Solidarietà

Covid e fragilità, il lavoro del 'Cerchio': per i centri estivi tante novità in arrivo

Un lavoro enorme di riorganizzazione dunque, in questo come in tutti gli altri settori dell’economia e della vita cremonese e non solo: con in più l’incognita dei pagamenti da parte delle pubbliche amministrazioni, messe in ginocchio anch’esse dai tanti bisogni da soddisfare.

Mesi difficili quelli passati da chi si occupa di fragilità sociali e non semplici quelli che verranno. La cooperativa Il Cerchio, che eroga una varietà di servizi alla persona per conto dei comuni e in autonomia presso le sedi di Cremona e Casalmaggiore ha rivoluzionato il suo modo di lavorare da febbraio ad oggi e ha pronto un piano per la ripartenza. “Abbiamo riprogettato i nostri servizi educativi con modalità on line”, spiega il presidente. Alessandro Portesani -.  Già prima della fine di febbraio stavamo lavorando attraverso la piattaforma workplace, che funziona come Facebook, molto semplice, immediata, puoi lavorare in gruppo e fare videochamate. Abbiamo scoperto un nuovo modo di lavorare che servirà anche per il futuro.

“Tra i nostri servizi c’è l’assistenza  per gli studenti con bisogni educativi speciali, non potendoli fare in presenza abbiamo usato questi nuovi strumenti e direi che i ragazzi si sono trovati bene, perchè sono simili a quelli che abitualmente già usano. Le chat tra educatore e studenti consentono di condividere immagini e quindi l’immediata correzione degli errori”. Più delicata la continuazione dei servizi per i minori sottoposti a tutela in contesti famigliari problematici: anche qui si è incentivato l’utilizzo dei social come le videochiamate whatsapp o la piattaforma meet di Google, ma è stato garantito un servizio in presenza a domicilio se l’intervento non era derogabile, con l’operatore bardato di tutto punto. Lo stesso dicasi per i servizi alla persona destinati ai bambini disabili che di norma viene svolta a scuola. Il Covid da questo punto di vista ha lasciato strascichi pesanti sui bambini più fragili: secondo un sondaggio condotto tra 3.170 insegnanti pubblicato sul periodico Vita, “un alunno con disabilità su tre è di fatto escluso dalla Didattica a Distanza: o perché si è rivelata inefficace (26,2%) o perché la DaD non era nemmeno ipotizzabile (10,3%). Il 51% vede peggioramenti comportamentali nei propri alunni e il 62% negli apprendimenti.

“Il nostro approccio – continua Portesani –  è stato quello di non abbandonare l’utenza e per questo abbiamo lanciato nuovi servizi a domicilio, come la consegna di pasti e farmaci, potenziando la comunicazione sui nostri canali social. Sulla nostra pagina Facebook abbiamo pubblicato molti video con i suggerimenti dei nostri esperti nelle varie discipline, dalla scuola alla medicina, mostrando come i nostri operatori siano sempre stati impegnati nelle varie attività seppure in maniera diversa”. C’è l’autista di scuolabus ‘riconvertito’ in consegne a domicilio; l’educatrice Giulia che in un video spiega il gioco degli incastri; Vittorio e Giovanna che si occupano della mensa in una casa di riposo; la psicologa Jennifer che spiega come avere cura di se stessi essendo costretti in casa e molti altri.

“Il ‘dopo’ è già partito – afferma Portesani -.  Abbiamo dovuto riprogettare i servizi e da qualche giorno li abbiamo aumentati con alcune aperture. Soprattutto è in pieno svolgimento la progettazione, insieme alle altre cooperative del territorio cremonese e dell’Azienda Sociale, per reinventare i centri estivi. Il modello sarà necessariamente diverso, con un maggior numero di centri in cui effettuare le attività, in gruppi più piccoli. Dimentichiamo ad esempio il modello di centro estivo con 120 bambini a settimana come quello che avevamo a San Zeno. Faremo in modo che per i singoli gruppi di bambini ci sia sempre lo stesso educatore per ridurre il rischio di contagio e metteremo in atto i protocolli sanitari che stiamo predisponendo con i nostri esperti del CerchioMed. Ai bambini ad esempio potrebbe essere fatto un triage periodico prima di iniziare l’attività e stiamo valutando l’acquisto di braccialetti che si illuminano se si avvicinano troppo l’uno all’altro. Pensiamo alla misurazione della febbre tutti i giorni, all’autocertificazione dei genitori sullo stato di salute dei figli e stiamo anche valutando la possibilità di somministrare i test rapidi con pungidito per valutare la presenza degli anticorpi al Covid19”. Un lavoro enorme di riorganizzazione dunque, in questo come in tutti gli altri settori dell’economia e della vita cremonese e non solo: con in più l’incognita dei pagamenti da parte delle pubbliche amministrazioni, messe in ginocchio anch’esse dai tanti bisogni da soddisfare.

g.biagi

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