Cronaca

Ospedale, il grazie ai 150 medici, infermieri e Oss che hanno risposto per Cremona e Oglio Po

“Chi ha risposto alla nostra chiamata sapeva di andare incontro a un’emergenza potenzialmente letale” ha esordito il direttore generale dell’Asst di Cremona, Giuseppe Rossi, aprendo la cerimonia di saluto. FOTOGALLERY

Fotoservizio Francesco Sessa

“Un collega degli infettivi ha paragonato il 21 febbraio a uno Tsunami, così impetuoso da infilarsi nelle nostre case, portandosi via amici e parenti. Ma da questo abbiamo imparato che noi esseri umani siamo fragili, e che è stata proprio questa fragilità a consentirci di essere uniti di fronte al nemico da combattere”: con queste parole Samin Zadeh, medico, ha salutato l’ospedale di Cremona, in cui ha prestato servizio in questi mesi di Covid: è uno dei 151 (63 medici, 59 infermieri, 2 ostetriche e 27 Oss) che hanno risposto al grido d’aiuto dell’Ospedale di Cremona, che proprio oggi ha voluto salutarli e ringraziarli, con una breve cerimonia sulla pista di atterraggio dell’Elisoccorso del noscomio.

“Chi ha risposto alla nostra chiamata sapeva di andare incontro a un’emergenza potenzialmente letale” ha esordito il direttore generale dell’Asst di Cremona, Giuseppe Rossi, aprendo la cerimonia di saluto. “Molti vengono da lontano e hanno portato qui la loro professionalità straordinaria. Chi volontariamente ha scelto di venire nell’avanguardia della battaglia contro il Covid merita un grande ringraziamento”. Un ringraziamento a cui hanno fatto eco anche le parole del prefetto, Danilo Vito Gagliardi, che ha voluto portare a sua volta il suo ringraziamento a chi si è impegnato in prima linea.

Un impegno che, nei giorni più bui del contagio, ha portato una ventata d’aria fresca in un ospedale allo stremo: “Ricordo che in uei giorni con il direttore Rossi ci aggiornavamo quotidianamente su quanti medici, infermieri e Oss sarebbero arrivati” ha aggiunto il sindaco di Cremona, Gianluca Galimberti, che oltre a ringraziare da parte di tutta la città, ha portato una riflessione: “Dobbiamo anche chiedervi scusa, perché questo sistema sanitario va ripensato. Qualcosa non ha funzionato, perché voi, in queste corsie, avreste già dovuto esserci da tempo. Tutta l’Italia si deve impegnare per migliorare questo sistema sanitario. La classe dirigente di questo Paese deve guardarvi negli occhi e dirvi: abbiamo bisogno di voi”.

Parole a cui si sono aggiunte quelle del vice sindaco di Casalmaggiore, Giovanni Leoni: “Solo ora ci accorgiamo della vostra importanza” ha detto. “Chi fa questa scelta professionale fa una scelta di passione, ma noi vogliamo che la vostra professione sia anche bellezza”. Ma per loro, che sono accorsi a Cremona a dare una mano, rispondere a questa chiamata è stata una necessità, come ha sottolineato la rappresentante delle Oss, Gea Gelmetti: “Il mio unico pensiero è stato che dovevo aiutare. Che dovevo fare la mia parte. Così è stato per tutti noi”. Dello stesso tenore l’intervento di Gabriele Tinti, portavoce degli infermieri: “Il sentimento comune è stato quello di essere sentiti non solo nel dovere, ma anche nella necessità di accorrere a dare il nostro contributo. Non potevamo assistere a questa disgrazia a distanza, senza venire a dare una mano. Ma il mio ringraziamento va a tutti coloro che qui ci hanno fatto sentire a casa”.

Infine è intervenuto anche il presidente dell’ordine dei medici del Camerun in Italia Mbissoko Paolin: “Questa epidemia è stata una guerra, e ringrazio tutt i medici che si sono messi a disposizione per questa missione suicida. Noi medici del Camerun abbiamo risposto all’appello dividendoci tra le zone in cui c’era più bisogno, prer andare ad aiutare. Perché in questa emergenza eravamo tutti fratelli, di fronte a un nemico comune da combattere”.

Laura Bosio

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