No a mozione CNC su commercio e lavoro, ma Bongiovanni: "Ne terrò conto". Pasotto: "Una targa ai medici"
Il sindaco di Casalmaggiore: "Dobbiamo saperci rinnovare a lungo termine e anche dinnanzi a un’estate che vedrà saltare appuntamenti di piazza almeno fino a fine luglio. Questa crisi? A differenza delle altre, ci ha tolto la forza del contatto umano, che spesso sa essere d'aiuto come e meglio di un farmaco”.
CASALMAGGIORE – La mozione presentata in consiglio comunale venerdì sera da Casalmaggiore la Nostra Casa che proponeva alcune misure per il rilancio del commercio (e del mercato del lavoro in senso lato) post Coronavirus alla fine non passa. Dopo un dibattito comunque pacato, pur con qualche punta dai toni accesi, a favore votano le solo minoranze, Listone compreso, e questo ovviamente non basta. Tuttavia l’apertura passa da una frase del sindaco Filippo Bongiovanni: “Lasciamo stare la mozione, mi faccio carico di tenere presenti le vostre proposte”.
Il consigliere di CNC Mario Daina ha esposto la mozione, già presentata in un articolo ad hoc che alleghiamo sotto, attaccata però quasi subito dai consiglieri Martina Abelli e soprattutto Gianpietro Seghezzi, perché definita “fumosa” in alcuni punti. Nell’occhio del ciclone, in particolare, la richiesta di costituire un tavolo di lavoro per raccogliere le varie istanze. Secondo Abelli e Seghezzi è difficile riuscire a mettere in contatto ciascuna delle parti in causa e, in ogni caso, una volta formulata una proposta potrebbe già essere tardi per molti, con un’economia già ora in ginocchio, “dato che abbiamo aziende che in un secondo hanno bruciato i 50 milioni messi sul piatto dal Governo per i presidi sanitari individuali” ha rimarcato Seghezzi. “Meglio alcune esperienze di collaborazione come quella messa in campo tra amministrazione, Pro Loco e commercianti, facendo rete, sia a Natale sia in questa emergenza” ha detto Abelli, rimarcando il lavoro svolto, mentre Alberto Fazzi del Listone ha spiegato di voler appoggiare la mozione nella sua parte più pratica, concordando sul fatto che lo strumento del tavolo di lavoro sia ormai superato, in un momento in cui servono interventi rapidi.
Fabrizio Vappina di CNC – rimarcando il fine pratico della mozione – ha spiegato che, non essendo Casalmaggiore una metropoli, una fotografia sarebbe possibile e non così complessa da realizzare, coinvolgendo più interpreti, mentre per lo stesso gruppo Anna Maria Piccinelli ha rilanciato la proposta del commercio di prossimità, evidenziando la socialità ritrovata con il semplice caffè take away nei bar, “del quale la gente ha dimostrato di sentire bisogno dopo il lockdown”, e puntando sul plateatico gratuito – ed esteso non solo ai bar ma anche ad altri negozi – e su una rete tra piattaforme di vendita, oltre al rilancio della socialità in luoghi all’aperto.
Pierluigi Pasotto ha stigmatizzato il primo intervento di Seghezzi, spiegando che “anziché liquidare come semplicistica una mozione perché arriva dagli avversari, va apprezzata quanto meno la volontà di offrire proposte e idee, quando per noi sarebbe stato molto più comodo giocare al tiro al piccione come speculazione elettorale”, aggiungendo poi, con una parentesi legata al mondo medico, “la proposta di istituire una targa per tutti i medici di base, che hanno operato nell’ombra, e per tutto il personale medico e infermieristico del nostro ospedale Oglio Po: non parlo di dirigenti ma di chi ha sempre operato in prima linea, senza riconoscimenti”. Pasotto ha sottolineato l’operato del dottor Alessandro Tei, suo medico di famiglia, grazie al quale ha scoperto di avere avuto il Coronavirus: “Solo grazie a lui sono stato portato in ospedale Oglio Po per le cure del caso e sono poi guarito” ha detto Pasotto.
La chiosa è stata del sindaco Filippo Bongiovanni che, oltre ad aprire alle proposte, ha spiegato che i tempi sono cambiati. “Rotelli negli anni ’70 amministrava in un periodo duro, dove però si vedeva la luce. Adesso il nostro Paese non ha una politica in prospettiva da troppo tempo e bastano 2-3 mesi di crisi del sistema per fare saltare tutto: sto notando, peraltro, anche sull’orizzonte locale una certa mancanza da parte dei cosiddetti enti intermedi, che faticano a comunicare con i propri associati. Lunedì in Camera di Commercio parleremo dei problemi emersi, ma serve essere smart e capire quando si deve cambiare rotta, facendolo in fretta. Prendo come esempio la Fondazione Santa Chiara qui da noi, che da quando ha aperto ad oggi insegna ancora le stesse professioni. In realtà il 65% dei bambini che oggi studia alle elementari farà un lavoro, da grande, che oggi ancora non esiste: il mondo del lavoro viaggia molto veloce. Dobbiamo saperci rinnovare a lungo termine e anche dinnanzi a un’estate che vedrà saltare appuntamenti di piazza almeno fino a fine luglio. Questa crisi? A differenza delle altre, ci ha tolto la forza del contatto umano, che spesso sa essere d’aiuto come e meglio di un farmaco”.
Giovanni Gardani