Cronaca

Grest e Centri estivi, ATS emana criteri più stringenti. Don Pallavicini: "Così rischia di saltare tutto"

"Stiamo facendo i salti mortali. E’ difficile trovare volontari adulti titolati come richiesto da ATS, a meno che si paghino professionisti, con costi che renderebbero ugualmente impossibile l’organizzazione dell’evento. A quel punto infatti dovremmo raddoppiare la quota di iscrizione e questo sarebbe poco sostenibile per le famiglie".

Foto di repertorio

SAN GIOVANNI IN CROCE – Dovrebbe partire lunedì prossimo il Grest presso l’Unità Pastorale Barosi con sede principale a San Giovanni in Croce, ma che coinvolge anche i parrocchiani e i bambini di Solarolo Rainerio, Casteldidone e Voltido. Il condizionale però è obbligatorio e pure molto grosso, perché come spiega don Diego Pallavicini i paletti aggiunti da ATS Valpadana, dopo quelli già noti da tempo imposti da Regione Lombardia, rischiano di rendere impossibile da reperire un numero sufficiente di volontari che facciano da educatori.

E’ noto che serve un operatore ogni cinque bambini, che già devono essere divisi in vari gruppi, onde evitare gli assembramenti. Sin qui nulla di male, ma le linee guida che ATS ha aggiunto soltanto martedì – dunque in estremo ritardo, in quanto manca meno di una settimana al via – mettono in difficoltà diversi centri estivi. Non solo San Giovanni, insomma, da dove comunque scatta l’allarme. “Il rischio che il Grest salti o che parta in ritardo, nonostante tutto fosse pronto, è reale – spiega il parroco don Pallavicini – e stiamo facendo i salti mortali. E’ difficile trovare volontari adulti titolati come richiesto da ATS, a meno che si paghino professionisti, con costi che renderebbero ugualmente impossibile l’organizzazione dell’evento. A quel punto infatti dovremmo raddoppiare la quota di iscrizione e questo sarebbe poco sostenibile per le famiglie. Io confermo che il Grest dovrebbe partire lunedì, ma in questo momento non posso dare certezze”.

Nella fattispecie si cercano operatori con un titolo legato a studi pedagogici o comunque con l’attestazione di esperienza nel gestire gruppi di minori. “Noi abbiamo un supporto che arriva in particolare dalle maestre – precisa il parroco – ma il loro numero è insufficiente per riuscire a gestire gli otto gruppi di bambini e ragazzi, che stiamo stati costretti a creare, per poter rispettare le regole dei protocolli nazionali. Va bene la sicurezza, va bene l’emergenza sanitaria, ma fissare paletti ancora più stringenti rispetto a quelli della Regione, e soprattutto comunicarli con così poco preavviso, dopo che già ci siamo mossi per organizzare il Grest rispettando ogni dettaglio, è contro il buon senso”. Intanto alcuni genitori si stanno organizzando per protestare: Ilaria Ronchi di Solarolo Rainerio guida questa sorta di rivolta: “Se lunedì il Grest non partirà, alzeremo la voce con una protesta eclatante. La colpa non è certo di don Diego o della parrocchia, ma di chi impone regole e protocolli assurdi, senza dare il tempo di organizzarsi”.

Giovanni Gardani

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