Lettere
"Decreto per il rilancio
post Coronavirus, ecco
le nostre perplessità"
da
Nicola Scillitani, presidente del gruppo civico Amo - Colorno
Preg.mo direttore,
Con la seguente desidero esprimere le mie perplessità sul “decreto rilancio” che verrà ufficializzato sulla Gazzetta Ufficiale con ogni probabilità durante la prossima settimana. Il decreto rilancio metterà sul piatto 55 miliardi di euro con lo scopo di rilanciare l’Italia dopo il durissimo periodo di lockdown che ha impoverito commercio, imprese e famiglie. Un decreto di cui il nostro presidente del consiglio e la politica che l’ha studiato ed approvato vanno molto fieri.
Tale decreto è stato pubblicizzato come il carburante che ci porterà sulla luna. Come il risolutore della crisi che ci aspetta nei prossimi anni. Un decreto innovativo. Sobrio. Spumeggiante. Soldi direzionati con saggezza, 15-16 miliardi destinati alle aziende, 3,25 miliardi alla sanità, 1,4 miliardi a Università e ricerca, 2 miliardi per il turismo. Insomma un capolavoro. Peccato però che tale illuminato decreto, a mio avviso, non sia poi così favoloso. Nella serata del 16 maggio, il presidente Conte, affermava in TV che il decreto rilancio sarà “affiancato” quanto prima da altri decreti di supporto, come un decreto di semplificazione per le pubbliche amministrazioni e voglio sperare anche per la generale burocrazia in ambito prettamente privato. Ciò però che non mi spiego, è perché non si sia realizzato un unico e completo “decreto rilancio”. Di tempo ce n’è stato parecchio per realizzarlo e a tal decreto hanno lavorato task force di esperti lautamente retribuiti.
Di contraddizioni a mio avviso ce ne sono parecchie e se sarà confermato senza modifiche al testo originale, non avremo quel grande rilancio che serve davvero al nostro paese. Si certo di soldi ne arriveranno o si spera (visti gli ultimi episodi di chi ancora non ha ricevuto certi sussidi), ma non tutti sono stati utilizzati nel modo giusto. Certo non è un decreto di assistenzialismo ma di rilancio e rilanciare l’Italia con un decreto così sarà davvero complicata. Sarò critico, ma vi pregherei di valutare le mie ragioni.
Parto dal bonus vacanza. Il limite di reddito è di 40.000 euro e lo stato ti agevola offrendoti “ben” 500 euro (se li spendi in Italia). Ma pensate davvero che chi ha un reddito di 40.000 euro faccia fatica a farsi una vacanza?… Forse ci si potranno fare gratis 3 giorni in Italia in un centro benessere, e poi si potrà andare pure all’estero.
Per contro se analizziamo il REM (Reddito di Emergenza) voglio ricordare che il limite di reddito sarà inferiore ai 10.000 euro. Non si poteva portare almeno a 15.000 euro per incentivare la ripresa dei consumi?… 15.000 euro ricordo a tutti che non sono molti. Si parla di uno stipendio mensile di circa 1200 euro. Mi dite cosa ci faccio con 1200 euro al mese dopo una crisi come quella che che abbiamo appena passato e che stiamo vivendo ancora?… Ci campo, ma in vacanza non ci vado.
Altro bonus da analizzare è quello delle ristrutturazioni. Tu spendi e lo stato ti rimborsa a rate ciò che hai speso. Non solo il 100% bensì il 110%. Tale manovra aiuterà di certo il settore edile, ma in quanti potranno permettersi di ristrutturare l’immobile dopo una pandemia del genere?…
Per quanto concerne invece le linee guida per le riaperture delle attività, sappiate che per mettersi in regola è necessario acquistare a proprie spese (salvo poi ricevere sconto dalle tasse), gel igienizzanti, mascherine, guanti, prodotti al cloro o all’alcool per la sanificazione, etc.. etc… Tutte spese a carico di un piccolo commerciante ad esempio che per oltre due mesi non ha guadagnato 1 euro e che con l’asporto non ha certo migliorato la sua situazione economica. Molte di queste attività lunedì 18 maggio non riapriranno più.
Di tasse in realtà non ne sono state tagliate. Si è solo parlato di “sospensioni”. Una sospensione però è un interruzione del tributo per un certo periodo, ma poi bisognerà pagare l’arretrato più il nuovo. Nel decreto chiamato RILANCIO, mancano sostegni agli investimenti e alle imprese. Sarebbe stato il caso di mettere mano anche al capitolo degli appalti che avrebbe accelerato dei lavori essenziali per il nostro paese e garantito pagamenti più regolari. Non si è tentato di ridurre la ferraginosa burocrazia Italiana, se non per porre rimedio all’ampissimo ritardo delle erogazioni delle casse integrazioni, by-passando le regioni e dando in mano tutto all’Inps. Bisognava snellire la burocrazia o le aziende rischieranno il collasso.
Non si è garantita una riforma fiscale saggia e complessiva e per contro saranno di certo inaspriti i controlli all’interno delle aziende per verificare che tutto sia a norma e che tutte le linee guida anti-Covid19 siano interamente rispettate. Su questo nulla da discutere, ma mi auguro vivamente che non si torni a multare in maniera salatissima il bar a causa di un cliente che dopo aver preso ad esempio un caffè d’asporto, si sia fermato a berlo nelle immediate vicinanze. Ci vorrà umanità e criterio per rilanciare davvero l’Italia.
Avrei voluto vedere la presenza di sgravi sulle tasse del lavoro affinché le aziende potessero assumere del personale a costo zero o quasi. Quanti italiani hanno perso il lavoro? Avrei voluto vedere l’azzeramento del bollo auto su autovetture utilitarie e non di grossa cilindrata. Avrei voluto rivedere i bonus spesa per chi è tutt’oggi alla fame.
Insomma tante misure mancano ed altre meno utili sono state inserite nel decreto, che rilancia poco o nulla la nostra economia. Il rilancio si ottiene se aumenta il potere d’acquisto. Se si ha più possibilità di spendere, ma evidentemente il governo non l’ha vista così.
Avrei voluto anche una maggiore elasticità e disponibilità verso le amministrazioni comunali che di certo si troveranno ad affrontare come tutte le famiglie, una crisi senza precedenti.
Contrariamente ho visto il bonus monopattini. Nulla da dire sulla necessità di incentivare i mezzi di trasporto green, e ben venga la bicicletta, ma i monopattini… Era proprio necessario per rilanciare l’Italia?…
Il mio voto a questo decreto rilancio è 4. Bocciato. 55 miliardi di euro molti dicono che sono pochi, ma se fossero stati utilizzati meglio si sarebbe ottenuto di certo maggior risultato. Di certo i problemi dell’Italia non si risolverebbero mai con un decreto come se fosse una bacchetta magica, ma chi ben comincia è a metà dell’opera.
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