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Bruna Bi, storica commerciante di Viadana: "Mai parlato di politica, ma ora serve la forza di una donna"

Ha esperienza in politica? “No, affatto. Ma in passato nel consiglio commercianti di Mantova da Viadana eravamo in due, e io c’ero. Sono sempre stata combattiva. Inoltre sono stata nel consiglio dei commercianti di Viadana ed ero l’unica donna. Ecco perché so cosa vuol dire saper cambiare anche genere, se serve".

CICOGNARA (VIADANA) – Nata per fare la commerciante, non per parlare di politica. Lo dice lei, Bruna Biacchi, che per tutti però a Viadana è Bruna Bi. Nel 1978 aprì il suo primo negozio a Cicognara, l’8 dicembre 1982 si trasferì a Viadana in via Grossi, poi il passaggio in via Vittorio Veneto, dove dal 2015 il negozio va avanti, con il suo marchio storico, gestito dai ragazzi ai quali ha venduto. “Sono nata per fare la commerciante, credo che potrei vendere qualsiasi cosa”. Dunque oggi cosa vende Bruna Bi? “Un pensiero politico, un mio parere spassionato e non vincolante, una riflessione che è emersa in questi giorni, dato che ormai la campagna elettorale si avvicina. Ma tengo a precisare che il mio è un sostegno verso qualcuno, non una bocciatura verso altri”.

Pars costruens senza pars destruens, si direbbe prendendo in prestito il latino. “Sono contenta – spiega Bruna, 71 anni – che a Viadana siano candidate due donne: era ora. L’uomo ha sempre avuto un ruolo predominante in politica, ma la donna non molla mai, non si spaventa, per carattere e per dna”. Alessia Minotti o Fabrizia Zaffanella? “Premetto che non so nemmeno di che partito siano: io non sono un’anima di sinistra ma ho apprezzato in passato figure come quelle di Pavesi e di Federici senior, che secondo me hanno fatto buone cose. Nelle ultime elezioni ho votato Giovanni Cavatorta, che ho visto crescere: una bravissima persona, come la sua famiglia, che aveva il negozio vicino al mio. Ora però, dovendomi spendere sulla persona, direi Alessia perché è dolce ma combattiva e al contempo sa farsi amare. In quest’ultimo aspetto è un po’ diversa da me”.

Infatti con questo suo endorsement si attirerà qualche strale… “Credo di avere le spalle larghe, nonostante il mio fisico minuto, e non mi spaventano le critiche. Non mi sono mai esposta pubblicamente in tutti questi anni, lo faccio adesso perché vedo una possibilità di rinnovamento che – sì, lo sottolineo – può passare anche dal genere: le donne sono diverse dagli uomini nel modo di gestire i problemi e questo mi conforta. Ribadisco che il mio è un messaggio pro, non contro. Fidatevi, non è facile per me: il fatto che Nicola Cavatorta, amico di famiglia, si sia candidato, mi pone tra l’incudine e il martello. Perciò la mia è solo una preferenza a favore, non un voto in contrasto, questo deve essere chiaro: credo ci sia bisogno di cambiare le carte in tavola. E parlo di persone, non di colori politici, perché almeno nell’orizzonte ristretto di un comune dobbiamo parlare di fiducia nei singoli, non nei partiti”.

Come sta Viadana? “C’è tanta voglia, ma vedo che i commercianti rimangono chiusi nei loro negozi. Le iniziative sono un po’ venute meno. Se Viadana è morta, o comunque agonizzante, è per due motivi: i negozi che hanno chiuso e il fatto che ciascuno pensi al proprio orticello. Vedo poca solidarietà tra i commercianti stessi. Ricordo negli anni ’90 quando tra i primi organizzammo la Notte Bianca, o ancora la festa del Lambrusco, quando raccogliemmo fondi per il mammografo dell’ospedale, e il Viadana in Fiore. In quel caso ci fu una bella collaborazione, anche se poco aiuto da parte del comune: per esempio portai 25 fioristi da Mantova, non fu data loro nemmeno una merenda. Tempi passati, è vero, ma nemmeno poi tanto: anche prima che passassi la mano tra 2014 e 2015, ricordo che il vigile mi richiamava se chiudevo cinque minuti dopo. E nei primi anni in cui avevo il negozio, pagavo 500mila lire di plateatico, un salasso per l’epoca: insomma non ho mai visto un vero assist al commercio da parte delle istituzioni. Su questo aspetto Viadana può cambiare, e parecchio”.

Ha esperienza in politica? “No, affatto. Ma in passato nel consiglio commercianti di Mantova da Viadana eravamo in due, e io c’ero. Sono sempre stata combattiva. Inoltre sono stata nel consiglio dei commercianti di Viadana ed ero l’unica donna. Ecco perché so cosa vuol dire saper cambiare anche genere, se serve. Noi donne abbiamo voglia di essere rappresentate da una donna”.

G.G.

 

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