L'onda lunga del lockdown: aumentati problemi di salute mentale e dipendenze
A questo proposito ora i servizi che rispondono a questo tipo di problematiche vanno ripensati: “Ci stiamo riorganizzando in termini di utilizzo della modalità in remoto per intercettare fasce diverse della popolazione” conclude Poli. “Inoltre l’Asst sta organizzando anche un corso interno sulle conseguenze emotive del Covid”.
Il lockdown ha lasciato dietro di sé non pochi strascichi dal punto di vista psichiatrico e psicologico: sono infatti incrementati sia i problemi di salute mentale sia quelli legati alle dipendenze. Come spiega il dottor Roberto Poli, direttore del Servizio Dipendenze dell’Asst di Cremona, “l’onda lunga di quanto accaduto ha un forte riscontro sulla salute mentale”.
A partire proprio dalle dipendenze più comuni, “come quella da bevande alcoliche: da un lato chi già aveva un problema pregresso ha accusato una riacutizzazione dello stesso, in quanto l’isolamento ha portato le persone a bere di più” spiega il medico. “Dall’altro lato, per lo stesso motivo, si sono instaurate nuove dipendenze: ansia e stress dovute al Coronavirus e alla quarantena hanno fatto sì che vi fosse un ricorso all’alcol anche da parte di chi prima non era dipendente. Lo stesso vale per il fumo”.
C’è poi il problema delle sostanze illegali: “Il lockdown ha reso più complicato l’accesso delle persone alla tradizionale piazze dello spaccio, ma questo ha portato gli spacciatori a trovare delle alternative, come le consegne a domicilio”. In questo senso la volontà di reperire droghe ha portato anche a “un incremento del ricorso al dark web, come ha evidenziato anche l’Istituto Superiore di Sanità” continua Poli. “Il rischio quindi aumenta, perché nel web si trovano non solo le tradizionali droghe ma anche sostanze chimiche più nuove e con effetti più incerti”.
A tutto questo si aggiunge anche un altro tipo di dipendenza che con la quarantena è cresciuta non poco: quella di tipo tecnologico: “La chiusura delle sale slot e della possibilità di giocare con le modalità più tradizionali ha incrementato l’utilizzo del gioco online” spiega il medico. “Verosimilmente è aumentata ulteriormente anche la dipendenza da internet e da videogiochi, soprattutto nelle fasce più giovani”.
Del resto “la quarantena e l’ansia crescente per la pandemia ha avuto ricadute pesanti sia sulla salute mentale. Lo abbiamo visto in queste settimane, in cui si è registrato un aumento degli accessi in pronto soccorso sia per disturbi mentali sia per problemi alcol-correlati. Anche perché, sebbene il nostro servizio dipendenze sia sempre rimasto aperto, in fase di lockdown l’accesso era meno agevolato. Dunque oggi ci troviamo con situazioni di maggiore urgenza”. A questo proposito ora i servizi che rispondono a questo tipo di problematiche vanno ripensati: “Ci stiamo riorganizzando in termini di utilizzo della modalità in remoto per intercettare fasce diverse della popolazione” conclude Poli. “Inoltre l’Asst sta organizzando anche un corso interno sulle conseguenze emotive del Covid”.
Laura Bosio