggiormente legato ai tempi. Continuiamo da anni a portare avanti corsi per estetiste, senza legare i corsi alle esigenze del territorio”. La proposta, quella di tornare all’antico, ripristinando i corsi che un tempo c’erano in ambito sanitario e assistenziale “Ma non solo, penso a badanti ed assistenti anziani. Bisogna modulare la formazione in base alla richiesta”.
Con l’introduzione del dottor Luigi Borghesi si è parlato di Sanità: “Il Coronavirus ha mostrato che il sistema sanitario, così come è organizzato, non regge. Va bene il fatto che l’ospedale sia divenuto covid free, ma i problemi sono altri. Il Covid ci dà l’opportunità di rimettere in sesto un sistema: penso alla medicina territoriale da potenziare, ma penso anche all’Oglio Po. E’ giunto il momento di fare realmente quello che è stato promesso. Far partire l’ambito, ancora fermo, fare in modo che l’Oglio Po mantenga le proprie professionalità senza dover dipendere da Cremona e da medici a metà tra una struttura e l’eltra che poi alla fine a Casalmaggiore non ci sono quasi mai. Quello dell’Oglio Po non è solo un problema di organizzazione, ma bisognerà prima o poi ragionare sulla svalutazione della professionalità di tanti ottimi medici che ci lavorano e che l’azienda deve fare in modo di tenere, evitando emorragie verso altre strutture e verso il privato. Altra questione importantissima è quella delle liste d’attesa, ormai diventate lunghissime. E’ inconcepibile che non si possa trovare il sistema per affrontare questo problema”.
Problema RSA. Se ne è solo accennato, ma anche su questo ci sarà modo di riparlarne: “Stiamo pensando – spiega ancora Mario Daina – alla convocazione di un Consiglio Comunale ad hoc. Ad ora il CdA non ha risposto a tutte le domande che avevamo posto. Noi consideriamo sempre e comunque il Busi come un bene pubblico, frutto di un pubblico lascito che svolge comunque una funzione fodamentale. E’ per questo che ce ne interessiamo ma da fuori poco o nulla si sa”.
Si è parlato poi anche di mobilità (il problema della tangenziale, con ANAS che da settembre prenderà il definitivo controllo dell’asolana e con la possibilità che si leghi la tangenziale alla realizzazione del ponte sul Po) “C’è tutto poi il discorso sull’ambiente, sull’economia circolare, sulla viabilità. Bisogna ridisegnare la città ripartendo dalle infrastrutture, dalla mobilità e dall’ambiente. Spingere sul fatto che con il passaggio dell’Asolana all’ANAS si aprono ulteriori possibilità. Bisogna includere dentro ai ragionamenti del nuovo ponte anche quelli sulla tangenziale. Lo sviluppo cittadino vede adesso una città tagliata in due e senza tangenziale non si può ripristinare un equilibrio. Bisogna inoltre non ragionare per cerotti, ma fare ragionamenti complessivi”.
Altro problema quello della connettività. “La banda larga deve far parte delle infrastrutture della città, e non dal 2022, ma accellerandone se possibile la realizzazione”.
CNC vuole continuare a lavorare attivamente per il territorio. Questo è il primo passo. Altri ne seguiranno in futuro.
N.C.