Cronaca

Scacco alla 'ndrangheta: l'arresto di Arcangelo Iedà e il legame col territorio da "Viadana è in mano nostra" in poi

Arcangelo Iedà è stato arrestato per estorsione, reato che già gli era stato contestato nel 1999, quando si accanì contro un barista di Viadana, mentre a suo carico va registrato pure un arresto per danneggiamento e resistenza a pubblico ufficiale dopo una lite con la moglie.

VIADANA – L’inchiesta veneziana legata alla ‘Ndrangheta al Nord, come riporta La Gazzetta di Mantova, ha portato all’arresto di Arcangelo Iedà, legato a Viadana. Nel caso specifico a Iedà sono contestati i metodi utilizzati per riscuotere il pizzo da un commerciante di Prato, minacciato più volte coinvolgendo anche la sua famiglia. Crotonese di origine, 46 anni, Arcangelo Iedà è residente a Viadana, così come il fratello Raffaele, che nel 2014 venne espulso al locale Partito Democratico viadanese per un passato non proprio “limpido”.

Proprio Raffaele Iedà, infatti, era al tavolo con Nicola Lentini, uno dei boss emergenti a Isola Capo Rizzuto, quando partì la famosa telefonata dal contenuto inquietante in riferimento alle future elezioni: “Viadana è in mano nostra” era stata la rassicurazione partita dal cellulare di Lentini. Ma andiamo con ordine. Arcangelo Iedà è legato alla famiglia Giardino, legata alla cosca degli ArenaNicoscia di Isola Capo Rizzuto: gli affari della cosca in Nord Italia sono radicati tra Lombardia, Emilia Romagna e appunto Veneto e Friuli (l’ultima operazione è stata perfezionata dalla DDA di Venezia). Arcangelo Iedà è stato arrestato per estorsione, reato che già gli era stato contestato nel 1999, quando si accanì contro un barista di Viadana, mentre a suo carico va registrato pure un arresto per danneggiamento e resistenza a pubblico ufficiale dopo una lite con la moglie.

 

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