Fazzi, proposte al governo per la conciliazione vita-lavoro
"Il documento prevede una serie di proposte - ha precisato Carmen Fazzi - tra cui il prolungamento dei congedi parentali, la maggior diffusione dello smart working, un sistema di premialità fiscale"
La Consigliera di Parità della provincia di Cremona, prof.ssa Carmen Fazzi, ha sostenuto, insieme a molte altre colleghe, una mozione che andrà in discussione al Senato il 13 maggio, finalizzata a programmare una serie di misure che aiutino e supportino genitori e famiglie nella conciliazione del tempi vita-lavoro. “Il documento prevede una serie di proposte – ha precisato Carmen Fazzi – tra cui il prolungamento dei congedi parentali, la maggior diffusione dello smart working, un sistema di premialità fiscale per la deduzione del lavoro di cura e misure di sostegno economico e di servizi a famiglie e genitori”. Ha concluso Fazzi: “In particolar modo, tengo a evidenziare l’importanza che il Governo vari un piano nazionale dei tempi e degli orari, che favorisca la compatibilità tra orario di lavoro ed esigenze derivanti dalla forte riduzione dei servizi; inoltre adotti, per la prima volta, una “Strategia Nazionale per la parità di genere””.
MOZIONE TESTO 2 Atto n. 1-00227
CONZATTI, MAIORINO, VALENTE, DE PETRIS, UNTERBEGER, SBROLLINI, LEONE, ABATE, ACCOTO, ANASTASI, BOLDRINI, BRESSA, CATTANEO, CIRINNA’;, D’ANGELO, DI GIROLAMO, FARAONE, FATTORI, FEDELI, FENU, FERRARA, GARAVINI, GARRUTI, GINETTI, IORI, LAFORGIA, LA MURA, LANIECE, LOREFICE, MATRISCIANO, MESSINA, NUGNES, ORTIS, PARENTE, PIRRO, ROMANO Valerio Iuno, ROSSOMANDO, ROJC, SUDANO, VONO
Il Senato,
premesso che:
l’attuale situazione di emergenza epidemica ha costretto a misure di contenimento
che hanno un impatto pesantissimo sulla vita di ogni persona, ma che colpiscono in
particolare le donne: il rischio è che l’unico modo per riuscire a conciliare le
numerose esigenze di gestione della famiglia diventi quello di rinunciare al lavoro da
parte di uno dei membri, sacrificando ovviamente la retribuzione più bassa che nella
maggior parte dei casi è quella delle donne;
il decreto legge 17 marzo 2020, n. 18 (c.d. decreto Cura Italia) a seguito della
sospensione dei servizi educativi per l’infanzia e delle attività didattiche in presenza
nelle scuole di ogni ordine e grado conseguente all’emergenza epidemiologica da
COVID-19, ha riconosciuto specifici congedi parentali e indennità in favore dei
genitori lavoratori dipendenti, pubblici e privati, autonomi, iscritti in via esclusiva
alla Gestione separata, o dipendenti del settore sanitario, pubblico e privato
accreditato; ha altresì incrementato di ulteriori complessivi dodici giorni il numero di
giorni di permesso retribuito riconosciuto dalla normativa vigente per l’assistenza di
familiari con grave disabilità; è tuttavia evidente che questi strumenti debbano essere
confermati e rafforzati ma debbano necessariamente essere affiancati da attività
educative, di comunità e socialità, a garanzia anche delle tantissime le donne che in
questo periodo non hanno mai smesso di lavorare, garantendo la continuità dei servizi
essenziali nei vari settori della produzione, della sanità, dell’istruzione e del
commercio;
il Governo, per far fronte all’attuale situazione di grave difficoltà per il Paese a causa
dell’emergenza da Covid-19, con l’articolo 49 del decreto legge 17 marzo 2020, n. 18
(c.d. decreto Cura Italia) ha disposto uno stanziamento di 1500 milioni di euro per il
potenziamento del Fondo di garanzia delle piccole e medie imprese, concedendo per
ogni singola impresa un importo massimo garantito fino a 5 milioni, somme delle
quali potranno beneficiare anche le imprese femminili, iscritte nella Sezione speciale
del Fondo per le Pmi. Un intervento poderoso che consentirà di favorire l’accesso al
credito delle imprese guidate da donne, settore che potrà essere uno dei motori
fondamentali per far ripartire il Paese;
da indagini condotte risulta infatti che la maggior presenza femminile nel mercato del
lavoro contribuisca ad incrementare significativamente il prodotto interno lordo
nazionale, non solo facendo crescere la forza lavoro, ma anche per i livelli di
produttività elevati che avrebbero le nuove occupate;
in Italia le imprese femminili (che rappresentano il 22% delle imprese) sono quasi un
milione e mezzo ed impiegano tre milioni di persone;
considerato inoltre che
per costruire un futuro sostenibile e più inclusivo, va aumentata la presenza delle
donne in tutti gli ambiti lavorativi che vanno a superare le barriere all’avanzamento
nei percorsi di carriera, in particolare nei campi in più rapida crescita (STEM,
informatica, cloud computing, dati e intelligenza artificiale), per permettere alle
donne di raggiungere le posizioni di leadership. Il talento femminile si manifesta con
evidenza in ogni ambito:
1. in Italia il primo caso di Covid-19 è stato diagnosticato sul cosiddetto “paziente 1”
grazie alla competenza e all’intuito di una anestesista donna, quando ancora questa
patologia era sconosciuta in tutti gli ospedali del Paese e nessun medico aveva mai
studiato alcuna diagnosi e protocollo in merito;
2. all’ospedale Spallanzani di Roma, grazie al lavoro di tre ricercatrici, è stato isolato
per la prima volta il Covid-19, operazione che si è rivelata fondamentale per
sviluppare le terapie, per curare il virus e per iniziare lo studio di un vaccino;
3. la Legge 120/2011, cd Golfo-Mosca, che ha portato molti talenti nei ruoli di
amministrazione e controllo di società quotate e partecipate pubbliche, in scadenza, è
stata prorogata e potenziata con la Legge n. 160 del 27 dicembre 2019 (Legge di
bilancio 2020) elevando la percentuale della quota nelle società da 1/3 a 2/5 per 6
mandati consecutivi, grazie all’iniziativa trasversale delle forze politiche di
maggioranza;
4. molte donne ricoprono ruoli lavorativi conquistati con merito e nel contempo
hanno creato famiglie, la cui gestione è resa possibile dai servizi pubblici quali:
servizi per l’infanzia, la scuola, servizi per disabili e autistici, centri estivi e centri
diurni per anziani.
5. le donne sono impegnate in moltissimi settori a rischio, come gli ospedali, nei
supermercati, nelle farmacie, nei vari servizi alla persona, servizi di sanificazione e
pulizia;
impegna il Governo a:
1. sostenere le donne lavoratrici per evitare che debbano abbandonare il lavoro,
proponendo misure urgenti, anche normative, per consentire loro di riprendere al più
presto le attività lavorative prevedendo, altresì, strumenti di programmazione concreti
per la riorganizzazione del sistema scolastico e di ogni servizio alla famiglia;
2. fin dalle prossime settimane della cosiddetta “fase 2”, favorire la diffusione dello
smart working mediante la regolazione del suo utilizzo, attraverso accordi,
individuali e collettivi, per garantire che il lavoro a distanza avvenga con modi e
forme equilibrate e giuste, soprattutto rispetto al diritto di disconnessione;
3. prevedere un prolungamento dei congedi parentali di maternità e paternità
attualmente riconosciuti, incrementandone il valore, rendendoli paritari e fruibili
obbligatoriamente da entrambi i genitori indipendentemente dall’attività lavorativa
svolta;
4. riconoscere bonus per l’acquisto dei servizi di baby-sitting per l’assistenza e la
sorveglianza dei figli minori fino a 14 anni di età, indipendentemente dall’attività
lavorativa svolta dal genitore;
5. promuovere il lavoro di cura e, quindi, la figura del caregiver universale (senza
distinzione tra uomini e donne) attraverso il riconoscimento del suo valore sia per la
società sia monetario, anche prevedendo una retribuzione del lavoro domestico nelle
sue diverse forme;
6. prevedere un sistema di premialità fiscale per consentire la totale deduzione delle
spese sostenute per il lavoro di cura;
7. promuovere ogni utile iniziativa al fine di sostenere le famiglie anche naturali,
monoparentali nella crescita e nell’educazione dei bambini e delle bambine;
8. rafforzare le misure di sostegno, in termini economici e di servizi, per le famiglie
con figli, con disabili o anziani non autosufficienti;
9. prevedere specifici interventi di sostegno verso le donne impegnate nel lavoro di
cura, quali badanti e assistenti delle persone con disabilità;
10. predisporre un piano nazionale orientato alla riduzione del “digital divide” che in
Italia ancora oggi impatta in maniera prevalente su alcune categorie di donne, in
particolare nelle aree più svantaggiate del Paese;
11. predisporre un piano nazionale dei tempi e degli orari che favorisca la
compatibilità tra orario di lavoro ed esigenze derivanti dalla forte riduzione dei
servizi, che investiranno prevalentemente le donne lavoratrici, in modo da prevenire
possibili comportamenti discriminatori;
12. valutare l’opportunità di intervenire sulla normativa vigente al fine di individuare
una percentuale dei beni confiscati alle associazioni mafiose da destinare ad uso e
utilizzo delle imprese femminili, in modo da rafforzare la presenza dell’imprenditoria
femminile, contrastare la precarietà del lavoro delle donne, in particolare delle
giovani donne e dare slancio alla vocazione femminile.
13. adottare per la prima volta in Italia una “Strategia Nazionale per la parità di
genere” al fine di colmare i persistenti divari di genere nel mondo del lavoro – a
livello di retribuzioni, assistenza e pensioni – per sviluppare il pieno potenziale
femminile nelle imprese, nella politica e nella società, nonché per conseguire un
equilibrio di genere a livello decisionale e politico.
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