Test sierologici, Tar boccia accordo S. Matteo - Diasorin Regione sotto inchiesta
I giudici hanno anche rilevato “l’alterazione della concorrenza poichémediante l’accordo, il Policlinico ha consentito ad un particolare operatore economico, scelto senza il rispetto di alcuna procedura ad evidenza pubblica, ancorché non tipizzata, di conseguire un nuovo prodotto".
Non c’è pace nella vicenda dei test sierologici scelti da Regione Lombardia in uso anche a Cremona. Il Tar della Lombardia ha infatti annullato l’accordo tra il Policlinico San Matteo di Pavia e la Diasorin sui test sierologici. Un accordo che era stato siglato lo scorso 23 marzo e che prevedeva una royalty dell’1% a favore dell’Irccs pavese per i test venduti da Diasorin (Lombardia esclusa). E’ stato, dunque, accolto il ricorso dell’azienda concorrente TechnoGenetics, rappresentata dallo studio legale Abiosi. Il Tar ha anche disposto la trasmissione degli atti alla Procura della Corte dei Conti poiché, si legge nella sentenza, “la Fondazione San Matteo ha impegnato risorse pubbliche, materiali ed immateriali, con modalità illegittime, sottraendole, in parte qua, alla loro destinazione indisponibile”.
I giudici hanno anche rilevato “l’alterazione della concorrenza poichémediante l’accordo, il Policlinico ha consentito ad un particolare operatore economico, scelto senza il rispetto di alcuna procedura ad evidenza pubblica, ancorché non tipizzata, di conseguire un nuovo prodotto, che rimane nell’esclusiva disponibilità e commerciabilità dell’operatore stesso”. Policlinico e Diasorin rientrano, secondo la sentenza, in un “rapporto concessorio” e per questo la Fondazione San Matteo di Pavia, fondazione pubblica, avrebbe dovuto “individuare la controparte, ossia il concessionario, mediante una procedura ad evidenza pubblica, di cui, però, non vi è traccia nel caso in esame”. Il contratto, si legge nella sentenza, “è stato affidato in violazione dei principi interni e comunitari”, mentre avrebbe dovuto esserci “una procedura coerente con i principi di trasparenza, proporzionalità, pubblicità, imparzialità, parità di trattamento”, principi “del tutto disattesi nel caso di specie”
L’accordo, secondo il Tar, è stato stipulato per “soddisfare un interesse particolare, di cui Diasorin spa è portatrice, consistente nello sviluppo e nella realizzazione di prodotti e kit di cui Diasorin stessa acquisterà la proprietà esclusiva, conservando il diritto di brevettare le invenzioni realizzate e di procedere alla relativa commercializzazione”. Intanto Diasorin cede il 6,14% a 155,8 euro in Borsa a Piazza Affari dopo la decisione del Tar della Lombardia di annullare gli atti amministrativi formati dalla Fondazione San Matteo di Pavia e il conseguente contratto stipulato con la soceità di Saluggia (Vercelli).
Annunciati da Regione Lombardia in pompa magna lo scorso 7 aprile come test utili per dare una “patente di immunità”, col passare delle settimane Regione si è spinta fino a dichiarare che questi test “hanno l’aspirazione di sostituire il tampone”, prima di fare marcia indietro con le ammissioni dell’assessore al Welfare Giulio Gallera (“Non ha alcun valore diagnostico”) e del presidente Attilio Fontana (“Sconsiglio ai privati di farlo”).
Anche la Procura di Milano aveva aperto un fascicolo conoscitivo sulla scelta di Regione Lombardia di incaricare con affidamento diretto la multinazionale Diasorin per la sperimentazione dei test sierologici, portata avanti in collaborazione col Policlinico San Matteo di Pavia e iniziati lo scorso 23 aprile. Nel frattempo TechnoGenetics ha infatti presentato un esposto in Procura (è stata aperta un’inchiesta a Milano, secondo quanto riferisce l’Ansa) contro l’affidamento diretto da parte della Regione alla Diasorin della sperimentazione dei test. Nella denuncia, in particolare, si contesta la legittimità dell’accordo esclusivo del 26 marzo tra Regione, Diasorin e ospedale sul progetto sviluppato dalla stessa società piemontese.
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